Un luogo intimo per un destino comune

Arte, Cultura & Società

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Nella liturgia di oggi Gesù chiama tutti amici, ci elegge fratelli gli uni degli altri e consegna il destino di ognuno nelle mani del suo prossimo e viceversa.

Come essere fratelli, amici e prendere davvero su di sé il destino dell’altro se non attraverso la preghiera?

Da quando ho memoria per me Gesù è sempre stato un amico con cui ho coscientemente o incoscientemente parlato. Da piccola Lo immaginavo bello, con la sua tunica e il suo volto splendente guardarmi e ascoltarmi.

Lui non parlava, mai. Ascoltava pazientemente, col suo dolce sorriso, tutto, ogni singola parola. Tutt’oggi ancora lo fa. Davanti a Lui io sono sempre quella bambina che ha bisogno di raccontarGli ogni cosa, come se Lui non la conoscesse già!

Lui è sempre stato con me anche quando io ho deliberatamente deciso di snobbarlo.
C’è sempre un momento nella vita di ognuno, anche più di uno, in cui si fa un po’ fatica a continuare ad essere quel bambino, si cerca di fare di tutto per riscattare la propria indipendenza, ci si sente invincibili e non si vuol più ammettere di aver bisogno di Lui.

 

Lo si inizia a pensare quasi come l’amico immaginario da cui doversi inevitabilmente congedare. Di solito questo è il periodo dell’adolescenza vera e propria o ritrovata o, talvolta, mai superata.

Succede, poi, un bel giorno, di solito dopo non poche batoste, che si viene messi davanti al proprio limite e si torna. Si badi bene al fatto che noi torniamo, Lui in realtà è sempre stato lì con la Sua tunica e il Suo sorriso, sempre, anche se non ce ne siamo accorti.

Torniamo non perché non abbiamo alternative, di queste ultime il mondo ne è pieno, ma perché succede qualcosa di inspiegabile.
Come quando non vediamo da tanto, per mille ragioni, il nostro amico di una vita, che magari una convivenza stretta ci aveva fatto anche diventare insopportabile, e capiamo che non ci siamo mai veramente separati, che quel legame in fondo rimarrà per sempre.

 

A chi non è capitato almeno una volta? Come lo capiamo?
Da uno sguardo: non giudicante ma accogliente.
Lo comprendiamo dal fatto che sappiamo di trovarlo sempre lì, che è stato sempre lì.

Serve questo momento di epifania e serve la disponibilità del cuore ferito e vissuto, che ha perso la spavalderia ed è diventato un po’ più saggio.

Quando é successo a me?
Non c’è stato un momento ben preciso, è come se tutto un susseguirsi di eventi mi abbiano portato qui dove sono, frutto dei miei ripetuti sì, e anche numerosi no, detti anche con incoscienza.

Non c’è un’ora o un giorno, ci sono tanti qui ed ora, tanti “se non ora ma quando?”, liberi, davvero. Perché, in fondo, lo sentiamo quando qualcosa ci rende veramente liberi, nel nostro profondo sappiamo già ciò che ci lega e ciò che ci libera.

Sta a noi decidere, tagliare il superfluo, che può essere, in quel momento, ciò che ci appesantisce l’animo, per scegliere ciò che è difficile ma che ci libera davvero e ci porta a credere, a dare il nostro cuore, alla maniera di Sant’Agostino. È proprio in quel momento che si compie il salto di qualità, allorquando passiamo per la porta stretta, al di là della quale c’è sempre Lui, dove io, almeno, l’ho sempre trovato.

La mia vita fino ad ora è stata un infinito alternarsi di scelte libere e scelte meno liberanti, da creatura è questo quello che devo avere sempre con me: la ricchezza del mio limite.
Attraverso di esso e il desiderio che ho di bellezza posso ritornare lì, su quel letto, di nuovo bambina, a parlare con Lui che mi ascolta, bello nella sua tunica col suo volto splendente.

Per me, insomma, la mia preghiera è stata e continua ad essere la mia vita, le mie scelte, il mio parlare logorroico da piccola e anche il mio tacere spudorato.
La preghiera è cresciuta con me, è cambiata, a volte si è fatta domanda altre volte no, è stata solo uno stare.

 

Questo credo sia quello che ci consegna oggi il nostro più grande Amico:

un luogo d’incontro, intimo in cui costruire con Lui il destino nostro e degli altri.

One Reply to “Un luogo intimo per un destino comune”

  1. Barbara ha detto:

    Il tuo esprimerti è sempre speciale!!
    Barbara

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