di Canio Trione
Hanno deciso di utilizzare un nuovo sistema per verificare l’età di chi accede ai siti vietati ai minori.
L’Autorità Garante delle Comunicazioni ha approvato una nuova regola per i siti internet che mettono in rete contenuti vietati ai minori.
-Ovviamente c’è lo zampino del governo di destra. La filosofia è semplice: esiste una regola il cui rispetto è demandato alla sincerità dell’utente; cioè una regola pensata per essere violata. Come mai fu fatta così?
-Adesso l’Agcom ci dice che si può conoscere l’età verificandola con le moderne tecnologie; e come sapremo se un utente anagraficamente appena maggiorenne non “ospiti” amici minorenni? E che facciamo lo imprigioniamo?
-Ci dicono che la cosa non urterà la privacy che rimarrà inviolata e quindi non si saprà chi è colui di cui si conoscerà l’età. Ma come si fa a crederci?
-Cosa si vuole ottenere? Che la rete non influisca negativamente sulla formazione di giovanissimi. Perché a diciannove o a ventinove anni si è in grado di discernere perfettamente tra bene e male? E della negativa formazione offerta da decenni da molti docenti delle nostre scuole visibilmente inappropriati (quando non sono di parte) non ne parliamo?
-E agli ultraquarantenni -tutti- certi siti fanno del bene?
Pur riconoscendo che si tratta di un passo avanti notevolissimo rispetto ad un disastro voluto da una certa parte politico-culturale non si può non dire che l’obiettivo non sarà raggiunto. L’idea balzana che il rispetto della legge (ottenuto magari con nuove pene o nuovi controlli) risolve sempre tutto non è esatta. E non è esatta sia perché così si va verso meno libertà e più stato, sia perché serve una legge diversa (e non certo il maggior rispetto di quella errata che c’è), sia perché, ammesso che si ottenga il risultato voluto, cosa si propone al posto dell’estremo consumismo oggi imperante? Quale è la famiglia di domani? Quale è la sessualità di domani? Che cosa dobbiamo sognare nel futuro visto che abbiamo tutto mentre certi altri non hanno nulla? Quale è il valore unificante? Vogliamo replicare un passato che non può tornare? Nel frattempo gli istinti più bassi indurranno ad aggirare la norma coma la si aggira quando devi dire l’età all’acquisto delle sigarette o dell’alcool.
L’idea tesa alla distruzione in un colpo solo: della famiglia, della sacralità del corpo della donna, del ruolo del padre, della sessualità spontanea, della spinta alla procreazione, per favorire i più bassi istinti e avere facile vittoria basata sul consumismo più estremo rimane ferma come una montagna in attesa che la parentesi di destra finisca al primo passo falso, forse per sempre. Il nemico vero della nostra identità è quella idea, non solo le sue manifestazioni esteriori.
E in tutto questo nessuno pensa che anche gli adulti vengono plasmati dalla decadenza dei costumi!! Né esiste una alternativa al consumismo estremo che tutto mercifica e tutto fagocita; né si immagina quale forza sia necessaria per fermare la potente discultura che sta dietro a questi fenomeni e il loro potere economico.
Una tariffa di un euro l’ora per ogni contenuto filmato o fotografico lanciato nei siti porno potrebbe essere una soluzione radicale e molto efficace a tutta la questione. Non si capisce come mai nessuno di destra si sia accorto che un padre di famiglia che fa il falegname o l’idraulico debba essere letteralmente perseguitato da cartelle esattoriali, accertamenti, bollette e rate di mutui e cento altre incombenze mentre uno che ha il sito porno non paga un centesimo?!?! Svolge un meritevole ruolo sociale o scassa la società che abbiamo? Ovviamente il ricavato NON deve andare ad ingrassare i gestori del bilancio pubblico ma a ridurre fino ad eliminare l’obbligo fiscale della parte costruttiva della società: artigianato, agricoltura, piccolo commercio, autoimpiego in genere. Quella parte di società che è fatta di famiglia, di alacrità, di parsimonia, di rettitudine, di socialità vera. È quello il futuro non certo le mega società mondialiste.
Canio Trione
treccani
dis-2 [dal gr. δυσ-]. – Prefisso che si trova, con significato peggiorativo, in molti termini, soprattutto del linguaggio medico, derivati dal greco (come dispnea, distrofia) o formati modernamente (come disfunzione, disartrìa, ecc.), nei quali indica alterazione, malformazione, difettoso funzionamento, anomalia e sim.
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