Un gradino alla volta

Equitazione

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Un gradino alla volta

Ci sono passioni che non si scelgono. Ti nascono dentro, come un respiro naturale.
La mia per i cavalli è una di queste.
Montare a cavallo è parte di me da sempre. È una strada che ho intrapreso quasi senza
accorgermene, un’eredità dei miei genitori, che hanno vissuto – e vivono tuttora – questa stessa
passione. Una strada che non è mai stata tutta in discesa.
Il mio rapporto con i cavalli si è sempre appalesato come un intreccio tra passione per questi
splendidi animali e oggettive difficoltà: la quantità di tempo da dedicargli è enorme, tempo che
spesso ho dovuto sotrarre allo studio e alle uscite con gli amici.
In sella, però, ho avuto la fortuna di “conoscere” molti cavalli. Ognuno di loro mi ha lasciato
qualcosa: una difficoltà superata, un insegnamento, una piccola conquista. Ma con Gallant ES, il
cavallo che ho acquistato tre anni fa, è stato diverso. Con lui ho costruito qualcosa di profondo. È
il simbolo di tutto ciò che ho faticato a ottenere. Ogni risultato, ogni ostacolo superato, ogni gara
conquistata, è stato il frutto di un lavoro continuo, condiviso passo dopo passo con la persona che
mi accompagna da sempre: mia madre, Nathalie, che è anche la mia istruttrice. Il nostro legame,
fatto di amore e rigore, è una parte importante di questo percorso.

Uno degli aspetti più frustranti di questo ambiente invece, a mio parere, è vedere come venga
spesso distorto il concetto di “crescita” e “meritocrazia”.
Troppo spesso vedo binomi costruiti “al contrario”: cavalieri ancora acerbi che, invece di affrontare
un percorso formativo completo, vengono messi su cavalli già pronti, spesso di altissimo profilo
tecnico, nella speranza che la qualità dell’animale colmi le lacune del cavaliere e moltissime volte
ciò accade, anche!
Mi piace ricordare a tal proposito una frase di Piero D’Inzeo che ho letto recentemente:
“Si pretende dal cavallo quello che il cavaliere non sa fare…”
Ma l’equitazione, quella vera, non è questa e non funziona così. La crescita non si compra, si
costruisce con fatica e dedizione. E alcuni cavalli, troppo spesso, finiscono per essere
compromessi o demotivati, sacrificati sull’altare dell’ambizione precoce.
Nel frattempo, chi monta con pazienza, dedizione e sensibilità cavalli complessi e/o compromessi
e magari con mezzi limitati, resta nell’ombra. Perché ancora oggi si tende a premiare il risultato,
non la qualità del percorso. E a contare, spesso, non è chi sa davvero montare, ma chi può
permettersi di saltare le tappe.
Quindi, credo che l’equitazione sia molto più di uno sport. È educazione, è etica, è passione, è
dedizione, è spirito di sacrificio, è ascolto. Ti insegna a guardarti dentro, senza darti la possibilità
di barare con te stesso, a ricominciare anche dopo una “caduta”. Ti forma come persona, prima
ancora che come atleta.
Per questo ho voluto scrivere queste righe. Perché credo, che la voce di chi si guadagna ogni
piccolo passo, vada ascoltata e magari anche premiata. Perché siamo in tanti a montare senza
avere un "elicottero” a disposizione, come si usa dire, eppure non per questo meritiamo meno
considerazione. Anzi. Siamo quelli che non mollano, che imparano a ogni caduta.

Siamo quelli che si rialzano con maggiore entusiasmo, che crescono, un gradino alla volta.
Per chiudere, vorrei lasciare a chi legge un pensiero semplice:
Non sacrificate mai l’essenza profonda di questo meraviglioso sport sull’altare del
successo facile, costruito a forza di scorciatoie e risultati ottenuti a ogni costo.

Alessandro Angelini
Anno 2002
Iscritto al Terzo Anno di Diritto dell’Economia all’Università di Padova
Cavaliere di II. Grado
Tesserato Presso il Centro Militare di Equitazione di Montelibretti (RM)

2 Replies to “Un gradino alla volta”

  1. Sebastiano La Fauci ha detto:

    Ottimo insegnamento per chi non conosce le regole basilari del vivere. Perché senza dubbio chi riesce a rivolgere amore e passione ad un altro essere vivente e costruire con lui un percorso di rispetto reciproco e di condivisione negli ostacoli e nelle gioie è un fortunato che potrà senz’ altro affermare ” io ho vissuto”

  2. Donatella Peruzzo ha detto:

    Complimenti Alessandro per il tuo articolo/ esperienza con l’’equitazione e la profondità del rapporto che si crea tra cavallo e persona. Serva da insegnamento e riflessione a chi esercita questo particolare sport. Ancora tante soddisfazioni nel tuo percorso. Cari saluti Donatella e Werner

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