In Aula si vota contro le opposizioni. Il centrodestra compatto: «Serve fermezza per tutelare cittadini e forze dell’ordine».
ROMA – È notte fonda ma i banchi del Parlamento sono tutt’altro che assopiti. Il centrodestra si prepara a respingere le pregiudiziali sollevate da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva contro il Decreto Sicurezza, provvedimento simbolo della nuova linea governativa in materia di legalità e ordine pubblico.
Il decreto, che ha già scaldato gli animi durante la sua prima lettura, contiene alcune misure forti: la revoca della cittadinanza per chi si rende colpevole di reati gravi contro lo Stato, l’inasprimento delle pene per chi aggredisce le Forze dell’Ordine, e l’introduzione del carcere per chi blocca la circolazione stradale durante manifestazioni o proteste non autorizzate.
«Non ci facciamo intimidire da chi vuole sminuire l’importanza della sicurezza dei cittadini. Le pregiudiziali delle opposizioni sono un tentativo di fermare un decreto che finalmente ristabilisce regole chiare», dichiarano fonti della maggioranza. Il clima è teso ma determinato: il voto notturno viene vissuto quasi come un banco di prova politico, e il centrodestra appare unito nell’intenzione di procedere senza tentennamenti.
Secondo le opposizioni, il provvedimento rischia invece di comprimere diritti fondamentali e criminalizzare il dissenso: «Stiamo trasformando il diritto a manifestare in un reato da codice penale», ha tuonato in Aula un deputato di AVS.
Ma il governo tira dritto. «Revoca della cittadinanza per chi tradisce lo Stato, pene più severe per chi colpisce chi ci difende, sanzioni dure per chi blocca la vita civile. Non arretriamo di un millimetro», è il messaggio lanciato in serata da una nota congiunta di esponenti della maggioranza, accompagnata dagli hashtag:
#RevocaDellaCittadinanzaPerReatiGravi
#PeneAumentatePerChiAggredisceLeFFOO
#CarcerePerChiBloccaIlTraffico
Con la votazione sulle pregiudiziali attesa a breve, la notte romana si colora di un braccio di ferro politico destinato a far discutere. Ma per il governo la rotta è tracciata: “sicurezza” è la parola d’ordine.
Domizia Di Crocco
Giornalista e docente