Tar sospende delibera Emilia Romagna su suicidio assistito

Emilia RomagnaRegioni d'Italia

Di

Il Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto l’istanza di sospensiva della consigliera regionale Valentina Castaldini (FI) per ottenere la sospensione delle delibere regionali che permettono il suicidio assistito in Emilia-Romagna, fissando al 15 maggio la trattazione collegiale. Ad annunciarlo è la stessa nella giornata di ieri, domenica 27 aprile, la stessa consigliera in una nota. Il testo della sospensiva non è ancora stato pubblicato sul sito del Tar.

L’11 marzo 2024 la consigliera Castaldini aveva presentato un ricorso al Tar dell’Emilia-Romagna contro la Regione, chiedendo l’annullamento delle delibere di giunta approvate a febbraio 2024 e finalizzate a dare attuazione, sul territorio regionale, alle disposizioni della Consulta in tema di suicidio medicalmente assistito.

“Sulla scia di questa iniziativa, il 12 aprile 2024 anche la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute avevano presentato un ricorso analogo presso lo stesso tribunale amministrativo, sollevando i medesimi rilievi di legittimità”, ricorda la nota. “Nel frattempo, in attesa del pronunciamento del Tar, si sono conclusi in Emilia-Romagna due iter di suicidio assistito, e in questi giorni è emersa la notizia dell’avvio di una terza richiesta di accesso alla procedura. In seguito a tale informazione, è stata presentata un’istanza al Tar da parte della consigliera Castaldini per ottenere la sospensione immediata dell’efficacia delle delibere regionali”.

“Il Tar dell’Emilia-Romagna – dichiara Castaldini – ha accolto la nostra richiesta di sospensiva e ha fissato per il 15 maggio la data della trattazione collegiale, consentendo in questo modo un dibattito nel merito. Si tratta di un passo importante, perché non è accettabile che un atto amministrativo regionale sostituisca una legge nazionale su un tema così delicato. Questa è battaglia che non è solo giuridica, ma anche di difesa dei principi etici e democratici fondamentali, in quanto fin da subito ho espresso forti perplessità sia sulla composizione della commissione incaricata, sia sull’opportunità di affrontare una questione tanto delicata e complessa con una delibera di giunta, e non con un confronto parlamentare serio, ampio e condiviso”.

I provvedimenti regionali sospesi dal Tar erano stati approvati dalla giunta dell’Emilia-Romagna nel febbraio 2024 proprio per gestire le ricadute pratiche della sentenza della Corte costituzionale del 2019. Dopo il pronunciamento della Consulta, infatti, in assenza di una legge nazionale, le strutture sanitarie avevano iniziato ad applicare la decisione in modo disomogeneo, creando un quadro frammentato: i pazienti che chiedevano il suicidio assistito si trovavano ad affrontare tempi di attesa anche molto lunghi, risposte differenti da un’Asl all’altra e procedure spesso poco chiare. Ecco allora che alcune regioni – tra cui l’Emilia – hanno cercato di risolvere la situazione stabilendo risposte concrete alle domande lasciate in sospeso dalla sentenza: chi può chiedere il suicidio assistito? In quanto tempo deve ricevere una risposta? Chi verifica che tutto sia in regola? In particolare, la Regione Emilia-Romagna aveva creato una commissione dedicata a verificare i requisiti dei richiedenti e fissavano tempistiche precise per le risposte, oltre a definire chi dovesse fornire il farmaco letale, aspetto che altrimenti ricade interamente sulle spalle dei malati e delle loro famiglie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube