Una Direzione di Longevità va intrapresa da piccoli, ma non con smartphone, tablet e altri schermi a colori che alterano lo sviluppo delle future generazioni.
L’American Academy of Pediatrics già dal 2016 raccomanda di non utilizzare gli schermi con i bambini sino a due anni e di non superare l’ora di esposizione in presenza di un genitore e con l’avvertenza che “meno è meglio”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce niente schermi o al massimo un’esposizione limitata per i bimbi sotto i cinque anni.
I bambini hanno l’indispensabile bisogno di comunicare “faccia a faccia” con persone reali per un corretto sviluppo delle aree cerebrali, i cervelli dei nostri progenitori dell’età della pietra si sono evoluti in un contesto di cooperazione e socializzazione, attraverso la vista, il tatto e l’olfatto. Un cervello giovane bombardato da immagini sullo schermo rallenta il processo di mielinizzazione cioè la velocità di connessione tra i neuroni che stanno aumentando nel bambino con la neurogenesi.
Individui cresciuti in isolamento come il dodicenne selvaggio scoperto in una grotta in Francia nel 1800, ci aiutano a capire i danni riportati da una mente umana cresciuta senza interazione sociale.
Un eccesso di esposizione allo schermo può provocare un autismo virtuale come al piccolo americano di due anni e mezzo che tristemente non guardava più nessuno negli occhi.
Il bimbo aveva sguardo fisso e non rispondeva nemmeno al suo nome in seguito alla continua esposizione a programmi di apprendimento per bambini in TV, giochi al computer e smartphone per la maggior parte delle ore di veglia.
Ci sono voluti mesi di totale allontanamento dalle immagini virtuali per recuperare con i parenti uno sguardo attento all’ambiente circostante e un sorriso normale.
Se vogliamo che i bambini diventino emotivamente intelligenti, devono sperimentare interazioni sociali, uditive, visive ed emotive. Parlando con loro possono distinguere il tono e le inflessioni vocali dei genitori leggendo anche il linguaggio del corpo e del viso che ha più di quaranta muscoli capaci di generare infinite sfumature che arricchiscono gli stimoli con un coinvolgimento fisico che lo sguardo fisso sullo smartphone non potrà nemmeno approssimare.
Umberto Palazzo
Editorialista de Il CorriereNazionale.net