Sempre i soliti: la TV italiana e l’informazione a senso unico, senza eccezione!

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Editoriale – Sempre i soliti: la TV italiana e l’informazione a senso unico

C’è un riflesso condizionato che da decenni abita la TV italiana: chiamare sempre gli stessi. I talk show, le rassegne stampa, i dibattiti politici – su ogni canale, da destra a sinistra – sembrano ruotare attorno a un piccolo gruppo di testate e commentatori, come se il pluralismo si esaurisse tra Repubblica e Libero, Il Fatto e Il Giornale, La Stampa e Il Tempo. Ma l’Italia dell’informazione non finisce lì. Anzi, inizia altrove.

Fuori dai riflettori vive e lavora un’Italia giornalistica fatta di testate nazionali indipendenti, giornali locali, portali tematici, esperienze editoriali coraggiose che, senza contributi statali o grandi gruppi alle spalle, informano con serietà e passione. Realtà che non si piegano al conformismo, che resistono all’omologazione, che raccontano il Paese vero, quello che troppo spesso resta fuori dagli studi televisivi e dalle scalette dei talk show.


Perché non vengono mai invitati?

Perché un giornale nazionale come Il Corriere Nazionale, che ogni giorno dà voce a temi e territori ignorati, non può confrontarsi alla pari con chi ha solo il privilegio di essere “noto”? Perché i quotidiani locali, che vivono il battito autentico delle città e delle province, sono sistematicamente esclusi? Dov’è la tanto sbandierata par condicio se il campo da gioco è truccato?

Il risultato è un’informazione televisiva che non è pluralista, ma ripetitiva. Che non apre, ma chiude. Che non cerca il nuovo, ma perpetua il già detto. E mentre l’audience cala e la fiducia si sgretola, l’alternativa c’è ma resta nell’ombra.

È ora di cambiare. È ora che la televisione pubblica e privata si assuma la responsabilità di rappresentare davvero l’intero panorama dell’informazione italiana. Di aprire le porte anche a chi non ha un editore potente ma ha idee, coraggio, visione. A chi non ha un volto noto, ma ha storie da raccontare. A chi – come Il Corriere Nazionale e tanti altri – lavora ogni giorno con passione, lontano dai riflettori, ma vicino alla realtà.

Diamo voce a tutti. Perché solo un’informazione realmente plurale è una democrazia realmente viva.

foto RaiPlay

3 Replies to “Sempre i soliti: la TV italiana e l’informazione a senso unico, senza eccezione!”

  1. Tommaso ha detto:

    Credo che una democrazia viva dipenda da un’informazione libera e plurale.
    Se ascoltiamo sempre le stesse voci, il dibattito si appiattisce e la partecipazione cala. Per me, avere accesso a diverse fonti e opinioni è cruciale per pensare con la mia testa e agire da cittadino consapevole. Un’informazione libera permette di controllare il potere e di avere un dibattito pubblico aperto, elementi vitali per una democrazia che pulsa. Per questo, sento che dare spazio a più voci nell’informazione è essenziale per la salute della nostra democrazia.
    TG

  2. Giorgio Pizzol ha detto:

    Ottimo articolo del Direttore di questo giornale. Ha messo in luce la scarsa, per non dire inesistente, apertura della Tv italiana (pubblica e privata) alla pluralità delle fonti di informazione e di formazione.
    La Tv è ancora oggi un mezzo potentissimo di comunicazione. Ancora molto influente nonostante la diffusione dei social. Occorre dire che Tv e giornali sono sostenuti da poteri economici (sia pubblici che privati) i quali hanno come scopo principale, più che l’informazione obiettiva e la promozione dello spirito critico, la la propria difesa e il proprio consolidamento . In definitiva, nel nostro paese, abbiamo un blocco monopolistico di imprese economiche e imprese di Tv e stampa. La libertà di informazione esiste di diritto ma di fatto è soppressa da detto monopolio. Per questo dobbiamo riconoscere a giornali come il Corriere nazionale, e in primo luogo al suo Direttore, il merito di uno strenuo impegno nella difesa della pluralità delle voci e del libero confronto delle idee.

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