Licinio Grossi, l’ascolto ci permette di cogliere il momento giusto!
“Si può imparare leggendo il linguaggio dei cavalli. E ci si domanderà ma
come si fa ad imparare da chi non parla? Il fatto è che spesso non si da
attenzione al loro linguaggio. Infatti i cavalli parlano e parlano anche molto
bene! Se ogni giorno per esempio si facesse attenzione a come ti guarda, a
come muove l’occhio, a come muove si muove al trotto a come sgroppa nel
paddock o a come si confronta con altri cavalli, questo ci darebbe talmente
tante notizie che basterebbe cogliere anche solo qualcuna di queste “notizie”.
Quando uno parte seguendo una o due notizie dopo diviene quasi
automatico..cioè ti faccio un esempio, se io vado in Cina io non capisco una
parola, se però guardo l’atteggiamento di un cinese che mi parla imparo che
quella parola lì è bene o è male. Poi ad arrivare a sera ne imparo 3 e se sto lì
un mese ne imparo ne imparo 30. Questa è la base di partenza del lavoro
che faccio e, a volte mi riesce, sui cavalli; e su qualsiasi tipo di cavallo sia che
faccia una B90, che faccia dressage o che faccia il Gran Premio Roma. E’
esattamente la stessa cosa!! Ritengo che quello che ognuno di noi dovrebbe
fare e poi mettere in pratica è quello di avere dell’ASCOLTO ed imparare a
pensare COME PENSA UN CAVALLO ogni giorno, e poi di conseguenza
mettere in pratica. Questo implica che se si hanno delle idee precostituite sul
lavoro che dovrò svolgere con lui, non è detto che queste vadano
necessariamente messe in pratica proprio quel giorno, perché prima di tutto è
indispensabile comprendere quale è lo stato del cavallo in quel momento: per
esempio durante gli stage propongo sempre di provare a capire cosa può
pensare il cavallo mentre si è al passo o al trotto, o semplicemente mentre si
è a terra per sellarlo, è molto importante provare a capire il suo stato
d’animo, ciòè se oggi è impaurito, o se oggi che si trova con altri cavalli è
felice, oppure oggi non vuole lavorare, oggi parte con un pochino di mal di
schiena, oggi guarda in giro perché è allegro, cioè se tutti questi stati d’animo
riusciamo a coglierli, e dopo un po’; diventa automatico, e non è così difficile,
allora è da lì che parti ed organizzi il lavoro che andrà fatto in quella giornata.
E’ una organizzazione “bilaterale”. Se per esempio oggi ho deciso di lavorare
sulle gabbie e mentre inizio il lavoro con questo cavallo sento che ha un
fastidio alla schiena perché ieri ha lavorato troppo, o a dormito male etc..,o
per mille motivi, devo essere pronto a CAMBIARE LA MIA IDEA, per dire oggi
non lo sento al 100%, è un pochettino disturbato nel fisico, quindi le gabbie
oggi NON le faccio! Perché se io avessi continuato a mantenere la mia
pianificazione originaria di lavoro, sarei andato a procurare una certa
regressione, nel senso che avrei generato certamente una situazione di
ulteriore fastidio, perché il cavallo le avrebbe fatte comunque ma solo perché
era un pò più caldo. E’ logico però che se monto un cavallo e reputo che
questo cavallo oggi non vuole lavorare per negligenza, e questo è quello che
in quel momento mi trasmette, anche se non è detto che sia sempre cosi’
perché spesso si sbaglia, allora devo essere rigido, cioè utilizzare la
DISCIPLINA. La disciplina ci vuole ma và messa in atto nel momento giusto.
Se il cavallo è in ordine, sta bene, vuole solo non lavorare perché guarda gli
altri nei paddoks o vuole fare lo stallone e andare a coprire le femmine invece
di lavorare, allora lì dobbiamo essere molto disciplinati. Quindi in quei casi lì
ricorro alla disciplina, non gli chiedo però un atteggiamento di impegno verso
il lavoro perché probabilmente provocherei delle ulteriori difese o delle
rigidità, ma gli metto disciplina, oggi per esempio ho montato un cavallo
importante che non aveva voglia di lavorare, allora l’ho fatto galoppare per un
bel po’ di tempo con calma, e poi dopo arriva un momento in cui il cavallo ti
dice, sempre con l’ascolto, ok adesso sto bene, adesso sono d’accordo con
te, adesso lavoriamo insieme e allora da quel momento lì puoi lavorare su
quello che avevi deciso. Quindi è necessario capire il MOMENTO GIUSTO,
cioè il momento del lavoro, il momento del relax, il momento della
passeggiata, il momento “dell’aperitivo”…..hai capito cosa voglio dire? E’
fondamentale quindi avere quell’equilibrio e quella calma interiore per
“ascoltare” e poi decidere cosa fare, senza temere di cambiare programma
se questo è funzionale a facilitare una migliore collaborazione. E’ infatti
sempre quest’ultima che si dovrebbe ricercare!!”
Ringrazio Licinio Grossi per questa bellissima ed utilissima lezione.
Seguirà la seconda parte.
Clara Campese