Le scuole di sessuologia italiana preparano da decenni specialisti in grado di dare una corretta educazione sessuale che finora è stata bloccata senza un vero perché.
Che la scuola italiana stenti a tenere il passo con i tempi è una storia ” vecchia come il cucco “, le proteste sessantottine sono state assorbite e digerite e pur frequentando per circa un ventennio momenti formativi di scuole di sessuologia importanti, come quella gestita a Salerno dal dott. Domenico Trotta, non ho mai trovato tra gli esperti una vera risposta al perché i giovani italiani devono avere un’educazione musicale ma non un’educazione sessuale.
Tra l’altro essendo stato Area Manager durante il lancio di un farmaco per la disfunzione erettile, con un’informazione rivolta ai medici da parte di informatori scientifici di cui numerose donne, ricordo che durante la riunione nazionale di lancio, il direttore italo-americano, fresco di bigotte raccomandazioni aziendali in USA, si rivolgeva alle colleghe sottolineando che in quanto donne potevano evitare imbarazzi con una comunicazione soft per quanto riguardava i risultati del farmaco nella performance sessuale.
Imbarazzi invece che furono confermati successivamente da un medico di famiglia che esercitava la professione insieme alla moglie, sommessamente il medico riferiva al nostro informatore che era meglio evitare di ” parlare di queste cose ” con la moglie e di dedicare il colloquio solo a farmaci meno problematici di quelli collegabili alla sfera sessuale.
In pratica una diffusa e generalizzata preoccupazione nel parlare di sessualità che persiste anche oggi, pur lasciando a tutti, grandi e piccoli, il possibile e libero accesso a video e immagini pornografiche che tutto fanno fuorchè educare i giovani a un corretto rapporto di genere e rispetto per ogni orientamento sessuale.
Ora ci giunge il comunicato del ministro Valditara: « vogliamo rafforzare il patto educativo tra scuola e famiglia », d’ora in poi « per qualsiasi iniziativa didattica legata a temi di carattere sessuale » e le scuole saranno tenute a chiedere il consenso informato ai genitori.
Se l’autorizzazione viene negata, la scuola dovrà ingegnarsi per offrire agli studenti un’attività alternativa, un po’ come succede quando le famiglie scelgono di non far seguire ai propri figli l’ora di religione.

Congresso Nazionale di Sessoanalisi con prestigiosi sessuologi: Pasini e Trotta
L’educazione sessuale è nei programmi scolastici della Svezia dagli anni 60 e obbligatoria in Spagna e Irlanda, ora si apre uno spiraglio in Italia per moltiplicare iniziative spot di alcune scuole italiane, pur se con « informazioni dettagliate sui soggetti esterni coinvolti, che dovranno possedere requisiti di professionalità scientifica e accademica ».
In quanto a docenti qualificati in educazione sessuale, l’Italia ne è piena e la qualifica di sessuologo è al momento certificata da diverse scuole accreditate afferenti alla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica FISS.
Ora non ci resta che sperare in una più diffusa e buona formazione delle giovani leve e una, da troppo tempo attesa, maggiore opportunità di lavoro per i tanti giovani e bravi sessuologi italiani.

L’autore modera la sessione con il Prof.W.Pasini a Salerno
Palazzo Umberto
Editorialista de IlCorriereNazionale.net
Cultore di Storia della Sessualità