Il Parlamento europeo approva procedura di urgenza per la riforma della coesione

EuropaPolitica

Di

La commissione Regi riunita a Strasburgo, in occasione della plenaria, ha approvato con 22 voti a favore, 14 contrari e 4 astenuti, alla procedura d’urgneza chiesta dal vicepresidente esecutivo della commissione Raffaele Fitto per la riforma di medio termine della politica di coesione europea. L’ok è arrivato poco prima delle 20 dopo un convulso pomeriggio di discussioni e trattative tra gruppi europei. In origine il voto era stato richiesto dai Greens europei dopo che lo scorso mercoledì un primo passaggio tecnico, sempre in commissione Regi, il via libera era arrivato per un solo voto. Per questo era balenata la possibilità che la maggioranza Ursula bis (composta da popolari, socialisti, liberali di Renew, Verdi) potesse sfaldarsi. Un auspicio espresso in particolare dagli italiani di Avs e dei 5S (gruppo Left), fortemente contrari allo storno di risorse verso il comparto bellico. Si sarebbero così aperte due possibilità. La prima era quella di un vero e proprio ribaltone, che avrebbe potuto rappresentare un campanello d’allarme per Fitto e di conseguenza von der Leyen, e a cui le delegazioni italiane di opposizione al governo Meloni contavano di arrivare. Il secondo era la prospettiva che la procedura d’urgenza passasse senza il consenso di socialisti e Renew, oltre a tutta l’ala sinistra, ma solo grazie all’abbraccio tra Ppe e destre. Compresi i Patrioti di Le Pen, Orbán e Salvini, sulla carta critici se non ostili al riarmo. Ma i popolari, il gruppo dei conservatori europei e i patrioti hanno votato compattamente per il si mentre la sinistra e i verdi hanno votato no. Alla fine dei conti decisivi sono state le astensioni di Renew. Il voto è certamente una vittoria di Raffaele Fitto, sempre piu come una sorta di uomo ombra di questa commissione dietro alla presidente Von der Leyen. Il suo ruolo esce certamente ulteriormente rafforzato, soprattutto alla luce di quello che invece era accaduto qualche giorno in un altra commissione, quella Juri, che aveva invece bocciato la scelta di adottare la stessa procedura per il piano di riarmo voluto dalla presidente.

La procedura d’urgenza è regolata dall’articolo 122 dei Trattati europei e recita che “fatta salva ogni altra procedura prevista dai trattati, il Consiglio, su proposta della Commissione, può decidere, in uno spirito di solidarietà tra Stati membri, le misure adeguate alla situazione economica, in particolare qualora sorgano gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell’energia”. E poi aggiunge che “qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un’assistenza finanziaria dell’Unione allo Stato membro interessato. Il presidente del Consiglio informa il Parlamento europeo in merito alla decisione presa”. Nel caso specifico non si intende chiaramente sorpassare il parlamento europeo, che potrà ovviamente proporre emendamenti alla riforma e votare, ma si accelera solamente l’iter procedurale su una riforma attesa da almeno quindici anni. Si tratta infatti di uno  strumento legislativo pensato proprio per affrontare situazioni straordinarie, come quella attuale, in modo rapido ed efficace. L’urgenza nasce dall’esigenza di approvare al più presto una riforma che garantisca agli Stati membri, alle regioni e ai territori la necessaria flessibilità, aggiornando priorità fissate ormai sei anni fa. La riforma , presentata da Fitto ad inizio aprile,  mira a una modernizzazione e ad un quadro normativo più semplice dell’utilizzo dei fondi strutturali europei, in particolare il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), per rispondere a nuove priorità strategiche dell’Unione Europea, tra cui difesa e competitività, case più accessibili e acqua.  Le sinistra contesta che questa scelta di adottare la procedura di urgenza, sia un modo per voler scavalcare il parlamento e poter dare il via libera all’ utilizzo dei fondi per l’acquisto di armi, cosa piu volte smentita dallo stesso Fitto, che ha voluto ancora una volta fare chiarezza su un tema controverso che qualcuno sta strumentalizzando a chiari fini politici, Durante il suo intervento a Strasburgo ha detto: “Per quanto riguarda la difesa sapete che gli attuali programmi già finanziano alcuni progetti: la revisione di metà periodo della coesione offre la possibilità di usare alcune priorità definite in modo volontario. Voglio essere molto chiaro: non c’è un trasferimento di denaro della coesione alla difesa in modo automatico. Tutto ha una base volontaria da parte dei singoli Stati”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube