SAVE MY LIFE, il progetto sulla sicurezza presentato dagli studenti del Liceo artistico “U. Brunelleschi” di Montemurlo, a Vaiano (PO) grazie all’associazione Civici per Vaiano.
Si è tenuto venerdì 9 maggio alle ore 21 presso la sala polivalente “Lido Baldini” di Vaiano la seconda serata del ciclo di incontri dal titolo “Di lavoro non si muore” con il “non” barrato, in particolare si è parlato di “Informazione e giustizia: morti sul lavoro tra cronaca ed educazione”, con la partecipazione di Jacqueline Monica Magi, magistrata, Sara Bessi, giornalista de La Nazione, Michela Cinquilli, docente del liceo U. Brunelleschi di Montemurlo, Barbara Gualtieri, avvocato e presidente di una associazione nazionale di tutela dei consumatori. Modera l’incontro Mike Ricci, regista e consigliere dell’associazione.
“La competenza e la chiarezza dei relatori ha arricchito tutti i partecipanti, mentre particolarmente interessante è stato l’intervento dei due studenti rappresentanti del Liceo Artistico “U. Brunelleschi” di Montemurlo, che hanno raccontato la loro esperienza nella realizzazione dell’elaborato “Save Your Life”, vincitore di una borsa di studio INAIL. Sono convinto che sia indispensabile continuare a discutere di questo tema. Con una media di tre morti sul lavoro al giorno – uno ogni otto ore – è urgente un profondo cambiamento culturale. Dagli interventi e dal dibattito con il pubblico è emersa la strada da seguire: prevenzione e tutela dei lavoratori. Perché dietro a questi numeri ci sono persone, famiglie distrutte, futuri rubati” afferma Ricci.
“Importante vivere delle vite sicure oggi nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, nei nostri luoghi di istruzione, nelle nostre strade, creare momenti di confronto e ascolto per poter essere promotori di un cambiamento che vada progressivamente verso una reale e concreta cultura della sicurezza”, ha affermato Michela Cinquilli nell’illustrare insieme agli studenti presenti le motivazioni del progetto e le sue finalità. “Le morti sul lavoro non sono morti bianche, sono morti assordanti e devastanti per tutta la società” prosegue Cinquilli, “un lavoro sicuro che non costi la vita a chi lavora è un diritto garantito tanto dalla dottrina sociale della Chiesa, quanto dalla nostra carta costituzionale”.
La magistrata Magi ha puntato la sua attenzione sulla distinzione fra l’ infortunio sul lavoro che può provocare lesioni o la morte e le malattia professionale, che può insorgere anche molti anni dopo. Poi ci sono le esposizioni oltre ai rumori anche alle sostanze (come le malattie professionali da amianto) e i fattori organizzativi e psicosociali (forme di aggressione e violenza alle persone). Esiste oggi una maggiore sensibilità alle forme di violenza alla persona che nel luogo di lavoro costituisce un disagio alla persona (mobbing, tipica malattia da stress psicosociale per il quale non esiste la legge, quindi di creazione giurisprudenziale della magistratura del lavoro). Una cultura della sicurezza che stenta ancora a decollare, con riferimento alle agenzie sociali che dovrebbero occuparsi della formazione a questo riguardo.
Sara Bessi ha ribadito nel suo ruolo di giornalista, come sia importante trattare questi delicati argomenti con verità, tenendo sempre presente che al centro della notizia c’è la persona e il dramma e l’angoscia in cui sono gettati i familiari. “Dare priorità alla dignità della persona con etica e responsabilità è la vera mission della informazione e non il tecnicismo e il sensazionalismo”, prosegue Bessi.
Ancora oggi esiste un enorme gap salariale che rappresenta un soffitto di cristallo che le donne non riescono ad abbattere per una vera parità di genere e di empowerment femminile che ha inevitabilmente i suoi riflessi anche sul lavoro e sulla necessità di combattere la violenza, sia fisica, che invisibile come lo sfruttamente lavorativo.
Nell’arco di tutta la serata è emerso più volte il ricordo alla morte di Luana d’Orazio, la giovane di 22 anni stritolata dalla macchina infernale, un orditoio che l’ha agganciata al rullo. La storia di Luana ha evidenziato la necessità di affrontare la violenza domestica sul lavoro, temi che sempre toccano la violenza contro le donne.
Dalla serata è emersa la necessità di impegnarsi come cittadini per la costruzione di una rete di collaborazione per crescere sempre più verso una cultura della sicurezza della vita in ogni suo aspetto.