Un ampio cartellone che spazia tra classici, contemporaneo, attualità e teatro popolare
Gabriele Bagnoli, detto Lele, è uno dei quattro amici che si ritrovano a giocare a poker la notte di Natale nel capolavoro, intimista e malinconico, di Pupi Avati “Regalo di Natale”. Lele scrive critiche cinematografiche come vice su un quotidiano. E’ il nevrotico del gruppo, imprevedibile e inaffidabile. Lele aveva il volto di uno straordinario Alessandro Haber. Una di quelle performance che ti si appiccicano addosso perché Haber, prima ancora di essere un attore, è un personaggio di Pirandello. E’ Enrico IV, e come lui dà l’idea di trovarsi in un tempo dove i sentimenti non hanno più senso, dove passato e presente non riescono più a ricongiungersi perché fuori di essi tutto è cambiato e non c’è più ragione di esistere.
Alessandro Haber sarà il protagonista di “Volevo essere Marlon Brando” tratto dalla sua autobiografia.
Lo spettacolo sarà in cartellone nella nuova stagione teatrale della Sala Umberto di Roma. Un ritorno atteso, che s’inserisce tra le proposte più interessanti della nuova stagione teatrale.

Alessandro Haber in “Volevo essere Marlon Brando” (ph US)
Con 267 alzate di sipario e un incremento del 12% nel numero degli spettatori, lo stabile di Via della Mercede si lascia alle spalle una stagione positiva e guarda alla prossima con un cartellone ricco, articolato e coerente con le linee tracciate negli ultimi anni: attenzione all’attualità, spazio alla drammaturgia contemporanea, apertura ai classici e un costante dialogo con il teatro popolare, soprattutto di matrice partenopea.
L’universo femminile in primo piano
L’apertura è affidata a Prima Facie, un testo emblematico di Suzie Miller, già premiato a livello internazionale. Diretto da Daniele Finzi Pasca, e interpretato da Melissa Vettore, affronta il tema delicato del rapporto tra giustizia e vittime di reati sessuali. Un lavoro che si presta non solo alla fruizione teatrale, ma anche alla riflessione collettiva. In programma, un convegno con le associazioni che operano sul campo.
La riflessione sul mondo femminile prosegue con Secondo lei, scritto, diretto e interpretato da Caterina Guzzanti, affiancata da Federico Vigorito. Una commedia dal tono amaro che mette a fuoco le dinamiche di coppia, tra attese, disillusioni e goffi tentativi di affermazione. Sulla stessa linea si inserisce Non si fa così di Audrey Schebat, con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace diretti da Francesco Zecca: un dialogo serrato tra due partner in crisi, in bilico tra ironia e verità.

Leo Gassmann, al suo debutto teatrale (ph US)
Il teatro napoletano
Ampio spazio è riservato alla tradizione partenopea, con interpreti di primo piano. Peppe Barra e Lalla Esposito, diretti da Lamberto Lambertini, danno vita a Bubù Babà Bebè. Assolo per due di Rodolfo De Angelis, omaggio ironico e ritmato al secolo scorso. Carlo Buccirosso tornerà con un nuovo spettacolo ancora in fase di scrittura, mentre Biagio Izzo consolida il suo sodalizio artistico con Maia, Sinopoli e i fratelli Fornari. Jucatûre, testo dello spagnolo Pau Miró, propone invece un quartetto di perdenti con il volto e la voce di Antonio Milo e Adriano Falivene, diretti da Enrico Ianniello.
In Cena con sorpresa, commedia corale diretta da Toni Fornari, ritroviamo Tosca D’Aquino, Elisabetta Mirra, Simone Montedoro e lo stesso Fornari. Chiude la sezione più popolare Minchia signor tenente di Antonio Grosso, spettacolo ormai storico, nato proprio alla Sala Umberto vent’anni fa e ancora oggi capace di unire denuncia e leggerezza sul tema della mafia.
Sul versante dei classici, l’offerta è ampia e ben articolata. Il malato immaginario di Molière viene riletto da Tindaro Granata e Lucia Lavia sotto la regia di Andrea Chiodi, in coproduzione con CTB e LAC. L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde è portato in scena da Geppy Gleijeses con un cast che comprende Lucia Poli, Giorgio Lupano e Luigi Tabita. Arturo Cirillo firma un originale Don Giovanni, che fonde Molière, Da Ponte e Mozart, mentre Improvvisamente l’estate scorsa di Tennessee Williams, diretto da Stefano Cordella, si impone per l’equilibrio tra scrittura simbolica e interpretazioni intense, tra cui spiccano Laura Marinoni e Leda Kreider.

Pirandello Pulp, di E. Erba, con Massimo Dapporto e Fabio Troiano (ph Federico Pitto)
Contemporaneo in scena
La sezione dedicata alla drammaturgia contemporanea italiana e straniera propone una serie di titoli eterogenei per temi e linguaggi. Paola Minaccioni torna in scena con Elena la matta di Elisabetta Fiorito, con la regia di Giancarlo Nicoletti. In Ubi Maior di Franco Bertini, Enrico Maria Lamanna dirige Leo Gassmann, al debutto teatrale, e Sabrina Knaflitz in un racconto familiare dai toni noir.
Nel nuovo anno, Le volpi di Lucia Franchi e Luca Ricci propone una storia di potere e corruzione con Manuela Mandracchia, Giorgio Colangeli e Federica Ombrato. A febbraio, Pirandello Pulp di Edoardo Erba, diretto da Gioele Dix, offrirà una versione grottesca e spiazzante dell’universo pirandelliano, con Massimo Dapporto e Fabio Troiano.
Infine, per gli amanti dell’alpinismo e del racconto d’avventura, Toccando il vuoto (tratto dal romanzo autobiografico di Joe Simpson) riporta in scena una vicenda di sopravvivenza estrema, con la regia di Silvio Peroni e un cast che comprende Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Giovanni Anzaldo e Matteo Gatta.