La seduzione è fatta a pezzi?

Cento domande sulla sessualità

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Negli anni venti Analisti del costume in Germania spiegarono che esiste una legge nella moda femminile che impone di variare le zone scoperte messe in mostra.

Mosaico di Piazza Armerina

Arriva la bella stagione e per la seduzione femminile arriva il due pezzi.  Un modo di esporsi che ha origini antiche come dimostrano i mosaici nella   Villa del Casale di Piazza Armerina in Sicilia.

Alla fine del XIX secolo le donne di spettacolo cominciarono ad osare sempre di più mettendo in mostra mutandoni e sottoveste, nel 1822 mentre nasce il ballo del can-can e si parla di ballerine nude che invece mostrano  solo  gambe con tacchi alti sotto ampie gonne arricciate e camicette con volant che creano un’atmosfera di euforia dilagante e straordinaria trasgressione. Nel 1912 appaiono nei negozi di lingerie i primi veri reggiseni confezionati in cotone o seta che avrebbero sostituito i corsetti di una donna che si mette sempre più in mostra. Fin all’insorgere del XX secolo la donna non aveva mai messo in mostra le gambe e le calze erano nate solo come indumento maschile nel MedioEvo e sostenute grazie a cinture e lacci, ma il collo del piede diventa oggetto di esagerata attrazione maschile, da

IA photo

quando nel 1914 una donna mostra per la prima volta una caviglia in pubblico.

Le calze si trasformano in capo ben in vista e grazie alla seta artificiale (rayon) si abbelliscono con giarrettiere e reggicalze per giungere al 1942 quando le calze in nylon portano alla  rivoluzione delle gambe scoperte e con le gonne che si accorciano quasi fino al ginocchio.

Il due pezzi moderno viene indossato per la prima volta il 5 luglio 1946 da Micheline Bernardini, classe 1927, una spogliarellista e ballerina del Casinò de Paris. Il nuovo costume da bagno venne battezzato bikini, come l’atollo delle isole Marshall su cui gli statunitensi testavano ordigni nucleari. In alcuni Paesi, restò fuori legge fino al 1959. A metà degli anni sessanta Mary Quant rivoluziona la moda  lanciando la minigonna con le gambe scoperte ben sopra il ginocchio. Il negozio di abbigliamento Bazaar espone in vetrina una gonnellina.

Sembra troppo piccola, un errore o un capo per bambine. Né l’uno, né l’altro: è la prima minigonna, creata dalla stilista Mary Quant per dare un taglio (di 10 cm) alla stoffa e alle convenzioni, una svolta  che  porterà alla giusta libertà, purtroppo solo occidentale, di vestirsi  secondo i propri gusti e femminilità.

Umberto Palazzo

Cultore di Storia della Sessualità

 

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