Dal mito di Ippocrate alle Linee Guida Nazionali: viaggio nell’uso del cavallo a scopo terapeutico – Parte 3

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Dal mito di Ippocrate alle Linee Guida Nazionali: viaggio nell’uso del cavallo a scopo terapeutico – Parte 3

Dal feeling ai dati: misurare l’efficacia della Terapia Assistita con il Cavallo
Introduzione
Negli articoli precedenti abbiamo ripercorso il cammino che conduce da Ippocrate alle Linee Guida Nazionali sulla Terapia Assistita con il Cavallo (TAC). Abbiamo visto come l’entusiasmo degli operatori, spesso fondato su un potente feeling con il cavallo, si sia progressivamente confrontato con la necessità di produrre evidenze oggettive.
Misurare l’efficacia di una Terapia Assistita con il Cavallo (TAC) serve a:
* Tutela del paziente – documentare benefici reali e prevenire illusioni.
* Dialogo interdisciplinare – parlare la stessa lingua (tra medici, terapisti, istituzioni).
* Miglioramento continuo – far emergere punti di forza e criticità dei protocolli.
In questa terza tappa del nostro viaggio affrontiamo la sfida della valutazione dell’efficacia: quali strumenti possiamo utilizzare? Quali dimensioni osservare? Come trasformare i dati in decisioni cliniche e gestionali?

1. Dalla percezione alla misurazione
“Ciò che non si misura non si può migliorare.” – W. Edwards Deming
Nel contesto delle TAC, la relazione triadica utente–cavallo–team genera cambiamenti complessi e multidimensionali: motori, cognitivi, emotivi e sociali. Affidarsi esclusivamente a impressioni soggettive rischia di:
* Sovrastimare i benefici, inducendo aspettative irrealistiche.
* Sottovalutare effetti collaterali o mancate risposte.
* Compromettere la credibilità della disciplina nei contesti sanitari.
Passare dal feeling ai dati significa quindi dotarsi di strumenti di misura affidabili, validati e coerenti con i principi dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health).

2. Le scale cliniche ICF-linked: quante sono e come sceglierle
L’ICF (OMS, 2001) descrive funzioni, attività e partecipazione della persona. “Linkare” le scale tradizionali ai codici ICF permette di:
1. Usare un vocabolario condiviso da tutti i professionisti.
2. Trasformare gli obiettivi di maneggio in obiettivi riabilitativi comparabili con altre terapie.
3. Produrre dati aggregabili per la ricerca.
Di seguito una selezione di strumenti comunemente impiegati nelle ricerche e nella pratica clinica internazionale, con indicazione dei domini ICF prevalenti.
Principio guida: scegliere poche scale, mirate agli obiettivi da somministrare con rigore.
Qui riportati due gruppi d’esempio (core + approfondimento) per capire il metodo, sapendo che esistono molte altre opzioni.

 

4 4. Innovazione all’orizzonte
La rivoluzione dei wearable sensors offre nuove opportunità per oggettivare parametri difficili da rilevare in maneggio e potranno integrare (non sostituire) le scale cliniche offrendo:
* Oggettività millisecondo per millisecondo.
* Feedback in tempo reale per correggere l’assetto.
* Database multicentrici su cui far girare algoritmi di machine learning.
Oggi, però, la priorità è consolidare la cultura delle scale: quando il metodo sarà solido, i sensori entreranno come naturale “seconda ondata” di misurazione
4.1 Esempi di sensori biomeccanici
Tecnologia
Parametri rilevati
Applicazione in TAC
IMU (unità inerziali) su bacino e tronco
Accelerazioni, angoli, frequenza del passo
Valutare il trasferimento ritmico cavallopaziente, modulare andature
Pedane di pressione sulla sella
Distribuzione pressioni ischiatiche
Ottimizzare assetto, prevenire piaghe in utenti a rischio
HRV (variabilità della frequenza cardiaca) su utente e cavallo
Stress, engagement autonomico
Monitorare regolazione emotiva e arousal
Sistemi video 3D lowcost
Analisi cinematica arti superiori
Feedback motivante, telerehab
Integrare la tecnologia con le scale cliniche permetterà di correlare il “come mi sento” con il “che cosa succede nel mio corpo”.

5. Dal dato grezzo al report: un esempio pratico
Di seguito un’ esempio di possibile struttura di Report Pre/Post ciclo TAC :
1. Profilo utente
o Diagnosi, obiettivi ICF, adattamenti utilizzati.
2. Set scale cliniche individuate secondo obiettivo
3. Osservazioni qualitative (note del tecnico, caregiver, paziente).
4. Risultati raggiunti
5. Indicazioni a proseguimento o sospensione (nel caso i proseguimento indicando la frequenza l’ipotetica durata del ciclo, gli obiettivi, il metodo ossia nuovo progetto)

6. Raccomandazioni operative
1. Scegliere massimo 23 scale pertinenti agli obiettivi individuali per non sovraccaricare l’equipe.
2. Formare il personale su somministrazione e scoring; creare checklist condivise.
3. Standardizzare i tempi di valutazione (T0, T1, followup a 3 mesi) per il confronto.
4. Archiviare in modo protetto per facilitare analisi e audit di qualità.
5. Coinvolgere il cavallo: monitorare i suoi parametri di stress e postura per garantire welfare.

7. Conclusioni e prospettive
Il cavallo resta un alleato terapeutico unico, ma sono i dati a dare voce alla sua forza terapeutica. I dati sono il passo decisivo per:
* Dimostrare efficacia agli stakeholder sanitari.
* Costruire serie di casi pubblicabili su riviste peer-review.
* Aprire la porta alla ricerca strumentale di nuova generazione.
La scommessa della Terapia Assistita con il Cavallo non è soltanto emozionale: richiede rigore metodologico per guadagnare piena dignità clinica.
Prossima tappa – Parte 4: entreremo nel “motore” della Terapia Assistita con il Cavallo, esplorando ruoli, competenze e percorsi di formazione dell’équipe multidisciplinare che trasforma i dati in cura.

Riferimenti essenziali
1. World Health Organization. International Classification of Functioning, Disability and Health. 2001.
2. Bertoti DB. Pediatric Hippotherapy in: American Hippotherapy Association Guidelines. 2018.
3. Silva B. et al. Wearable sensors in equineassisted interventions: a systematic review. Sensors 2023.
4. Ministero della Salute. Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali. 2015

Dott.ssa Barbara Montagnana

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