MILANO – Si è concluso con grande successo lo scorso 10 maggio a Milano l’evento “We Talk UMA”, una giornata dedicata all’innovazione, all’identità e al dialogo tra Africa ed Europa. L’evento – ideato dalla chef e scrittrice Victoire Gouloubi, pioniera della valorizzazione delle cucine afro-caraibiche in Italia – si inserisce nel più ampio progetto UMA ULAFI che mira a promuovere le culture africane attraverso il cibo, l’arte e la conoscenza.
Nonostante l’interesse generato dall’iniziativa, ancora oggi in Italia mancano nuove narrazioni e luoghi dove le culture africane possano essere conosciute, raccontate e condivise. Per questo Chef Victoire Gouloubi lancia un appello ai Comuni e alle Pubbliche Amministrazioni sensibili al tema dell’inclusione: ospitare i Saloni UMA ULAFI e sostenere il progetto per portare innovazione, formazione, impresa e cultura afro-europea sul territorio. Solo attraverso il coinvolgimento di attori istituzionali è possibile colmare il vuoto che ancora oggi caratterizza la conoscenza delle realtà africane in Italia e costruire comunità più aperte, inclusive e creative.
WE TALK UMA: il racconto di una giornata di innovazione e dialogo
Durante We Talk UMA, la giornata è stata dedicata a riflettere sul valore dell’innovazione culturale e delle gastronomie africane in Italia, evidenziando quanto sia ancora forte il divario culturale e commerciale che limita la piena espressione di queste cucine nel nostro Paese. L’evento ha promosso il dialogo su identità, inclusione e filiere alimentari, sottolineando l’importanza di superare stereotipi e pregiudizi per integrare davvero le ricchezze e le diversità delle tradizioni africane nel tessuto sociale italiano. Attraverso momenti di confronto, esperienze artistiche e degustazioni, We Talk UMA ha mostrato come la conoscenza e la contaminazione possono diventare strumenti concreti di innovazione, coesione e crescita per tutta la comunità.
Momenti come questo rappresentano una grande risorsa per diffondere conoscenze, stimolare lo sviluppo e promuovere l’inclusione partendo dalle radici, a tavola e nelle comunità.
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