26 febbraio 1984 e data ancor viva nella memoria collettiva per la visita a Bari di Giovanni Paolo II, il “Papa straniero” che ridisegnò la Storia del Mondo. Questo il tema dell’incontro che, grazie alla particolare sensibilità e l’impegno sul fronte della Pace di padre Giovanni Distante, si è tenuto nella straordinaria sala del Portico dei Pellegrini e proprio di fronte alla Basilica Pontificia di San Nicola di cui è Priore. Cioè laddove, 41 anni fa, quel “Papa Polacco” poi divenuto Santo, insieme a Padre Damiano Bova e al Metropolita di Myra Crisostomo Konstantinidis, accese un “uniflamma” come simbolo e consacrazione di una “Bari: Ponte Naturale fra Oriente e Occidente “.
Esattamente il titolo scelto per la Lectio Magistralis che uno dei più grandi intellettuali italiani, il prof. Pierfranco Bruni, ha tenuto questo 23 u.s. parlando, da storico qual è, di quel viaggio in Puglia. In realtà molto di più di una semplice visita, compresa anche quella a Bitonto, poiché era invece un tassello importante e che rientrava perfettamente nella strategia del Vaticano di costruire, sulla base dei comuni valori cristiani e culturali che uniscono cattolici e ortodossi, quella «Pace duratura» in Europa, divenuta un miraggio oggi, ma che in realtà ha dimostrato di essere così solida da essere durata 33 anni, fino al febbraio del 2022.
Più che evidente, però, che non potendo certo essere la Roma del Papa cattolico la sede per un dialogo ecumenico funzionale alla pace (e dopo la pace) bisognava cercare anche un altro “centro di gravità permanente” come punto di raccordo, scambio e sinergia continua tra cattolici e ortodossi. Ecco Il vero senso di quel viaggio del 1984 che, pur precedendo di molto la caduta del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda su cui era impegnato sul campo il suo “Nunzio Itinerante” (il Cardinale pugliese Francesco Colasuonno) altro non era che una nomina in anticipo, da parte di Papa Wojtyla, di un’altra grande “Capitale Cristiana della Pace”, al centro del Mediterraneo, e nel nome più universale e unificante che esista: San Nicola.
Quella “Bari Ponte di Pace tra Oriente e Occidente”, per come poi venne definitivamente riconsacrata 6 anni dopo quella sua venuta storica, quando il Papa, insieme alla potente Comunità di Sant’Egidio e alla Politica a guida di Giulio Andreotti, organizzò qui «il più grande incontro tra Popoli della Storia»: il lungo meeting “Uomini e Religioni” che riunì nella capitale di Puglia tutti i Capi delle Religioni del mondo e le loro delegazioni per un appello universale contro tutte le guerre. Stiamo parlando di un miracoloso «1990 Annus Pacis» (con tanto di Nobel a Mikhail Gorbachev) e di un’Italia che con il Vaticano si prese il centro della scena mondiale, in qualche modo riappropriandosi di quel ruolo naturale che invece le spetta di diritto per posizione e storia.
Un lungo affondo nel passato, il nostro, per una necessaria riflessione su un presente desolante con un’Europa divisa e la grande Politica mondiale che evidentemente, dimenticando Dio e Storia, non riesce neppure a far tesoro di ciò che è stato. A cominciare da quanto avvenne nel 1961 con una 3^ Guerra Mondiale e nucleare – quella ora di nuovo «dietro l’angolo» – sventata miracolosamente in “zona Cesarini” dal grande Papa Giovanni XXIII facendo dialogare USA e Russia (Kennedy e Kruscev) per poi iniziare quella lunga operazione, Cardinal Colasuonno da subito in prima linea prima di passare al servizio dei suoi successori, che portò alla Pace e alla creazione di quel capolavoro assoluto di geopolitica firmato da Wojtyla di una «Europa che respira(va) a due polmoni, uno a Est e uno a Ovest» e che, senza neanche avere chissà quale grande esercito comune, era «l’ago della bilancia degli equilibri mondiali» potendo fare da «contrappeso variabile tra superpotenze che si volessero sfidare tra loro».
Cose dette e ridette sul nostro giornale, e anche altri, sulla guerra madre in Ucraina (v. Corriere PL. it “Guerra: il futuro cominciato ieri” e “L’ultimo grande messaggio di Papa Francesco al Mondo”) e comunque una premessa necessaria a spiegare tutta l’importanza, per noi, di questo evento che ha visto la luce grazie agli sforzi della STARGATE Universal Service ADV – in stretta collaborazione con i Club UNESCO per Bari e per Bisceglie e il Centro Studi “Francesco GRISI”- quale appuntamento di nicchia inserito nel MAGGIO NICOLAIANO e praticamente in contemporanea con il World Day dell’UNESCO. Un programma ricchissimo per una serata densa di contenuti e iniziata, naturalmente, con i saluti istituzionali della Presidente della STARGATE, Mariella Ragnini de Sirianna, per poi passare il microfono alla Presidente del Club per l’UNESCO di Bisceglie Pina Catino per la Cerimonia di apertura e presentare l’ospite principale della serata, il prof. Pierfranco Bruni, nostro editorialista.
Ben presentati da Donatella Sasanelli così, in sintesi, gli altri interventi in scaletta, a cominciare da quello di Pietro Bello, Presidente del Club per l’UNESCO di Bari, che ha ricordato i principii e le finalità della Giornata Mondiale per la Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo che si celebrava nell’occasione, prima di lasciare la scena, è il caso di dirlo, a Paolo Caradonna, attore, scrittore e il volto storico di San Nicola negli eventi o il Santa Claus che fa felici i bambini dovunque vada. Un ricordo personale, invece, della irripetibile giornata in Basilica di Papa Wojtyla quello raccontato da Nicola Cutino, Presidente di Mondo Antico e Tempi Moderni, seguito dal breve ma intenso contributo dell’Ammiraglio Luigi Leotta, Presidente della Stella Maris, che ha parlato del Mediterraneo come «il grande mare che unisce i popoli con le loro varie culture, tradizioni, idee e diversità religiose».
A precederci, e in tutti i sensi, poi l’avv. Nicola Lobosco, Presidente di Assisi Pax International, che con un chiaro riferimento a San Francesco ha sottolineato l’importanza del dialogo interreligioso come auspicato dal Papa che ne prese il nome e dall’ attuale Pontefice che ne segue le orme, e proprio partendo da Bari “Ponte naturale fra Oriente e Occidente”. La stessa tesi peraltro sostenuta da noi, quasi una ripetizione, per spiegare come, oggi come ieri e nel solco adesso degli appelli di Papa Leone XIV, solo con un intervento del Vaticano e di tutte le Chiese cristiane riunite a coinvolgere anche le altre Fedi e la Politica, si possono davvero avviare trattative concrete per la Pace. Magari semplicemente pensando a un ritorno allo “status quo ante bellum” e comunque, inutile ripeterlo, con un’iniziativa che, historia docet, parta necessariamente da Bari.
Questo in chiosa, con tempi divenuti troppo ristretti per spiegare ciò che abbiamo dovuto scrivere,
il nostro richiamo ai cristiani e non che erano presenti – ma anche e soprattutto alla politica locale e nazionale – affinché Bari, nel solco del passato e del suo ruolo di “Capitale Mondiale della Pace nel nome universale di San Nicola” si mobiliti. Subito dopo, fuori programma, anche la lettura di una poesia dedicata alla Pace e intitolata “Il Sogno” di , lasciando la chiusura dell’evento, con tutti i ringraziamenti dovuti, alle due principali artefici dell’appuntamento, Mariella Ragnini e Pina Catino per le rispettive associazioni.
Davvero concludendo impossibile non ricordare, per dovere di cronaca, che questo evento ha goduto del Patrocinio della Basilica Pontificia San Nicola di Bari, del Comune della Città di Bari e dell’ Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, e che inoltre hanno aderito: l’Accademia delle Culture e delle Scienze Internazionali; l’Accademia di Studi Araldici, Nobiliari e Cavallereschi; l’ SIPBC Società Italiana Protezione Beni Culturali; il Tribunale Internazionale Arbitrale di Taranto Circolo XXI; i Figuranti di San Nicola Associazione Culturale; i Pauperes Equites Christi – Associazione Privata di Fedeli San Bernardo di Chiaravalle e l’Associazione dei Cavalieri dell’Ordine della Nave e di San Nicola.
Enrico Tedeschi