Il termine sessualità viene coniato nell’Ottocento , utilizzato da zoologi e botanici viene successivamente usato per classificare il comportamento sessuale degli esseri umani secondo lo stesso metodo usato per studiare piante ed animali.

Locandina del film …E ora parliamo di sesso,
La parola “Sessualità” diventa comune con il biologo americano Alfred Kinsey, soprannominato “Dottor Sex”, che scandalizzerà gli americani con un rapporto dettagliato sulle loro abitudini sessuali. La società puritana americana degli anni 50, scopre con il Rapporto Kinsey che quasi il 17% dei maschi ha avuto diversi partner oltre la moglie, e lo stesso ha fatto il 16% delle mogli. Inoltre il 46% della popolazione maschile e il 15% di quella femminile ha avuto rapporti bisessuali. Lo stupore della popolazione aumenta con le percentuali dichiarate dagli intervistati su masturbazione e sessol prima del matrimonio.
Da allora di sesso e sessualità se ne parla più liberamente e attualmente interessa non solo sessuologi e psicologi ma anche medici e studiosi delle scienze sociali.

Collage di Immagini tratte da Sessualità Tribale su Amazon Kindle
Tracce del passato sono visibili già tra i graffiti di uomini primitivi, nelle “Veneri” rappresentate con forme voluminose ma anche nelle curiose espressioni di civiltà millenarie come quella dell’ironico “papiro erotico “ custodito nel Museo Egizio di Torino.Anche l’arte erotica dei ceramisti della Grecia Antica rende visibile lo scenario della sessualità dei nostri antenati, i Greci non vedevano un tipo di sessualità come alternativa all’altra: si potevano amare uomini e donne indistintamente, in quanto nell’amore si cercava il bello indipendentemente dal sesso di chi si amava, e amare donne o ragazzi era solo una faccia diversa della stessa medaglia.Immagini e personaggi sui vasi ci permettono di ossevare un passato ricco di cultura con una sessualità aperta ed esuberante, poliedrica e plurisfaccettata, uguale e nello stesso tempo diversa da quella che viviamo oggi. I Romani non sono meno sorprendenti con le loro matrone che a differenza delle mogli greche non si facevano rinchiudere nel gineceo ma approfittavano attivamente di una sessualità aperta che i reperti archeologici di Pompei, a oltre duemila anni di distanza, ci confermano.

Affresco erotico di un lupanare a Pompei
Affreschi, statuette , ninnoli e oggetti erotici di varia fattura , crearono un tale scalpore che furono vietati alla vista dei minori e prudentemente confinati in un “Gabinetto Segreto” del Museo Nazionale di Napoli , su ordine dei reali Borbone, che si scandalizzarono nella loro visione.
Le immagini esplicite dei lupanari di Pompei erano una specie di cartellonistica pubblicitaria per attirare clienti del sesso a pagamento. Il successo del Cristianesimo raffreddò i bollori ormonali per consegnare un’epoca medievale piena di contraddizioni. Nel Medioevo la vita media della donna era di circa trentasei anni. Si sposavano prestissimo, tra i dodici e i quindici e partorivano molti figli (di cui buona parte morivano in tenera età) e solo il 39% arrivava ai quaranta anni (contro il 57% degli uomini). I religiosi sorvegliavano gli ardori giovanili e spronavano i gentiluomini a dare prova di sé solo al di fuori del matrimonio, predicando che il marito che sollecita troppo ardentemente la moglie è un colpevole.

Madonna del latte,di Jean Fouquet Dittico di Melun a metà ’400
Per la moglie era meglio dimostrare “affetto” più che amore e soltanto l’ intenzione di procreare giustificava la congiunzione dei sessi diminuendole un po’ di quel carattere peccaminoso sostenuto sin dai tempi di San Paolo. Le immagini medievali ci tramandano un’iconografia castigata essendo mimetizzata nella paura del peccato ma non mancano raffigurazioni a corredo di codici, trattati e miniature (ex libris) che ci svelano una sessualità abbondatemente praticata. Le opere d’arte a sfondo erotico scompaiono poiché i pittori e gli scultori affrontano con prudenza la tematica sessuale in favore di allegorie e figure mitiche del passato.Per compiacere i finanziatori, per lo più religiosi, si mettono a nudo solo divinità della Grecia antica ma con un’ attenta sfocatura della zona genitale femminile o miniaturizzazione di quella maschile. Il seno nudo, nella sua bivalenza materna ed erotica non si riteneva scandaloso ed era accettato addirittura nelle diverse interpretazioni pittoriche della “Madonna del latte”.
Umberto Palazzo Cultore di Storia della Sessualità