Profonda preoccupazione per la situazione della libertà di stampa in Italia, a partire dalla vicenda Paragon, è stata espressa da una delegazione di parlamentari europei dei gruppi Socialisti-Democratici e Verdi che a Roma hanno incontrato i vertici dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa presso la sede della Fnsi. La delegazione era composta dalla vicepresidente del gruppo SD Ana Catarina Mendes, l’eurodeputata Birgit Sippel e l’eurodeputato Sandro Ruotolo; con loro due membri del Gruppo dei Verdi: l’eurodeputata Saskia Bricmont e l’eurodeputato Leoluca Orlando. Dopo aver ascoltato Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino, rispettivamente direttore e cronista di Fanpage che sono stati vittime dello spyware Graphite, creato dalla società israeliana Paragon Solutions, i parlamentari europei hanno incontrato il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli, la segretaria nazionale e il presidente della FNSI Alessandra Costante e Vittorio Di Trapani, l’avvocato Giulio Vasaturo e Pasquale Notargiacomo dell’Usigrai.
Il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli ha rimarcato come la situazione sia di estrema gravità. “Le intercettazioni di cui parliamo si inseriscono nel rapporto fra giornalista e la fonte. Emerge un attacco al giornalismo di inchiesta che è un caposaldo della democrazia, quel giornalismo che viene perseguitato nei paesi autoritari. Il tema riguarda tutto il Parlamento Europeo poiché è una questione di democrazia – ha proseguito il presidente dell’Ordine – e non si comprende che qualche parte politica stia fuori. Dobbiamo rompere il muro di gomma su questa vicenda di enorme gravità. Il 19 febbraio abbiamo presentato una denuncia, con la Fnsi, per reati molto gravi, ma non abbiamo avuto nessuna risposta, specie dalle istituzioni. Il tutto – ha aggiunto – in un contesto di grave compressione della libertà di stampa, come dimostrano le recenti norme sul divieto di pubblicazione di atti giudiziari che non sono coperti da segreto. Norme varate in nome dei principi presunzione di innocenza ma che capovolgono gli intenti della Direttiva europea.”
Alessandra Costante, segretaria della FNSI ha fatto riferimento all’esposto presso la Procura di Roma “chiederemo di essere ascoltati – ha affermato – ho il sospetto che ci siano molti più giornalisti spiati e temo che ci siano dei pezzi di apparati dello Stato che vogliono sapere in anticipo su cosa stanno lavorando i giornalisti.” La segretaria si è anche soffermata sul Media Freedom Act che incide positivamente sulla libertà di stampa ma che all’interno ha un vulnus, in quanto prevede una deroga al divieto di spionaggio dei giornalisti per motivi di sicurezza nazionale. “Una clausola – ha sottolineato – dietro cui può esserci di tutto e che, purtroppo è stata chiesta da Italia e Francia.”
Il presidente della FNSI Vittorio di Trapani è entrato nello specifico di alcuni aspetti: “i giornalisti spiati sono stati avvertiti da soggetti privati, quindi non sono stati né avvisati e nemmeno ascoltati da nessuna autorità pubblica, né giudiziaria né politica. E questo è molto grave. Con lo spionaggio si colpiscono le fonti dei giornalisti, fra poco nessuno vorrà più parlare con un cronista sapendo che potrebbe essere facilmente individuato.” Di Trapani si è poi soffermato sullo scenario generale della libertà di informazione che vede gli esponenti del governo italiano fra i primi in Europa per numero di azioni giudiziarie contro i giornalisti ed ha ribadito la necessità di andare avanti in Europa con la Rule of Law, l’EMFA e la Direttiva anti – SLAPP, “ma non possiamo aspettare i tempi delle Procure e nemmeno quelli delle procedure di infrazione delle norme europee, si rischia di arrivare tardi”.
La riunione è proseguita con l’illustrazione dettagliata da parte dell’avvocato Vasaturo, sia dell’esposto di Ordine e Fnsi che degli aspetti giuridici della situazione che configura una molteplicità di reati. Il rappresentante dell’Usigrai si è invece soffermato sull’immobilismo del Parlamento in merito al recepimento di quanto stabilito nel Media Freedom Act in termini di indipendenza e autonomia del servizio pubblico radiotelevisivo che in Italia, invece, è ancora sotto lo stretto controllo governativo.
L’incontro si è concluso con l’impegno, da parte degli europarlamentari e degli altri partecipanti, di mantenere canali di comunicazione anche per individuare gli strumenti giuridici più utili in sede europea per intervenire fattivamente, coinvolgendo il maggior numero di forze politiche, al fine di garantire l’agibilità dei giornalisti per una informazione libera e autonoma.