La pretestuosa polemica politica sul nuovo dl sicurezza

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Le immagini allucinanti degli scontri scoppiati viste a Parigi, in occasione dei festeggiamenti della prima Champions League vinta dal Psg sabato scorso, sono la prova che occorre agire al più presto per frenare le conseguenze drammatiche del grandissimo disagio che cova da anni nelle periferie delle grandi città europee. Oltre 500 arresti, 192 feriti e due morti, sono il bilancio provvisorio della indegna guerriglia, che migliaia di teppisti, mascherati da tifosi del Psg, hanno scatenato contro le forze dell’ordine per le vie della capitale francese. E per fare questo occorre certo lavorare sul piano delle politiche sociali, ma anche su quello della maggiore repressione. Perché assistere inermi alla devastazione di interi quartieri cittadini, è
una situazione che non può essere più tollerabile. Chissà allora, se durante il prossimo previsto domani, tra Italia e Francia, Emmanuel Macron non chiederà, tra le altre cose, alla premier italiana Giorgia Meloni, qualche delucidazione sul decreto sicurezza del governo, appena approvato alla camera. Perché la Francia è solo l’emblema di quel fallimento delle politiche di integrazione, tanto cara alla sinistra di
mezza Europa. Perché proprio vedendo le immagini di Parigi, il decreto sicurezza del governo italiano rappresenta forse un primo passo verso una presa di coscienza e una reazione da parte della politica verso il dilagare di certa delinquenza urbana, che rende sempre meno sicure le nostre città. Assistere passivamente al far west in cui sono precipitate le grandi stazioni in Italia, come Termini a Roma o alla stazione Centrale di Milano, sempre più sotto il controllo di bande di delinquenti, soprattutto extracomunitari. Lo Stato deve fare sentire la sua presenza prima che sia troppo tardi. Ed è per questo che fanno sorridere le polemiche pretestuose della sinistra, in merito all’aggravamento delle pene per reati commessi nelle immediate adiacenze delle stazioni, Si tratta di un provvedimento che deve porre rimedio ad una situazione divenuta ormai emergenziale grazie al troppo permissivismo concesso a chi può tranquillamente bivaccare nelle stazioni, compiendo reati e creando un clima di terrore nei confronti dei normali cittadini. Tale circostanza aggravante si applica ai delitti non colposi contro la vita e l’incolumità pubblica e individuale, contro la libertà personale e contro il patrimonio o che comunque offendono il patrimonio.
Sono in tutto 14 i nuovi reati che vengono introdotti e 9 le aggravanti aggiuntive. In 39 articoli il decreto sicurezza, che ha sostituito il ddl approvato in prima lettura alla Camera, nel settembre scorso e poi 'arenatosi' al Senato anche a seguito dei rilievi sollevati dal Colle, riscrive diversi articoli del Codice penale e di procedura penale, prevedendo nuovi reati che spaziano dalla resistenza passiva alla ribattezzata dalle opposizioni la “norma anti Gandhi”, fino alla stretta sulla cannabis light, a un nuovo
regime per le detenute madri e alle cosiddette norme “No-Tav “e anti “No-Ponte”.
Misure che sono per qualcuno eccessivamente repressive, ma che sono necessarie per evitare che il fenomeno provochi quelle scene di vera e propria guerriglia, viste a Parigi, sabato notte, ma a cui spesso, anche se fortunatamente, non con quelle tragiche conseguenze, abbiamo dovuto assistere anche qui in Italia. Ma il decreto sicurezza rafforza anche le misure per contrastare il dilagare del fenomeno dell’occupazione delle case (circa 50.000 sono le occupazioni, 30.000 di edifici pubblici e 20.000 quelle private). Viene, infatti, introdotto il reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui (o delle relative pertinenze, come garage o cantine) e una procedura d'urgenza per il rilascio dell’immobile e la conseguente reintegrazione nel possesso. Il reato è punito con la reclusione da 2 a 7 anni e si prevede una causa di non punibilità in favore dell’ occupante che collabori all’ accertamento dei fatti e ottemperi volontariamente all’ordine di rilascio dell’ immobile. Una misura contestata dalla sinistra, e come poteva essere altrimenti se il partito di Fratoianni ha portato a Bruxelles una signora che ha per anni occupato abusivamente una casa del comune, e che tra le sue prime battaglie come eurodeputata ha inserito quella per la legittimità dell’occupazione delle case sfitte.
Un cortocircuito in cui da tempo la sinistra pare precipitata, che in nome della tutela dei diritti (non importa se legittimi o meno) arriva a difendere perfino chi delinque. Anche il capitolo riguardante la stretta sulle manifestazioni (a questa fattispecie, per esempio, potrebbe essere compresa anche quella per i festeggiamenti a Parigi di sabato) ha creato polemiche a non finire, e qualcuno si è spinto anche a parlare di atto di autoritarismo da parte del governo. Come difficile non concordare sulla misura che prevede maggiori tutele per le forze dell’ordine, oggetto di attacchi vigliacchi da parte di chi si reca alla manifestazione con il solo e chiaro obiettivo di creare disordini. È troppo semplice nascondersi dietro al diritto di manifestazione che verrebbe colpito con l0inaspirmento anche per chi si oppone passivamente. La legge non può fare eccessive distinzioni ed occorreva anche mettere mano a quell’odiosa pratica di bloccare stazioni, strade, luoghi pubblici, per conquistare maggiore visibilità, recando disagi ai normali cittadini, senza contare i rischi per l’incolumità pubblica della persone ( due anni fa a Berlino una donna è morta in
ambulanza, proprio a causa di un blocco stradale). Si tratta di norme che potranno sicuramente essere perfezionate, in una seconda lettura in Senato, ma che cercano di dare un segnale forte a chi in Italia dedito alla delinquenza, ha sempre goduto di una eccessiva permissività. Perché anche in Italia il fenomeno delle periferie violente (soprattutto tra i giovanissimi) sta dilagando e occorre evitare che si arrivi alla degenerazione a cui si assiste nelle banlieue parigine, su cui ormai. da anni, lo Stato
francese, sembra aver completamento perso il controllo.

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