Si sgonfia il caso Paragon, fu governo Conte ad autorizzare intercettazioni

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“Sono molto preoccupato dal caso Paragon. Uno spionaggio a carico di giornalisti evidentemente giudicati scomodi, a carico di persone che operano nell’ambito delle ong. C’è un contesto che fa molto preoccupare e dobbiamo assolutamente accertare quello che è successo, non possiamo permettere che i giornalisti possano essere spiati in uno stato democratico” cosi disse Giuseppe Conte, all’imnmdomani dello scoppio del caso Paragon, lo spyware che sarebbe stato usato per intercettare esponenti di Ong e giornalisti. Peccato però che le intercettazioni, a quanto risulta dopo l’indagine del Copasir, siano state autorizzate proprio dal suo governo nel 2019. Un clamoroso autogol sarebbe il caso di dire, che ancora una volta smaschera la strumentalizzazione che l’opposzione usa per cercare di screditare l’operato del governo.

I servizi segreti italiani non hanno mai spiato, né con Paragon né con altri mezzi, il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, che aveva fatto esplodere il caso con la sua denuncia di essere «attenzionato» dalla nostra intelligence. Sono stati invece effettivamente intercettati Luca Casarini e Beppe Caccia, attivisti di Mediterranea, ong specializzata nel salvataggio di profughi: peccato che a dare il via alle spiate dei servizi ai danni dei due sia stato il governo Conte seconda versione, quello composto dai 5 Stelle e dal Partito democratico: lo stesso Pd che nelle settimane scorse ha invocato inchieste parlamentari e trasparenza. «Il governo rompa il silenzio», aveva detto Sandro Ruotolo della segreteria dem. Ma ad avviare le operazioni era stato il governo col Pd, dove il premier Conte aveva tenuto per sé il ruolo di autorità delegata all’intelligence: fu lui dunque a dare il via libera alla richiesta dei servizi di spiare Mediterranea, e fu la Procura generale di Roma a venirne informata.

Tutto è cominciato il 31 gennaio 2025, quando Fanpage.it pubblica un articolo clamoroso: “intercettati giornalisti e attivisti con spyware israeliano Graphite”. Nelle stesse ore, Meta inviava notifiche riservate agli utenti coinvolti, tra cui il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e l’attivista Luca Casarini.

L’indignazione politica fu immediata. Conte si erge a paladino delle libertà civili, parlando di attentato allo Stato di diritto e invocando spiegazioni da Giorgia Meloni e Alfredo Mantovano. Una narrativa confezionata per colpire l’attuale governo di centrodestra con l’accusa più infamante – lo spionaggio – basandosi su sospetti e allusioni.

Finora, dalle indagini è emerso che i servizi segreti italiani avrebbero ammesso di aver spiato – ma in modo legale – gli attivisti della Ong Mediterranea. Autorizzati dalla Procura generale, gli 007 italiani avrebbero intercettato alcune conversazioni della Ong per indagare su possibili traffici di migranti nel Mediterraneo Tutto insomma assolutamente regolare e in cui il governo Meloni non avrebbe avuto alcun ruolo, malgrado le pesanti accuse piovute da opposizioni e media. E chissà ora come reagirà alla notizia Giuseppe Conte che all’epoca aveva preteso con forza che Meloni chiarisse la circostanza. Cosi come sarà interessante anche capire come reagirà Elly Schlein, che aveva parlato di aspetto inquietanti. Il Copasir, presieduto dal suo collega di partito Lorenzo Guerrini, anche se esponente di punta dei riformisti, ha votato la relazione all’unanimità, Insomma una conclusione che smonta clamorosamente tutte le accuse piovute sul governo, che aveva sempre negato fin dall’inizio, qualsiasi coinvolgimento.

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