Emergenza sostegno: bene i nuovi percorsi, ma l’inclusione non si improvvisa

Scuola, Formazione & Università

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di Domizia Di Crocco – Pedagogista, docente e giornalista

Sono stati firmati dal Ministro Valditara due decreti che attivano percorsi straordinari di specializzazione sul sostegno per oltre 60.000 docenti precari. Una misura necessaria, ma non sufficiente, per garantire un’autentica inclusione scolastica.

Il sistema scolastico italiano affronta da anni una grave carenza di insegnanti specializzati nel sostegno agli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali. In risposta, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente firmato due decreti attuativi previsti dal DL 71/2024. I provvedimenti introducono, in via straordinaria, un nuovo canale formativo per oltre 60.000 docenti precari, accanto al tradizionale TFA.

Come pedagogista e docente, accolgo con favore ogni iniziativa che mira a colmare il vuoto di professionalità nel settore dell’inclusione. Tuttavia, come giornalista e osservatrice attenta della realtà scolastica, non posso esimermi dal porre alcune domande. L’urgenza di formare migliaia di docenti può giustificare un’accelerazione dei percorsi? E siamo davvero certi che la quantità non vada a scapito della qualità?

L’insegnante di sostegno non è un ruolo tecnico, ma relazionale, profondo, complesso. Richiede formazione accademica, esperienza sul campo, capacità empatica, lettura pedagogica delle situazioni. Se si trasforma in un ruolo “di ripiego” o “tampone”, rischia di danneggiare proprio chi dovrebbe proteggere: gli studenti più vulnerabili.

Sotto il profilo giuridico e sociale, è evidente che questi decreti rispondano a una forte pressione istituzionale e familiare. Ma i diritti delle persone con disabilità – lo dice la Costituzione, lo dicono le convenzioni internazionali – non possono essere trattati come emergenze. Vanno garantiti attraverso politiche pubbliche strutturali, non straordinarie.

Perché l’inclusione non si improvvisa: si progetta, si forma, si cura.

Domizia Di Crocco

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