PerBacco, il vino perderà l’alcol?

Longevità, prevenzione & stili di vita

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Nutrizionisti d’attacco sconsigliano anche il mezzo bicchiere di vino rosso ai pasti, nuove esigenze salutari o promozione del vino dealcolato?

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Vari e approfonditi studi di qualche anno fa, hanno mostrato che il consumo di vino a dosi moderate (125 ml) e durante i pasti principali, riduce il rischio di mortalità prematura dovuta a cause cardiovascolari.

Un gruppo di ricerca di Pozzilli (Isernia), capeggiato dal prof. De Gaetano ha potuto mostrare con rigore scientifico che eliminando l’effetto del vino dall’analisi di mortalità, si peggiorerebbe del 10% il dato di longevità per pazienti affetti da malattie cardiovascolari e diabete.

Il vino appartiene alla nostra Storia antica e già presente nella “Regola del Maestro” di San Benedetto che dava precise indicazioni sullo stile di vita del monaco benedettino:  

 

Il monaco deve alzarsi a seconda della stagione tra l’una e le tre del mattino, recarsi

in chiesa per la preghiera di un’ora e mezza quindi dedicarsi alla lettura della Bibbia

(lectio divina) quando spunta l’alba inizia il lavoro che s’interrompe nelle ore liturgiche

per partecipare alla preghiera comune. Intorno a mezzogiorno d’estate e verso

le 14,15 d’inverno, mangia per poi tornare al lavoro fino al vespro, l’alimentazione è

frugale ma abbondante, ogni giorno ha una libbra di pane e mezzo litro di vino. 

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Alla nostra tradizione oggi si oppongono diversi elementi comportamentali come ad esempio la guida sotto il limiti alcolici di legge e le indicazioni di prevenzione per le patologie oncologiche, che parrebbero escludere anche un minimo quantitativo alcolico durante i pasti. All’orizzonte appare poi l’analogo della birra senza alcol che sta ottenendo un discreto successo, anche grazie alle migliori tecnologie produttive. 

Il vino dealcolato nasce nel 1908 grazie a un commerciante di vini del Rheingau, una regione collinare della Germania. Si chiamava Carl Jung, come il celebre psichiatra e fu lui a scoprire che, in condizioni di bassa pressione, l’alcol evapora a temperature inferiori rispetto all’acqua e ai composti aromatici del vino, per cui è possibile rimuoverlo senza arrivare all’ebollizione, mantenendo intatte le caratteristiche sensoriali del liquido di partenza. 

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Il vino privato dell’etanolo conserva una buona quantità di polifenoli, composti chimici presenti nell’uva (in particolare il resveratrolo in quella rossa e nera), noti per le loro proprietà antiossidanti. I produttori stanno cercando di minimizzare la perdita di profumi e sapori anche se rimane problematica la conservazione delle bottiglie che vanno conservate correttamente in un luogo fresco, buio e con una temperatura costante per un massimo da sei mesi a un anno, a seconda della qualità del prodotto e delle tecniche di produzione utilizzate.

 

Umberto Palazzo

Editorialista de Il CorriereNazionale.net

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