45 arresti in Campania per immigrazione clandestina, dopo la denuncia della premier Meloni

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“È evidente che se – come immagino – da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo”, ha assicurato il Presidente Meloni aggiungendo che “lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati – che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio – ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo” dato che “ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza» Cosi la premier Meloni a febbraio scorso aveva denunciato alcune storture nel meccanismo delle domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day. “. Sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia”. Aveva denunciato la premier, facendo chiaramente intendere che dietro a questi potesse celarsi un disegno criminale. Ed in effetti ieri è arrivata la prova certificata dalla chiusura delle indagini della magistratura, che le parole della premier erano assolutamente fondate. Le indagini hanno portato alle misure cautelari per 45 persone, coinvolte a vario titolo, in un traffico di immigrazione clandestina. Secondo le accuse della procura, gli indagati procuravano, lucrandoci lautamente, la documentazione falsa per conformarsi alla normativa sui flussi migratori per il regolare ingresso in Italia.

Ci sono avvocati, titolari di Caf (Centri di assistenza fiscale), mediatori stranieri, datori di lavoro ed esponenti della camorra, tra le persone destinatarie delle misure cautelari, personali e reali emesse dal Giudice delle indagini preliminari presso il tribunale del capoluogo campano ed eseguite oggi dai poliziotti della questura di Napoli. Gli investigatori hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni e rapporti assicurativi per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Attraverso le indagini i poliziotti hanno scoperto, nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano dell’area metropolitana napoletana, l’esistenza di tre distinte associazioni per delinquere, i cui appartenenti si occupavano di regolarizzare la posizione sul territorio nazionale di migliaia di cittadini del Bangladesh. Tramite l’analisi della documentazione acquisita negli uffici competenti, gli agenti hanno ricostruito che i promotori di queste organizzazioni criminali, in accordo con datori di lavoro compiacenti e mediatori stranieri, istruivano e inoltravano fittizie richieste di assunzione di aspiranti lavoratori extracomunitari. Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento della camorra, in particolare del clan Fabbrocino, tra cui esponenti di rilievo i quali fruttavano i loro contatti diretti con i Caf per prendere parte al business. E quando non ci riuscivano imponevano delle estorsioni. Il business messo in piedi e gestito da tre avvocati (tutti e tre ora in carcere), anche grazie all’apporto di una folta schiera di collaboratori, è risultato essere plurimilionario. E quest’ultima circostanza emerge da un’intercettazione dove a parlare sono due dipendenti di un commissariato secondo i quali il poliziotto in questione (non quello arrestato) stava gestendo con un avvocato un’attività particolarmente lucrosa, da circa un milione di euro, che aveva spinto la camorra locale a tentare un’estorsione da circa 100mila euro. Dalle indagini emerge anche che alcuni extracomunitari che si erano avvalsi dei servigi dell’organizzazione pagando profumatamente, sentendosi beffati, a un certo punto hanno minacciato di presentare una denuncia. Un’eventualità che ha spinto uno dei tre avvocati ritenuti promotori dell’affare illegale a minacciare ritorsioni: si tratta di quello cui l’autorità giudiziaria ha sequestrato, tra l’altro, una lussuosa Ferrari, ritenendola provento dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Insomma una vera e propria associazione a delinquere, scoperta proprio grazie alla denuncia presentata dalla premier che ha permesso di accendere un faro su questo sfruttamento della immigrazione clandestina. “Dato ancora più preoccupante – aveva aggiunto la premier allora – è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro”.  Durante l’informativa il Presidente Meloni aveva anche annunciato che saranno presi dei provvedimenti per il contrasto del traffico di essere umani, su cui da sempre il governo è in prima linea in Europa “Stiamo lavorando perché in uno dei primi Cdm che terremo dopo il G7 si presenti, con la collaborazione di tutti i Ministeri competenti, un articolato ampio e dettagliato per risolvere» il problema dell’immigrazione illegale e delle frodi ad essa collegata anche per le infiltrazioni della criminalità organizzata. Ci sarà bisogno di un duplice intervento, normativo e amministrativo” ha spiegato precisando di voler “coinvolgere le imprese e le associazioni di categoria. Intendo promuovere un incontro con le organizzazioni datoriali, poiché troppo spesso si esprimono fabbisogni di manodopera che trovano solo parzialmente riscontro nelle domande di nulla osta al lavoro presentate nei click day. Penso serva – ha aggiunto – maggiore responsabilità e un più serio approfondimento, capendo ad esempio se le associazioni abbiano un sistema di monitoraggio delle domande per conto dei propri associati e facciano dei controlli preliminari su di essi”.

 

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