Longevità e Cervello

Longevità, prevenzione & stili di vita

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Dimensioni di testa e cervello permettono la nascita e condizionano la longevità

La Bibbia racconta della punizione di Eva con il “Dilemma Ostetrico” che avrebbe aumentato di dolori e le sofferenze da parto pochè la posizione eretta degli umani avrebbe ristretto il bacino della madre, laciando un margine libero minore che in qualsiasi altra specie.

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Alla nascita le dimensioni del cervello sono solo il 30% di quelle finali, grazie a  una combinazione dell’attività di geni diversi, quelli  della madre che stabiliscono la grandezza del bacino e quelli del padre determinano la grandezza della testa fetale. Con una testa piccola la madre sopravvive, con una testa grande il feto ha un cervello più efficiente. Nell’embrione tutti i neuroni sono originati da un’unica cellula che si divide in due, poi in quattro e così via, un gene regolatore stabilisce quando questo fenomeno debba arrestarsi e questo gene  permette di raggiungere cento miliardi di neuroni, il triplo che nelle scimmie, la sola corteccia umana ha trenta miliardi di neuroni in grado di costituire un milione di miliardi di connessioni sinaptiche.

Il nostro cervello è formato da due emisferi, destro e sinistro, che compiono funzioni differenti ma interagenti, nel destrimano domina l’emisfero sinistro detto anche emisfero verbale per la sua capacità d’interagire con il linguaggio ma anche con lo scrivere e il leggere, l’emisfero destro  invece, è altamente sviluppato per cogliere strutture complesse, è quello che ci fa riconoscere una persona da un dettaglio oppure da un profumo.

Il monitoraggio della performance cerebrale, indubbiamente calante con l’avanzare degli anni, è possibile sia con test neuropsicologici, capaci di cogliere le sfumature del decadimento cognitivo sul nascere oppure  con il  più importante strumento diagnostico di imaging che è la risonanza magnetica nucleare (Rmn) cerebrale.

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Le nuove apparecchiature forniscono delle immagini di grandissima precisione, dettagliate al millimetro e capaci di indagare sulle diminuite  dimensioni cerebrali anche della corteccia cerebrale, lo strato più superficiale del cervello. 

Secondo il professor Alberto Pierallini, Direttore dell’Unità di Diagnostica per Immagini dell’Irccs San Raffaele di Roma:

a partire dai 60 anni la corteccia cerebrale si assottiglia, come si vede molto bene in risonanza magnetica. Lo spessore si riduce di circa lo 0,5-1 per cento l’anno, a livello dei lobi prefrontali e temporali (responsabili delle funzioni esecutive, della memoria di lavoro, della pianificazione, ma anche del controllo degli impulsi e delle emozioni), fino ad arrivare ad una perdita di spessore dell’1-2 per cento l’anno nella parte interna dei lobi temporali e in particolare dell’ippocampo, struttura fondamentale per la memoria e il comportamento di un individuo

Umberto Palazzo

 

 

 

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