REGGIO CALABRIA – Un evento culturale di notevole rilevanza si è svolto presso l’elegante Accademia Gourmet dello chef Filippo Cogliandro, che ha rappresentato lo scenario ideale per la presentazione ufficiale del libro Glossario di Metapolitica. Il lessico della tradizione e della modernità.
Un incontro intenso, dove storia, diritto, psicologia e considerazioni sociali si sono amalgamati in un racconto sulla crisi contemporanea e sull’urgenza di rielaborare le basi del nostro ragionamento.
L’evento ha visto la presenza del curatore Faris La Cola, segretario generale dell’Istituto Joseph de Maistre, con l’introduzione di Corrado Savasta, Professore universitario a contratto di Fondamenti di Storia Antica e Medievale, il quale ha preliminarmente porto i saluti del Principe Maurizio Gonzaga, Presidente Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche, e del Conte Pier Felice degli Uberti, Presidente Confederazione Internazionale di Araldica e Genealogia. Molti gli interventi di rilievo, tra cui il Prof. Avv. Vincenzo Ferrari, ordinario di Istituzioni di Diritto Privato presso l’Università della Calabria-Cosenza, e il Prof. Vincenzo Maria Romeo, Docente di Psicologia Clinica all’Università di Palermo.
Presente anche l’Ingegnere Giuseppe Giordano, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria, egli ha evidenziato come questa pubblicazione rappresenti “un contributo importante in un momento storico nel quale parlare di politica o di metapolitica è necessario per ricercare una semantica legata alle relazioni, alla stessa relazione che può intercorrere tra una comunità e un comitato”.
Il curatore Faris La Cola ha illustrato la genesi dell’Istituto Joseph de Maistre, sorto nel 2021 in concomitanza con il bicentenario della nascita del pensatore sabaudo, figura chiave del pensiero post-rivoluzionario e anti-rivoluzionario. In tale ottica, l’Istituto Joseph de Maistre si propone come punto di riferimento per la ricerca e il dialogo interdisciplinare, prendendo a modello il filosofo sabaudo, ambasciatore a San Pietroburgo e autore de Le serate di San Pietroburgo, opera basilare del pensiero controrivoluzionario e conservatore post-illuminista.
“Joseph de Maistre – conte, senatore, cavaliere mauriziano – ha codificato il linguaggio della metapolitica. Un termine che riprende da precedenti filosofi svizzeri e tedeschi, per indicare ciò che sta oltre, prima o dopo la politica. Una metapolitica che, così come nel legame tra fisica e metafisica, si pone in senso analogico tra politica e metapolitica. Quindi, qualcosa che ha radici più profonde, una concezione che attinge a dei modelli celesti, come probabilmente si credevano in tutte le civiltà tradizionali. Quindi le istituzioni umane devono riflettere quello che è una gerarchia celeste, una concezione unitaria della realtà. Naturalmente parlare di queste tematiche, dopo la rivoluzione francese era un po’ complicato. Infatti, Joseph de Maistre non ha goduto di grandi onori”. La metapolitica non è soltanto ‘oltre’ la politica, ma ciò che ne determina i presupposti più profondi: “simbolici, spirituali, ontologici”. Faris La Cola ha poi raccontato la genesi del volume: “L’idea nasce da me e da Michel Orcel, italianista e intellettuale francese, traduttore della Divina Commedia, e di alcune opere di Ariosto, Tasso, Leopardi. È musicologo, araldista, islamologo, e psicanalista. L’Istituto vuole riunire studiosi da tutto il mondo per approfondire tematiche metapolitiche in chiave interdisciplinare”. Aspetto fondamentale per riallacciare i fili recisi tra la tradizione e l’odierna disgregazione semantica che pervade il nostro tempo.
Segue l’intervento del Professor Romeo, che ha evidenziato il legame tra metapolitica, simbolismo e psicologia. Romeo si è occupato della frattura tra tempo simbolico e tempo sociale. “La modernità ha alienato il soggetto dal tempo lungo della tradizione, rendendo difficile soggettivarsi. La mancanza di soggettivazione è mancanza di alterità. Se non so chi sono, non posso distinguermi da voi. Se non riesco a esprimere emozioni, non riesco a costruire relazioni. È il dominio dell’anarchia, della fluidità. Dove manca il linguaggio, manca la relazione, e dove manca la relazione, si genera frammentazione”.
Secondo il Prof. Romeo, l’epigenetica dimostra come “il genoma si trasforma in funzione di quello che facciamo, in cui la perdita del linguaggio, della parola come collante sociale, porta a non riuscire a relazionarsi. Le nuove generazioni non hanno più un logos, una semantica comune. Se andate in una scuola, in ogni classe ci sono almeno due o tre bambini nello spettro autistico. Negli Stati Uniti oggi è 1 su 47. Venti anni fa era 1 su 100.000. Forse perché viviamo senza contatto, senza parola, senza relazione”. Il glossario, in questo senso, “è un recinto simbolico, una dimensione collettiva per recuperare lo spazio relazionale e l’alterità”.
Il Prof. Ferrari ha posto l’accento sul tema della Metagiuridicità, sottolineando il legame tra diritto e metapolitica: “Mi sono chiesto: se c’è una metapolitica, c’è anche un Metadiritto? Il lemma sul Giusnaturalismo è stato ampiamente trattato con accuratezza. Parte dall’antichità fino ad oggi. Il diritto, alcuni dicono, è politica. Benedetto Croce negava questa tesi, considerandolo parte dell’economia. Ma il diritto non è solo imposizione di una norma: esiste una dimensione giuridica che va al di là delle leggi. Una realtà esistenziale sotterranea. Il libro ci spiega da dove viene il diritto. Se parliamo di metapolitica, dobbiamo parlare anche di Metadiritto”.
Tra le suggestioni emerse, l’idea di una potenziale collana editoriale, oltre al Glossario di Metapolitica, potrebbe prendere forma in analoghe opere dedicate al Metadiritto, alla Metapsicologia. Segni di un fermento culturale che cerca di contrastare la dispersione del presente con il ritorno alla parola condivisa, all’identità comune e alla comunità pensante. Un vivace e proficuo dibattito ha concluso l’incantevole serata, al termine della quale il Prof. Savasta è stato ufficialmente ammesso, quale membro effettivo, in seno all’Istituto de Maistre.