Achille è l’eroe greco che può scegliere tra una vita lunga e una breve ma piena di gloria e da maschio vittorioso.

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Gli eroi erano una categoria intermedia tra gli uomini e gli dei, personalità straordinarie per qualità fisiche e destinate a compiere imprese al di fuori della normalità umana tanto da essere avvicinati agli dei. Come gli uomini conoscono la morte e la sofferenza, hanno sempre un nemico da combattere e sono forti e coraggiosi al fine di raggiungere la fama eterna, temendo solo il disonore e la vergogna.
Achille è l’eroe dal destino infausto che secondo una profezia sarebbe stato il protagonista della conquista di Troia ma senza potervi fare ritorno.
La madre Teti, di origine divina cercò di sottarrlo al destino travestendolo da ragazza e spedendolo alla corte di re Licomede sull’isola di Sciro in mezzo al mar Egeo.
Achille ancora imberbe e con la voce da fanciullo però aveva già capacità amatorie da adulto tanto che mettere incinta la principessa Deidamia, figlia del re e senza che questi se ne accorgesse. Il furbo Ulisse che era venuto a cercarlo travestito da mercante, portava in dono qualche oggetto che potesse far scoprire l’eroe travestito da femmina. Tra gingilli e regalie mostrate a corte, spuntarono una lancia e una spada che suscitarono allarme tra le giovani cortigiane che si allontanarono correndo.
Achille invece si tradì afferrando con curiosità e forza le armi per proseguire nel suo percorso da eroe. Il Mito assegna all’eroe una mascolinità biologica e guerriera, con una pubertà che non è un freno alla fertilità come accade nelle femmine che spesso non lo sono dopo il menarca.
L’imperatore Augusto si rase la prima volta a ventitre anni e i romani venivano iniziati all’età adulta tra i ventuno e i ventitre anni dato che prima avevano solo una peluria.

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Gli antichi greci dividevano la vita maschile in sette periodi o hebdomàs, detti in latino:
puerulus, puer, adulescens, iuvenis, vir, iunior (senex) e senex
Il primo periodo finiva con la perdita dei denti da latte, il secondo alla prima eiaculazione, la crescita della barba concludeva l’adolescenza. Alcune culture attribuiscono tuttora importanza al ventunesimo anno di età e ai ventotto per sposarsi però rispetto al passato se la maturità era più tardiva, l’invecchiamento era senz’altro anticipato.
Umberto Palazzo
Cultore di Storia della Sessualità