La sessualità nelle tribù indiane

Cento domande sulla sessualità

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I Nativi Indiani pellerossa furono massacrati dall’uomo bianco con la scomparsa anche di Miti e Tradizioni 

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Quattro fanciulle vergini, figlie di capi , erano considerate come una sorta di portafortuna, nei riti guerrieri degli Cheyenne e dalla loro castità dipendeva il successo militare per cui era vietato sposarle (Hoebel, 1960).

Generalmente nelle tribù indiane il matrimonio consisteva in un semplice acquisto della donna,con il pagamento di un certo numero di cavalli, di coperte, di armi pregiate o di altri generi. La condizione della donna pellerossa, a parte qualche eccezione fra le tribù più evolute, come gli Irochesi, era solitamente di totale subordinazione al maschio.

Il contatto coi bianchi e coi missionari cristiani nell’Ottocento portò tra i Cherokee anzitutto il senso della nudità, della verginità, della castità matrimoniale. chi cercava moglie avrebbe offerto molti cavalli per una ragazza virtuosa,mentre le mogli adultere erano soggette a una severe punizioni, gli anziani invece erano selettivi nelle cerimonie sacre dove partecipavano solo donne di purezza irreprensibile. Tra di loro regole precise proibivano il matrimonio fra i parenti prossimi e in alcune tribù anche fra i parenti distanti o dello stesso clan.

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Tra sorella e fratello vi era un rigido tabù: non appena raggiungevano la maturità, essi non potevano più giocare insieme o parlarsi per cui una vecchia donna Arapaho di 90 anni non aveva mai parlato con suo fratello, poiché era consentita solo la consegna di un breve messaggio con occhi distolti in casi di assoluta necessità. Ma non mancavano eccezioni come tra gli indiani Pueblo del Nuovo Messico, dove i mariti scomodi venivano cacciati col semplice espediente di mettere i loro mocassini fuori dalla porta d’ingresso o con le donne irochesi potevano decidere in qualsiasi momento di ordinare a un uomo di prendere la sua coperta e di andarsene altrove; come secondo Lewis Henry Morgan studioso dei sistemi di parentela , tra gli irochesi dove l’uomo si trasferiva nel villaggio della donna e i beni passavano di madre in figlia : “i motivi più frivoli o il capriccio del momento erano sufficienti a rompere il vincolo matrimoniale”.

I maschi Cherokee con l’arrivo dei bianchi si videro trasformati da cacciatori in agricoltori, un lavoro tradizionalmente femminile e deportati attraverso il cosiddetto Trail of tears, il“sentiero delle lacrime”. in una riserva per far posto ai coloni, un dramma riassunto da un loro Capo con queste parole:
“Siamo stati costretti a bere l’amaro calice dell’umiliazione […]; la nostra patria e le tombe dei nostri padri ci sono state strappate […], contempliamo un futuro in cui i nostri discendenti saranno forse estinti”

Umberto Palazzo

Cultore di Storia della Sessualità

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