Uomini e territori

Equitazione

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Uomini e territori
Fare turismo equestre significa entrare in luoghi nuovi, visitare nuove terre,
conoscere nuove persone, abitudini e costumi ed è per questo che è doveroso per
noi viaggiatori entrare nella corretta filosofia dell’etica e della sostenibilità.
Il viaggio a cavallo ci deve riportare nel tempo in cui gli uomini avevano a loro
disposizione questo unico mezzo di locomozione e dove ci si muoveva
opportunamente in sordina, in modo da non dare fastidio a niente e a nessuno e
dove si manifestava la propria presenza solo in caso di bisogno.
La mia esperienza mi ha insegnato quanto sia conveniente muoversi
attraverso territori nuovi e a volte sconosciuti senza lasciare traccia, sia
materiale che umana e ho sempre ottenuto il risultato di essere alla fine
apprezzato e invitato cordialmente ad entrare nella casa degli altri quale
ospite gradito.
In questo inizio di primavera ho organizzato un paio di viaggi: il primo nella mia
amata terra del Prosecco e un secondo attraversando le Dolomiti di Sesto.
La mia ricetta di viaggio da sempre, e come da sempre l’ho insegnata ai miei allievi,
consiste proprio nel sapersi muovere nell’ambiente senza clamore, in punta di piedi,
nel massimo rispetto delle altrui vite ed abitudini, cercando nel nostro incedere la
gioia della scoperta e la personale felicità, nel massimo rispetto per i nostri cavalli.
Proprio in questi due ultimi viaggi ancora una volta la ricetta mi ha dato ragione
confermando la sua bontà, che è stata apprezzata non solo dal sottoscritto, ma
anche sottolineata dai miei compagni di viaggio.
Vi racconto con ordine. Il Trekking del Prosecco, che è stato baciato da giornate
primaverili, leggermente assolate, gradevoli, tiepide ed accoglienti, disegnate
appositamente per viaggiare a cavallo in completa distensione tra paesaggi da
favola, una chiacchiera e un bicchier di vino.
L’andatura dell’animale che ti culla muovendosi sinuosamente lungo le
coltivazioni a vite con la perfezione dei suoi filari, il gioco dei colori che appagano la
mente e il cuore, il legame di questo ordine legato alla passione, alla cura, alla vita
dell’uomo.

Quello stesso uomo che incontri poco dopo e come in un tempo che sembra
non esistere più ti accoglie gentile, solerte, dispone per il tuo animale e ti fa sedere
ospite gradito nella sua casa e nella sua terra.
Quasi non hai chiesto nulla, anzi pensavi di disturbare, di avere invaso il suo
spazio e invece lui ti offre i suoi prodotti e si compiace della tua soddisfazione e così
inizia un gioco, simile alla storia della ciliegia una tira l’altra, “assaggia questo”,
“senti il profumo di quest’altro”, ed infine trionfante porge l’ultimo uvaggio, la sua
vita per la tua approvazione.
Noi viaggiatori rimaniamo sbalorditi presi da quel vortice e quasi non comprendiamo
quella ospitalità inaspettata che ti riempie l’anima e ti fare pace con il mondo
intero.
Lui non è solo, i suoi figli sono pronti attenti ad ogni bisogna, “i cavalli hanno
sete?”, “non preoccupatevi ci pensiamo noi”, “il caffè”? É lì pronto, neanche te ne
accorgi e se non stai attento ti ustioni le labbra.
Vai cavaliere, entra in questo mondo che ti è sconosciuto. Ti sembrerà di
sognare. Il cuore, la gentilezza che non conoscevi più improvvisamente la ritrovi in
un casale di campagna, tra vigne e terrazzate, dove l’ordine è di casa, dove vive
ancora una parola che forse è uscita dal tuo vocabolario, ospitalità.
Sicuramente percepisci che questa è una giornata di straordinaria felicità,
certo che seduto nei comodi sedili in pelle della tua auto non saresti mai capitato
qui. La parola ospitalità non fa parte del linguaggio dell’autogrill dove ti fermi a bere
il caffè e purtroppo di quel mondo che ci fagocita ogni giorno.
Lasciamo la terra del Prosecco ed andiamo in Alto Adige. Certo qui non sarà
facile, sono persone chiuse, legate al loro Maso, alla loro terra, a volte si rifiutano
addirittura di parlare la nostra lingua.
Lezione numero 2. Non cambia assolutamente nulla.
Semplicemente invertiamo gli ordini, noi portiamo il Prosecco e loro tagliano
speck, salcicce, salami di cervo. L’ospitalità non cambia. Animi generosi, pronti a
tutto per contraccambiare un sorriso, una buona parola, solo per sentirsi dire:
ritornerò.

Ho solo sfiorato il tema dei cavalli sino ad ora e l’ho fatto volutamente, perché
i nostri generosi amici e la storia lo racconta: sono sempre pronti a condurci dove
noi vogliamo giungere e lo fanno con la proverbiale pacatezza, dedizione ed
obbedienza.
Il mio tema oggi ha voluto parlare di filosofia dell’etica, del sapere come
muoversi consapevoli di chi ci circonda e del rispetto nei confronti di ogni singolo
territorio. La conseguenza sarà spesso quella di ottenere il reciproco rispetto,
interessi compresi.
A Dobbiaco abbiamo trascorso delle giornate splendide in uno scenario che
all’inizio ci aveva spaventato; infatti, cinque cm di neve sembravano dovessero
fermarci, e al contrario ci hanno regalato delle cartoline uniche ed irripetibili.
In entrambi i viaggi, il valore aggiunto ci è stato offerto dalle persone che
abbiamo incontrato. Al momento di tirare le somme delle nostre avventure, tutti in
maniera inconsapevole abbiamo capito che oltre allo splendore che questi luoghi ci
hanno regalato passo dopo passo, l’insegnamento e l’esperienza più grande che
abbiamo vissuto ci è stata elargita dalla conoscenza di uomini che mai ti saresti
aspettato.
Tutto ciò lo dobbiamo al cavallo che ci conduce nei suoi mondi altrimenti non
raggiungibili. Tutto ciò lo dobbiamo a questa passione che ci porta in luoghi e
paesaggi dove vivono le fate, … che per fortuna si nutrono di speck e bevono
Prosecco.
Cav Luigi Conforti

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