ROMA – C’era una volta un uomo che con ago e filo disegnava storie di luce, passione e radici. Quell’uomo è Raffaele Marchese, stilista siciliano che ha scelto Roma come sua tela, trasformando il Teatro Brancaccio in un palcoscenico di sogni e colori.
La sua sesta sfilata è stata molto più di una semplice passerella: un rito, un’incantazione, una danza di tessuti e movimenti orchestrata con maestria dal coreografo Sandro Bilotta. Oltre 50 modelle hanno sfiorato la scena con abiti che parlavano di mari mediterranei, di antiche tradizioni e di futuro. Pizzo che accarezza la pelle, jeans che raccontano libertà, costumi da bagno pensati per crociere d’inverno: un caleidoscopio di un universo creativo in cui il glamour convive con la quotidianità, e l’eleganza si fa racconto.
Marchese è figlio della Sicilia, terra di contrasti forti, di sole accecante e ombre profonde, e queste vibrazioni sono impresse in ogni piega, in ogni cucitura delle sue creazioni. Dalla sua isola natale ha portato l’intensità di un sentimento autentico, che poi ha sposato con la raffinata sobrietà di Roma, con l’energia pulsante di Milano e la cosmopolita audacia di New York.
Ma Raffaele non si limita a creare abiti: crea emozioni, storie e un senso di appartenenza attraverso il suo stile unico. I suoi abiti salgono su palchi teatrali, diventano compagni di scena di attrici che, sotto le luci dei riflettori, trovano in quei tessuti un’estensione di sé, una voce in più. Con Giulia Ricciardi e il suo cast al femminile, Marchese ha creato un dialogo di forme e sentimenti che trascende la moda, trasformandola in arte viva.
Marchese è figlio della Sicilia, terra di contrasti forti, di sole accecante e ombre profonde, e queste vibrazioni sono impresse in ogni piega, in ogni cucitura delle sue creazioni. Dalla sua isola natale ha portato l’intensità di un sentimento autentico, che poi ha sposato con la raffinata sobrietà di Roma, con l’energia pulsante di Milano e la cosmopolita audacia di New York.
Ma Raffaele non si limita a creare abiti: crea emozioni, storie e un senso di appartenenza attraverso il suo stile unico. I suoi abiti salgono su palchi teatrali, diventano compagni di scena di attrici che, sotto le luci dei riflettori, trovano in quei tessuti un’estensione di sé, una voce in più. Con Giulia Ricciardi e il suo cast al femminile, Marchese ha creato un dialogo di forme e sentimenti che trascende la moda, trasformandola in arte viva.

La sua carriera è un mosaico di esperienze: dalle atmosfere magiche di Caramella Zoomarine alle risate delle commedie “Le bisbetiche stremate”, dal ritmo di “Ballando con le stelle” all’eleganza di AltaRoma, fino alla corona internazionale di Miss Bellezza nel Mondo e all’ironia dello spettacolo “Ridiamoci sotto”. Ogni progetto una sfida, ogni sfida una nuova pagina scritta con stile e cuore.
La notte del 17 giugno al Teatro Brancaccio non è stata solo una sfilata: è stata una festa, un abbraccio tra moda, danza e sogno. Ho avuto il privilegio di conoscere Raffaele a marzo, in occasione del suo compleanno, grazie all’incantevole insegnante Loredana, che ha l’onore di vestire i suoi abiti. La sua eleganza non è solo nelle stoffe, ma nell’anima, un’anima che sa raccontare storie e incantare chiunque abbia la fortuna di incrociare il suo sguardo.
Raffaele Marchese è più di uno stilista: è un viaggiatore del tempo e dello stile, un cantore di radici e orizzonti, un’artista che con ago, filo e cuore continua a scrivere la sua storia, tra Sicilia e Roma, tra sogno e realtà.
Chissà cosa ci riserverà per il futuro il poliedrico Marchese…
Giorgio Mellucci
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