Disegno di legge per il Sistema Sanitario Veterinario Convenzionato

Ambiente, Natura & Salute

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Una proposta di legge prevede in Italia un Sistema Sanitario Veterinario Convenzionato per gli “animali familiari”, quelli a tutti gli effetti parte di una famiglia, a carico della stessa come ogni altro membro e pertanto con il diritto all’assistenza sanitaria.

Nel nostro sistema sanitario nazionale (SSN) la Sanità pubblica veterinaria e per la sicurezza alimentare tutela la salute umana attraverso la sorveglianza, la vigilanza e il controllo della filiera produttiva degli alimenti di origine animale, dall’alimentazione degli animali fino alla tavola del consumatore. In particolare consiste nella vigilanza sulle malattie degli animali, sugli allevamenti e sull’alimentazione animale, quindi nel controllo sulla produzione e la manipolazione degli alimenti e delle bevande, comprese le funzioni di Ispettorato micologico, inoltre si occupa della tutela del benessere animale.

Diversa la situazione per gli animali domestici, quelli che fanno parte della vita di molti di noi, che con affetto e gioia riempiono le giornate, le case e i giardini. Gianni Rodari voleva poter parlare con tutti gli animali, ma possiamo solo scrutare i pensieri dei nostri amici fedeli e silenziosi, quando occupano un posto, spesso privilegiato, nelle nostre famiglie. Inoltre, va menzionato il fondamentale ruolo svolto dagli animali nelle terapie e nelle attività con fini curativi e riabilitativi. Ma talvolta sono proprio loro ad aver bisogno di cure.

Sono circa 32 milioni gli animali domestici in Italia, secondo le ultime stime, quindi uno ogni due abitanti circa. I cani e i gatti sono gli animali più popolari nelle famiglie italiane, ma amiamo avere anche pesci, tartarughe, rettili, pappagalli, mammiferi di piccola taglia come criceti e conigli. Una volta adottati diventano parte integrante della famiglia, della nostra vita, pronti a prendercene la massima cura qualora abbiano bisogno di aiuto, cure.

Tuttavia in Italia, non abbiamo una normativa specifica che regolamenti il pronto soccorso veterinario. Le strutture che offrono questo tipo di prestazioni possono essere private o pubbliche, cioè l’assistenza è offerta da società private o dalle Aziende sanitarie locali (ASL), con inevitabili differenze tra le strutture. Facendo un esempio: il pronto soccorso veterinario di una ASL può prevedere percorsi diagnostico terapeutici differenti da quelli di una clinica privata.

Aggiungiamo che il pronto soccorso veterinario non è gratuito, pertanto i costi dell’assistenza possono essere molto elevati, più alti in media di quelli di una visita di base dal veterinario. Parliamo, ad esempio, di un costo che può variare dai 60 ai 100 euro per prestazione sanitaria, e che può incrementarsi di molto se si includono le spese per le operazioni e gli interventi successivi.

La città di Roma nel 2024, è stata la prima in Italia  a predisporre una struttura totalmente gratuita per gli animali domestici. Prevede sia il servizio di pronto soccorso H24, sia i laboratori di diagnostica, le terapie intensive e un’area per l’isolamento degli animali che possano essere ipoteticamente affetti da malattie contagiose, quindi due sale operatorie, un’area per la degenza post intervento e una per la sala gessi. Il progetto è stato avviato da Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, che, dopo essersi confrontato con le associazioni di volontariato, fruendo dei fondi del PNRR, ha deciso l’apertura dell’ambulatorio che ha già avuto un buon riscontro e buoni risultati.

Inoltre la Lega antivivisezione e la comunità di Sant’Egidio di Roma hanno aperto il primo ambulatorio veterinario sociale, per i cittadini che abbiano un animale domestico e vivano una situazione di difficoltà economiche. L’ambulatorio offre le visite, gli interventi e le cure gratuite solo per animali i cui proprietari siano in difficoltà.

Riguardo al bonus animali, previsto nella legge di bilancio 2024, è stato concesso grazie ad un fondo che ha avuto un finanziamento per il triennio 2024-2026 pari a 250.000 euro per l’anno 2024, 237.500 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026.

Per accedere al fondo i proprietari di animali da compagnia devono preventivamente identificarli e registrarli nella Banca dati nazionale, sezione Sinac o nelle banche dati regionali per l’identificazione di tali animali. Inoltre devono aver sostenuto, a partire dal 1° gennaio 2024, spese per visite veterinarie, interventi, analisi di laboratorio e per l’acquisto di medicinali, quindi il loro Isee deve essere inferiore a 16.215 euro e alla data di effettuazione di tali spese devono aver compiuto sessantacinque anni.

La domanda per accedere al bonus deve essere presentata alla regione in cui si risiede, secondo le modalità definite da ciascuna regione, indicando obbligatoriamente il numero di iscrizione nella Banca Dati Nazionale, sezione Sinac, o nelle banche dati regionali per l’animale domestico di proprietà, quindi occorre indicare anche l’Isee ed allegare la documentazione relativa alla spesa sostenuta.

Rammentiamo inoltre la possibilità di beneficiare dello sconto Irpef del 19% sulle spese veterinarie, fruibile nella dichiarazione dei redditi.

Di recente, una proposta di legge ordinaria, presentata lo scorso marzo, la n. 2296, mira alla “Istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato per la cura degli animali familiari”, a livello nazionale. Ad oggi non ne è ancora iniziato l’esame, il 22 aprile 2025 è stata assegnata alla 12ª Commissione permanente (Affari sociali) in sede referente, con parere delle Commissioni I Affari Costituzionali, V Bilancio e Tesoro, XIII Agricoltura e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Sette gli  articoli  di cui si compone, quindi nell’articolo 1 sono definite le figure di animale familiare e di allevatore di animali familiari, mentre all’articolo 2 sono definite le finalità della proposta di legge: adozione di misure per la salvaguardia e la cura degli animali familiari, mediante l’istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato.

L’articolo 3 circoscrive l’istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato, interamente gratuito, per gli animali familiari di famiglie che appartengono a determinate categorie bisognose di tutela. ” esenti dalla partecipazione alle spese del Servizio sanitario nazionale (SSN) per
motivi di reddito”. Sono inoltre previste prestazioni veterinarie gratuite per cani e gatti randagi o ricoverati in canili (privi di convenzione con enti pubblici), per i cani guida per ciechi e per gli animali utilizzati per pet therapy.

L’articolo 4 definisce le modalità per accedere ai farmaci veterinari: gli assistiti con esenzione dalla partecipazione alle spese del SSN, per motivi di reddito, avranno anche i farmaci gratuitamente, riguardo agli altri assistiti si prevede che il costo sia comunque definito secondo le norme in vigore per i farmaci di fascia C, non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale.

L’articolo 5 prevede che le convenzioni per i medici veterinari siano regolate dalle norme contrattuali vigenti. Pertanto, i medici veterinari dipendenti dalle ASL, che esercitino la propria attività in regime di libera attività professionale intramuraria, saranno iscritti in seguito a presentazione di una domanda in un apposito elenco speciale. Mentre i veterinari liberi professionisti, che intendano accreditarsi con il Servizio sanitario veterinario convenzionato, dovranno presentare la richiesta al proprio ordine professionale provinciale.

L’articolo 6 prevede che le associazioni animaliste, già riconosciute dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, avranno la possibilità di richiedere l’accesso alla convenzione, purché dimostrino di poter disporre di almeno due medici veterinari e di strutture regolarmente autorizzate.

Infine l’articolo 7 provvede alla copertura degli oneri finanziari derivanti dall’attuazione della legge, stimati in 15 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025.

La proposta di legge, che potrà sicuramente essere emendata in alcune parti nel suo iter parlamentare,  prevede un sistema simile a quello umano, mira anche a combattere il randagismo e definisce gli animali da affezione come “animali familiari”, a tutti gli effetti parte di una famiglia, a carico della stessa come ogni altro membro e pertanto con il diritto all’assistenza sanitaria, pertanto è sicuramente già meritevole di consenso oltre che di apprezzamento.

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