“Ferro e Anima” –  un libro per commemorare  Mino Milani

Lombardia

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Un’opera in ferro battuto, un libro dalle pagine vuote, una penna di fagiano e un calamaio. Non è solo una scultura, ma un invito a ricordare, immaginare, e continuare a scrivere. Così Pavia ha scelto di rendere omaggio a Mino Milani, scrittore, giornalista e storico profondamente radicato nella sua città, con un gesto carico di poesia e significato.

L’iniziativa è stata presentata durante la tradizionale Festa del Carmine, uno degli appuntamenti più sentiti dalla comunità pavese, dove spiritualità, cultura e tradizione si intrecciano ogni anno. In questo contesto, la scultura – realizzata dal maestro araldico Marco Pilla – è stata inaugurata nei pressi della chiesa del Carmine, luogo simbolico e caro a Milani, ricorrente nei suoi racconti e nella sua visione della città.

La scultura rappresenta un grande libro aperto, interamente forgiato nel ferro, ma con un dettaglio sorprendente. Le pagine sono lasciate volutamente vuote, al loro fianco, una penna di fagiano e un calamaio, anch’essi in ferro, suggeriscono una narrazione ancora da scrivere. L’idea è che ogni passante, ogni lettore, possa idealmente aggiungere un pensiero, una memoria, un ricordo. È un gesto immaginario ma potente, il dialogo con Mino Milani continua, anche dopo la sua scomparsa, grazie a questa presenza silenziosa ma eloquente.

L’idea è nata da Walter Vai, cantastorie pavese, amico e allievo prediletto di Milani, che da anni si dedica a tramandare la sua eredità culturale. “Questo libro in ferro è come le sue storie, forte, radicato nella realtà, ma pronto a spalancarsi sull’immaginazione”, ha dichiarato Vai nel corso della cerimonia. La sua iniziativa ha trovato il sostegno della comunità e delle istituzioni locali, culminando in un evento partecipato e sentito.

La serata del 26 giugno, momento culminante delle celebrazioni, ha visto la partecipazione commossa dei familiari dello scrittore – tutti i suoi nipoti erano presenti – e delle principali autorità cittadine, tra cui Alessandro Cattaneo e Alessandro Cantoni. Entrambi hanno sottolineato il valore umano e culturale di Milani, ricordando quanto abbia contribuito a fare di Pavia non solo una città di pietra e fiume, ma una città di storie, di memoria e di immaginazione.

Non è un caso che la scultura sia stata collocata accanto alla chiesa del Carmine. Per Milani, quel luogo non era soltanto un punto di riferimento religioso, ma una vera e propria cattedrale narrativa, un simbolo costante nei suoi romanzi, nei suoi racconti e persino nella sua produzione storica. Lì, tra le navate e i vicoli intorno, prendevano forma molte delle sue ambientazioni più suggestive.

Con questo gesto, la Festa del Carmine del 2025 assume un significato speciale, diventa non solo celebrazione di fede e tradizione, ma anche memoria viva di un uomo che ha saputo raccontare Pavia con occhi unici. Il libro di ferro, con le sue pagine bianche, è più di un monumento, è una promessa,  quella di continuare a scrivere, a ricordare, a immaginare.

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