Il cavallo si rispetta in molti modi

Equitazione

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Il cavallo si rispetta in molti modi
In questi giorni di vacanza ho avuto modo di vedere sui social numerosi video relativi
a cavalieri che in vacanza e per diletto sono impegnati in passeggiate e trekking
affrontati con gioia e rilassatezza, come è giusto che sia, lungo territori che
presentano diverse difficoltà e notevoli dislivelli.
Da buon Maitre Randonneur e Docente della Disciplina, il mio occhio va
naturalmente a cadere sulle tecniche usate, sull’uso dei cavalli e sul comportamento
dei cavalieri. Ho notato un particolare che mi ha colpito in maniera eclatante,
soprattutto perché questo tipo di atteggiamento contrasta nettamente con la
tecnica e il rispetto che un cavaliere deve tenere nei confronti del proprio animale.
Sarete curiosi nel capire a cosa mi stia riferendo, pertanto vado a chiarire il
concetto.
Ho notato che quasi nessun cavaliere quando affronta delle salite, neppure in quelle
più impegnative e importanti, si solleva sulle staffe al fine di rendere meno pesante
lo sforzo del cavallo. Ritengo quindi possa essere utile fare tutti insieme un ripasso
sulle modalità e sulla tecnica da usare quando con il nostro cavallo andiamo a fare
un bel viaggio in montagna.
Iniziamo con lo stabilire un dato di fatto assoluto e cioè che attraverso la giusta
tecnica possiamo affrontare percorsi più lunghi ed impegnativi, rispettando e
risparmiando le energie del nostro animale.
I dislivelli vanno affrontati con buon impegno delle forze e ripartizione dei pesi e
quindi con il giusto equilibrio.
Vediamo allora come si comporta il cavallo quando affronta una salita:
distende l’incollatura;
viene sotto la massa con i posteriori ed inarca le reni;
contrasta la spinta opposta della gravità spingendo avanti la massa con i
posteriori;
deve vedere dove va.
Vediamo ora cosa deve fare il cavaliere per rendere più semplice questa azione:
Il cavaliere in salita deve muoversi al fine di ottenere una situazione di
massimo rispetto nei confronti del cavallo, quindi dovrà concedere libertà alla

BOCCA, al COLLO e ai LOMBI, sarà così che nel momento di massimo impegno
arrecherà allo stesso il minimo disturbo.
Pertanto le mani terranno un leggerissimo e costante contatto, sia a una
mano che a due; non dovranno aggrapparsi alle redini e saranno portate in avanti
quanto serve.
Le gambe, necessarie per ottenere una buona solidità in sella, cercheranno
l’aderenza al corpo del cavallo, tracciando una linea: coscia, piego del ginocchio e
talloni.
Si dovrà fare attenzione a non reggersi sulle staffe facendo scappare i piedi
indietro ed infine, quando ci si alzerà in piedi, non si dovranno aprire le ginocchia,
altrimenti avremo maggior instabilità e porteremo più peso sul dorso del cavallo.
Infine, attraverso lo spostamento in avanti del busto, ci si avvicinerà al
baricentro del cavallo, con l’obbiettivo di lasciare liberi i lombi permettendo così ai
posteriori di venire sotto la massa. Maggiore sarà la pendenza e maggiormente ci si
inclinerà in avanti sollevando le natiche dalla sella.
Nelle salite più impegnative sarà possibile aggrapparsi ad un ciuffo della criniera e
dovremo ricordare sempre al termine di una salita di risederci sulla sella con
dolcezza e mai bruscamente.
Volutamente non mi sono addentrato più profondamente nella lezione e nei
consigli, per non diventare noioso e pedante, spero solo che quanto detto possa
servire agli amici cavalieri amanti delle escursioni in campagna a riflettere sul come
in fondo sia facile essere più rispettosi e vicini alla nostra cavalcatura, alla quale
troppo spesso lasciamo tutto il carico e la fatica del nostro viaggio.
Molti cavalieri dichiarano amore infinito per il proprio animale, ma spesso non sono
troppo coerenti in queste dichiarazioni, pertanto ricordiamoci che ogni piccolo
gesto, anche tecnico, come affrontare una salita potrebbe essere un piccolo segno
d’amore.
Buona passeggiata a tutti.

Maitre Randonneur – Cav. Luigi Conforti

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