L’Italia sta lentamente riscoprendo il suo potenziale, con il potere d’acquisto pro capite che ormai si avvicina ai 20.000 euro. Un traguardo importante, anche se il costo di circa 3.167 euro per abitante rappresenta tuttora un peso significativo. Dopo una perdita di 154 miliardi di euro, gli italiani hanno recuperato 71 miliardi, migliorando di 1.683 euro pro capite, ma il cammino verso la stabilità richiede ancora impegno e determinazione. Cresce insomma il potere d’acquisto delle famiglie italiane, aumenta il reddito, ma i consumi non decollano. Il primo trimestre del 2025 restituisce l’immagine di un’Italia che guadagna di più, ma spende con cautela. A dominare è un clima di prudenza, specchio di un’inflazione che non molla — soprattutto nel carrello della spesa — e di un contesto economico che continua a mandare segnali contrastanti. Il reddito disponibile è cresciuto di 25,8 miliardi di euro ( circa 688 euro per abitante) rispetto al quarto trimestre 2019 e di 15,2 miliardi di euro ( 263 euro per abitante) negli ultimi dodici mesi.
Secondo l’Istat, tra gennaio e marzo il reddito disponibile è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è salita solo dell’1,2%. Il risultato? Cresce la propensione al risparmio, che si attesta al 9,3% (+0,6 punti percentuali), su livelli relativamente alti rispetto alla media degli ultimi tre anni. Gli italiani, in sostanza, scelgono di mettere da parte una parte crescente del proprio reddito, anche se il potere d’acquisto è migliorato dello 0,9%, in linea con l’aumento dei prezzi.
L’Italia è arrivata ora a pareggiare i conti con la Francia, cancellando una distanza nel prodotto per abitante che era del 10,1% nel 2020 e dell’8,8% nel 2015, ha quasi dimezzato lo “spread” con la Germania, passato in cinque anni dal 24,3% al 13,9%, e ha ricucito i rapporti con la media dell’area Euro, da cui la separa un 5,9% invece del 10,7% del 2020 e del 9,4% registrato nel 2015 (il tutto ovviamente misurato sui confini attuali della moneta unica).
Secondo quanto ha certificato l’Ocse, in Italia il reddito reale delle famiglie ha registrato nel 2024 una crescita più consistente rispetto alla media degli altri paesi del G7. In particolare, nei primi tre mesi del 2024, il reddito reale pro capite in Italia è aumentato del 3,4%, il dato più alto tra i paesi del G7, secondo quanto riportato dall’OCSE. Questa crescita è stata trainata principalmente dall’aumento dei redditi da lavoro dipendente e dai trasferimenti sociali, invertendo il calo dello 0,5% registrato nel trimestre precedente.
Nel conteggio basato sugli standard a parità di potere d’acquisto, il Pil italiano non si è limitato a recuperare il proprio posizionamento europeo pre-Covid, ma ha superato di un soffio le condizioni del 2015, quando era in linea alla media dell’Eurozona oggi superata dell’1,1%%. Oltre a riagguantare i livelli francesi e a quasi dimezzare il gap con la Germania, questo indicatore gioca una gara complicata con la Spagna, che in questi anni è fra le regine della crescita europea: nel 2025 ciascun italiano è “titolare” di un prodotto interno del 6,2% superiore a quello di ogni spagnolo, dieci anni fa la distanza era marginalmente più ridotta (+5,9%) ma nel 2020, anno di crollo dell’economia di entrambi i Paesi, era del 13,1%.