Anche la premier danese socialista sposa il modello Albania sui migranti

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“Il semestre di presidenza europea della Danimarca, a cui auguro buon lavoro, inizia con il passo giusto. almeno in tema di migranti. Tra le priorità programmatiche del governo danese, malgrado sia socialista, c’è infatti la lotta alla migrazione irregolare e la gestione dei flussi migratori , indipendentemente dai colori politici e la ministra danese per gli affari europei, Maria Bjerre, indica come modello l’accordo tra Italia e Albania. E’ la conferma che la rotta tracciata dal governo italiano su questo tema sta diventando il riferimento delle politiche europee, anche di nazioni con governi di sinistra. E’ la sinistra italiana la vera isolata in Europa”. Le parole del copresidente del gruppo ECR, Nicola Procaccini, sono indicative di come il semestre di presidenza danese si apra all’insegna della lotta alla immigrazione irregolare, seguendo il solco della politica migratoria inaugurata da Giorgia Meloni, e che sta diventando sempre piu un modello per mezza Europa, anche in paesi governati dalla sinistra come appunto la Danimarca.

 

“Lavoreremo sul concetto di Paesi sicuri nell’ambito della direttiva rimpatri: non possiamo ammettere che i flussi irregolari indeboliscano la coesione europea”, ha dichiarato infatti, la ministra Marie Bjerre al debutto della presidenza.
“Avremo un nuovo concetto di Paesi sicuri”, ha assicurato in un punto stampa tre giorni fa a Bruxelles, ribadendo che la Danimarca sostiene “i ‘returns hub’ come quelli frutto dell’accordo Italia-Albania”. “Credo – ha sottolineato – che questo debba essere fatto a livello europeo: le regole internazionali non devono proteggere i migranti più di quanto proteggano i cittadini europei”. Il vento d’altra parte in Europa è cambiato e l’Ue, come molti Stati membri, sta rivedendo l’approccio in senso restrittivo. Basta vedere quanto accade in Germania, con i controlli alle frontiere per bloccare i migranti irregolari e le contromisure adottate dalla Polonia, che non vuole ‘respingimenti’ all’interno dei propri confini. Insomma, un inasprimento che rischia, per effetto collaterale, di minacciare persino una delle conquiste maggiori dell’Ue: la libera circolazione dei beni e delle persone all’interno dell’area Schengen.
“L’attuale sistema di asilo è andato e dobbiamo essere molto franchi con chi viene: chi commette crimini e non rispetta i nostri valori non ha posto in Europa e deve essere espulso”, ha scandito la premier Mette Frederiksen in conferenza stampa con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen per l’avvio della presidenza di turno Ue. “Abbiamo delle proposte concrete sul tavolo, che possono aprire la strada agli hub per i rimpatri”, ha assicurato. Nei prossimi sei mesi, dunque, ci potrà essere senz’altro un’ulteriore accelerazione sul dossier migrazione.

Dal 1° luglio è iniziata la presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo che detiene il potere legislativo insieme al Parlamento Europeo e che rappresenta i governi dei 27 paesi membri. L’incarico dura sei mesi e ha una certa importanza: il paese che detiene la presidenza pianifica e presiede le riunioni del Consiglio, e quindi in una certa misura può influenzarne il lavoro in base alle sue priorità.

Da anni la politica danese adotta un approccio molto duro verso l’immigrazione. Negli ultimi anni il numero di persone che hanno ottenuto diritto d’asilo in Danimarca è assai diminuito, e nel 2021 il parlamento approvò una legge, che aveva l’obiettivo di bloccare del tutto l’arrivo di migranti nel paese, tra le altre cose. In questo senso la Danimarca potrà contare su un ampio sostegno: molti altri governi europei sono a favore di misure più dure per contenere i flussi migratori, e alcuni hanno lodato proprio l’esempio del governo Frederiksen.

“Stiamo pagando le conseguenze di una migrazione incontrollata nelle nostre società”, ha affermato la leader socialdemocratica in occasione della consueta visita del collegio dei Commissari alla presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Insieme alla difesa e al supporto all’Ucraina, Copenaghen ha inserito la migrazione nelle priorità del proprio semestre alla guida dei Paesi membri. Insomma è probabile che con il nuovo semestre danese si possa arrivare anche a livello europeo ad una maggiore definizione di quella che deve essere la politica migratoria della Ue, che sembra inevitabilmente destinata a sposare quella portata avanti dalla premier italiana e dal governo italiano.

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