“Diplomazia impiantistica ed energetica” – 50^ Convegno ANIMP

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Sostenibilità, nuovo nucleare, “Carbon Capture” ed ESG in vista di un “Re-energyEU” a propulsione italiana come leve strategiche nello scenario internazionale. Con questo auspicio si è concluso  con ampia partecipazione e rilevanza istituzionale il 50° Convegno Nazionale di ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale), tenutosi all’Acquario Romano.

Dai lavori del Convegno è emersa con chiarezza una tesi strategica: l’ESG, il nuovo nucleare – nella sua accezione italiana, esplorata anche attraverso una survey dedicata – e la CCUS (Carbon Capture, Utilisation and Storage) possono configurarsi come autentici assi nella manica istituzionali e imprenditoriali per la diplomazia energetica e impiantistica italiana. Un ruolo che ANIMP rivendica con forza in patria e che le sue imprese associate già interpretano con successo e rilevanza sui mercati globali.

Un’edizione dal forte valore simbolico e operativo, che ha posto al centro il ruolo dell’impiantistica industriale nel nuovo scenario della diplomazia energetica europea e internazionale.

Ad aprire i lavori il Presidente ANIMP, Marco Villa, che ha dichiarato: «Abbiamo voluto celebrare questa cifra tonda della nostra storia guardando al futuro: al nostro Paese serve sempre più un’industria impiantistica che contribuisca in modo attivo al posizionamento dell’Italia nella mappa globale dell’energia. La transizione non può prescindere dall’innovazione tecnologica, dalla qualificazione delle competenze e da una nuova cultura della sostenibilità che coinvolga tutti gli attori della filiera».

E’ seguita la lectio magistralis del Prof. Enrico Giovannini, Direttore scientifico ASviS, dedicata alla necessità di integrare pienamente le politiche di sviluppo sostenibile anche nel disegno industriale italiano.

Tra i momenti più rilevanti:
– la presentazione della Survey sul nuovo nucleare realizzata da ANIMP in collaborazione con il Politecnico di Milano,
– la presentazione dei risultati del Gruppo di lavoro ANIMP sull’ESG,
– la celebrazione dei 25 anni di collaborazione tra ANIMP e IPMA International, suggellata dall’intervento del Presidente IPMA, Mladen Vukomanovic.

I dati della survey sul nucleare: Un potenziale solido con alcune criticità strutturali

I primi risultati della survey condotta da ANIMP insieme al Politecnico di Milano (Dipartimento di Ingegneria Gestionale) sullo “Stato della filiera nucleare in Italia”, con un focus particolare sui Large Reactors (LR).

L’indagine ha coinvolto 48 aziende italiane attive nel settore dell’impiantistica industriale, con l’obiettivo di valutare quanto siano pronte a un possibile rilancio del nucleare, analizzando competenze, infrastrutture disponibili, livelli di certificazione e asset strategici.

I dati rivelano un quadro industriale robusto: una buona parte della filiera italiana possiede competenze tecniche, risorse produttive e un’esperienza significativa acquisita in settori affini o attraverso collaborazioni internazionali. Tali competenze potrebbero essere trasferibili al settore nucleare. I costi di un reattore nucleare sono infatti localizzati per il 67% nella parte convenzionale d’impianto, con il 23% nella “isola nucleare” che include il 12% di Nuclear Steam Supply System (NSSS), ovvero la parte più “peculiarmente nucleare”.

Anche se alcuni componenti delle aree convenzionali hanno dimensioni che si potrebbero trovare al di fuori di quelle massime producibili in Italia, le aziende della survey hanno risposto positivamente per i sistemi di quest’area. Per quanto riguarda il 23% nella “isola nucleare” vi sono criticità su sistemi specializzati (ad esempio quelli connessi alla barre di controllo) e circa le certificazioni, ma anche in questo ambito le aziende hanno risposto positivamente.

L’industria impiantistica italiana accelera verso l’ESG: i risultati del GdL ANIMP.

Il documento elaborato dal Gruppo di Lavoro ESG di ANIMP sottolinea l’importanza di potenziare il supporto alle PMI, che rappresentano la spina dorsale della filiera, e propone un ecosistema di servizi strutturato su quattro assi strategici: cultura e formazione, comunità e collaborazione, supporto operativo e monitoraggio normativo. ANIMP si propone quindi come un attore chiave nella transizione sostenibile, fornendo strumenti per trasformare le sfide normative in opportunità concrete di competitività e innovazione.

Dai dati raccolti sulla piattaforma SupplHi, che ha esaminato oltre 11.200 fornitori industriali (di cui circa 4.600 italiani), emerge che le aziende italiane mostrano un ritardo medio del 10-15% rispetto ai loro concorrenti europei, con evidenti criticità in ambito sociale (come pari opportunità e condizioni di lavoro) e nella misurazione delle emissioni di gas serra (GHG). Tuttavia, le 146 aziende associate ad ANIMP incluse nell’analisi si distinguono per performance ESG superiori alla media nazionale, e in alcuni casi sono allineate o addirittura migliori rispetto a quelle europee.

Un aspetto fondamentale del report ANIMP riguarda le competenze professionali necessarie per affrontare la transizione ESG. Due figure chiave emergono: il Project Manager con competenze in sostenibilità (secondo la Sustainable Project Management ICB4 Reference Guide di IPMA) e il Sustainability Manager (secondo la norma UNI/PdR 109:2021). Entrambi hanno la capacità di integrare la sostenibilità – ambientale, sociale e di governance – nelle strategie aziendali e nei progetti complessi dell’impiantistica.

“Stiamo parlando di una nuova cultura industriale, dove l’efficienza si sposa con la responsabilità, e dove ANIMP aspira a diventare un catalizzatore – sottolinea Giovanni Del Serrone, Direttore generale ANIMP. L’Associazione ha infatti lanciato l’idea di un vero e proprio hub nazionale per la sostenibilità impiantistica, completo di corsi, eventi, piattaforme, partnership e un sistema di “intelligence normativa” per anticipare vincoli e opportunità. Un ecosistema, insomma, che aiuti le imprese a non rimanere indietro. Perché oggi, chi investe in sostenibilità, investe nel futuro. E l’impiantistica italiana – che ha sempre saputo coniugare ingegno e concretezza – ha tutte le potenzialità per trasformare l’obbligo in vantaggio. Nel cuore della transizione energetica e digitale, l’Italia dell’impiantistica non si ferma. Al contrario, progetta, misura, forma. E con questo impegno collettivo, dimostra che un futuro industriale sostenibile non è solo un sogno: è già in corso.”

“Il vero tallone d’Achille che emerge dalla survey – spiega Davide Caparini, coordinatore della survey di ANIMP – riguarda le certificazioni di qualità necessarie per operare nel settore nucleare e le infrastrutture dedicate alla qualificazione e al testing. Molte delle aziende intervistate pur avendo le competenze non investono nelle qualifiche (come quelle previste dalle norme NQA-1, ISO 19443, ASME, ecc.) semplicemente perché non esiste un mercato nucleare che giustifichi i costi. Eppure, la maggior parte di queste imprese ha dimostrato una reale disponibilità a colmare il gap, se si delineasse un quadro normativo stabile, prevedibile e supportato da strumenti di accompagnamento”.

“La filiera industriale italiana è viva e pronta a dare il suo contributo, ma senza una regia strategica rischia di disperdersi – afferma Giorgio Locatelli, Professore del Politecnico di Milano School of Management, che ha collaborato alla survey con ANIMP – Il Paese ha già casi competenze, risorse e attori industriali di alto livello. Ora è necessaria una visione coordinata tra pubblico e privato, capace di far fare il salto di qualità e quantità a un settore strategico per la transizione energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e l’innovazione tecnologica. Il futuro del nucleare non è un ritorno al passato: è un’opzione per costruire un equilibrio energetico solido, sostenibile e tecnologicamente avanzato. L’Italia ha gli molti degli strumenti e il capitale umano per affrontare questa sfida: basta volerlo.”

“Le grandi aziende sono spesso all’avanguardia, ma le PMI – il vero cuore della nostra economia – necessitano di strumenti, formazione e una visione più integrata. E sorprendentemente, oltre la metà delle aziende associate ANIMP ha già intrapreso il percorso ESG, ottenendo risultati superiori alla media europea. Come sottolinea Giovanni Pisano, Responsabile del Certification Body IPMA Italy di ANIMP, dietro a questi numeri ci sono persone: ingegneri, project manager e imprenditori che ogni giorno affrontano la sfida di creare valore riducendo gli impatti. Sono loro i protagonisti di una trasformazione che ha nomi e strumenti ben definiti: il Project Manager con competenze ESG, il Sustainability Manager, la misurazione della carbon footprint e le strategie per un’economia circolare”.

Sul nuovo nucleare è intervenuto di Davide Caparini, Consigliere ANIMP: «Il nostro lavoro con il Politecnico di Milano dimostra che esiste una nuova generazione di tecnologie e professionalità pronte a raccogliere la sfida del nucleare pulito. È il momento di investire con lucidità, visione e pragmatismo».

 

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