Gaza: almeno 27 vittime nei raid israeliani, tra cui bambini

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Secondo la Protezione Civile palestinese, gli attacchi israeliani hanno provocato almeno 27 morti nella Striscia di Gaza, tra cui diversi minori. I bombardamenti, concentrati nelle ore precedenti l’alba e nella mattinata di domenica, hanno colpito abitazioni civili e campi profughi, aggravando ulteriormente una crisi umanitaria già drammatica dopo 21 mesi di conflitto.

I soccorritori sul terreno hanno segnalato danni ingenti e vittime in diverse aree del territorio, già devastato da mesi di violenze. Le operazioni di ricerca e recupero sono ancora in corso, tra macerie e difficoltà logistiche, mentre il bilancio potrebbe peggiorare.

Interpellato da alcune agenzie di stampa, l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni immediate in merito agli attacchi. Intanto, a Gaza City, i bombardamenti notturni hanno seminato morte e distruzione: nel campo profughi di Shati, un’abitazione è stata colpita, uccidendo cinque palestinesi, tra cui donne e bambini.

Secondo il portavoce della Protezione Civile, altri due raid hanno centrato altrettante abitazioni, provocando tre vittime – tra cui un minore. I soccorsi continuano tra le macerie, mentre la popolazione, già stremata da quasi due anni di guerra, affronta una nuova ondata di violenza.

Nel campo profughi di Nusseirat, nel centro del territorio, un bombardamento ha raso al suolo un’abitazione, uccidendo 10 persone. Poche ore dopo, sempre nella stessa zona, altri sei palestinesi hanno perso la vita vicino a un punto di distribuzione di acqua potabile, in quello che appare come un ennesimo attacco contro la popolazione civile.

Nel campo profughi di Al-Mawassi, a sud della Striscia, altri tre civili sono stati uccisi in un raid israeliano. Le operazioni militari continuano senza sosta, lasciando dietro di sé una scia di sangue e distruzione, mentre la già disperata situazione umanitaria peggiora di ora in ora.

A causa del severo assedio imposto da Israele su Gaza e delle pesanti restrizioni all’accesso dei media, risulta estremamente complicato verificare in modo autonomo le notizie che provengono dal territorio. Le testate giornalistiche sia nazionali che internazionali, non sono in grado di confermare in maniera indipendente i bilanci delle vittime né le dichiarazioni delle parti coinvolte.

Questa situazione rende particolarmente difficile ricostruire con precisione gli eventi, lasciando spesso spazio a versioni contrastanti e a un inevitabile vuoto informativo. I reporter sul campo operano in condizioni estreme, mentre il mondo cerca di comprendere la reale portata di una crisi umanitaria che si aggrava giorno dopo giorno.

Fonte immagine: Midi Libre

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