Al tempio di Adriano a Roma oggi 18 Luglio, Fratelli d’Italia ha organizzato il consueto appuntamento che tiene per parlare di mafia in concomitanza con gli attentati di mafia che nel 1992 uccisero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La presenza dei massimi esponenti locali e nazionali del [partito, a cominciare dal ministro della giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, Arianna Meloni, il sottosegretario alla giustizia Andrea dal Mastro delle Vedove, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, il responsabile dell’ufficio studi Francesco Filini e i capogruppo di camera e Senato del partito Lucio Malan e Galeazzo Bignami, che ha spiegato alla stampa che “Il governo Meloni fin dal proprio insediamento con l’approvazione del carcere ostativo recependo quelle che erano le indicazioni della Cedu ha dato un segnale chiaro su quella che era l’impronta che si intendeva dare e che caratterizza l’azione del governo rispetto alla lotta alla mafia”. Ribadendo come tra le prima azioni del governo ci siano state proprio quelle del carcere ostativo ai mafiosi e che proprio sotto i governo meloni dopo oltre trent’anni si di latitanza si e finalmente arrivati alla cattura di Matteo Messina Denaro. “Un’azione – ha aggiunto Bignami – ribadita anche nel recente dl sicurezza e che si dimostra quotidianamente come anche testimonia la presentazione dell’esposto sull’utilizzo dei flussi irregolari di immigrazione da parte delle organizzazioni malavitose per introdurre le persone e che rende evidente la prospettiva schiavista di queste organizzazioni nei confronti degli esseri umani”.
Si chiama “Parlate di mafia” l-evento che i gruppi parlamentari del partito della premier, organizzano tutti gli anni da 4 anni. Quest’anno la scelta e caduta sulla capitale, nella scenografica cornice del Tempio di Adriano, sede della camera di commercio di Roma. Un evento che ha visto una folta partecipazione di militanti e di pubblico in sala, accorsi per ascoltare le parole degli illustri convenuti e per ascoltare il gran finale con l=intervista fatta dal direttore del Tempo Cerno al ministro della giustizia. Il capogruppo al Senato Malan, ha voluto ricordare come l-impegno dei primi 1000 giorni di governo sia stato senza sosta contro le mafie “Lotta alla mafia e impegno per la legalità è stata una costante nei 1000 giorni del Governo Meloni. L’Italia è sempre al fianco di chi difende la sicurezza dei cittadini che non deve essere insultato come succede in certe manifestazioni o mandao a processo per aver inseguito dei criminali”,
D’altra parte che la lotta alla mafia sia un priorita del governo ( Giorgia Meloni ha sempre dichiarato di aver deciso di fare politica proprio come reazione al truce attentato contro Paolo Borsellino) viene confermato da alcuni dati; I beni sequestrati alle mafie grazie al governo Meloni sono in totale 11.716 che, complessivamente, costituiscono un valore pari a 1.760.555.093,81 di euro, di questi 3.750 sono immobili, come appartamenti ville e terreni, per un valore di 751.449.100,36 di euro, 1.232 rappresentano invece i beni mobili, come autovetture o imbarcazioni, che raggiungono i 28.517.595,37 euro di valutazione, 6.734, infine, è il numero delle aziende, delle quote societarie, dei titoli e dei depositi bancari sequestrati, che arrivano a pesare 980.588.398,08 di euro sul bilancio dei sequestri. Anche per i beni confiscati i numeri sono molto elevati, a conferma del buon lavoro del governo sulla lotta alle mafie: 6.104, ecco il numero che rappresenta il totale dei beni confiscati alle mafie per un valore totale di 1.133.711.201,19 di euro: 2.573 sono i beni immobili con un valore di 394.669.520,19 di euro, 553 i beni mobili per una cifra di 14.628.943,00 di euro ed, infine, 2.978 rappresenta il numero delle aziende, dei titoli, delle quote societarie che arrivano ad un valore complessivo di 724.412.738,00 di euro.
I dati rivelano che i latitanti trovati sono in totale 68: 2 di Cosa Nostra, 27 facenti parte della Camorra, 22 della ‘Ndrangheta, 9 della criminalità organizzata pugliese e 8 per gravi delitti. Di questi fanno parte 3 categorie di soggetti, ovvero i latitanti di massima pericolosità, quelli pericolosi e quelli di rilievo, i quali risultano essere il numero più elevato di latitanti arrestati.
Ma oltre ai soli latitanti occorre guardare al numero dei soggetti arrestati per associazione mafiosa, questo risulta essere 2.029: per Cosa Nostra i soggetti arrestati sono 205, mentre 598 sono quelli affiliati alla Camorra, 869 i soggetti legati alla ‘Ndrangheta e 357 quelli della criminalità organizzata pugliese. Un impegno riconosciuto anche da uno dei giudici da sempre in prima linea contro le mafie, Nicola Gratteri, che nel suo recente libro, Una Cosa sola, apre uno spiraglio di credito al governo di Giorgia Meloni nella lotta contro la mafia, sostenendo che la revisione del 416bis potrebbe essere utile, dato che le mafie di oggi si avvalgono meno della violenza diretta, preferendo la corruzione e l’intimidazione. Tuttavia, Gratteri critica alcune delle riforme recenti, come l’abolizione dell’abuso d’ufficio e la stretta sulle intercettazioni, sostenendo che queste misure hanno reso più difficile il lavoro dei magistrati. Lo stesso Gratteri aveva difeso l-operato del sottosgretario Del mastro, definendolo uno che le cose le fa e che se in Italia abbiamo il 41 bis ” cosi com’e’ lo dobbiamo a lui.”
L’evento a Roma e’ servito a mostrare come la lotta alle mafie e alle droghe, in cui come ha sostenuto il sottosegretario Mantovano, il nostro paese viene considerato una assoluta eccellenza a livello mondiale, sia nel contrasto che nella fase investigativa, e’ sempre stata e continuerà ad essere una delle priorità di questo governo.














