La bardatura da turismo equestre

Equitazione

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La bardatura da turismo equestre
La cosa bella di tenere un appuntamento quasi settimanale con gli amici del Corriere
Nazionale inerente alle questioni equestri e nel mio caso specifico parlando di
campagna, sta nel fatto che in fondo i pezzi mi vengono suggeriti o richiesti dagli
stessi lettori.
Così è capitato anche questa volta, dove alcuni lettori mi hanno posto un argomento
molto rilevante, spesso motivo di animati dibattiti anche durante le mie docenze o
stage quando si arriva all’argomento bardature.
Qual è la sella consigliata per un buon turismo equestre?
Credo sia corretto chiarire che nel mondo equestre al giorno d’oggi ogni specialità o
disciplina fa uso di una sella specifica, ovvero studiata per concedere la migliore
performance possibile; nella disciplina del salto ostacoli, “la sella inglese”; nella
disciplina dell’endurance, le leggere “selle da endurance”, ma a seguire troviamo
selle che ben si adattano alle più svariate attività, agonistiche e non, da dressage, da
polo, araba, spagnola, ecc.
Poi ci sono le selle per la monta da lavoro, come la famosissima sella americana, la
sella maremmana, la sella argentina, e così via. Tutte queste bardature
fondamentalmente si ispirano al lavoro di raduno del bestiame come nelle note e
tradizionali attività svolte dai cowboy.
La sella americana o western a sua volta si distingue per le varie specialità sportive
per la quale viene usata, ovvero il barrel, il cutting, il reining ecc.
Il nostro tema deve rimanere legato al turismo equestre e quindi per questa
disciplina la scelta della sella cade sicuramente sulle selle da trekking, bardature che
devono essere comode per il binomio cavallo e cavaliere, bardature che devono
distribuire bene il peso e devono dare la possibilità di essere corredate di bisacce e altri
accessori. Generalmente queste selle vengo accessoriate di pettorale e sottocoda.
Il turismo equestre è una disciplina che prevede lunghi viaggi su terreni vari, per
lunghi tempi e con eventuali carichi a seguito, pertanto è opportuno che la
bardatura sia adatta a sopportare tali difficoltà, recando il minore fastidio possibile
al cavallo e nello stesso tempo regalando relativa comodità al cavaliere.
Pertanto, chi meglio della storica cavalleria militare poteva suggerire una bardatura
adatta e comprovata a tali richieste? Infatti, la migliore sella a questo uso è quella
disegnata e costruita dal Colonnello Del Frate agli inizi del 1900 (vedi foto) che aveva
come caratteristica la giusta elasticità e la distribuzione del peso del cavaliere su

tutta la superficie d’appoggio evitando così che il peso si scaricasse solo su alcuni
punti.

L’armoniosa distribuzione del peso durante i lunghi tragitti è di fondamentale importanza, come anche

il giusto passaggio d’aria tra la sella e la schiena del cavallo per una buona traspirazione garantita dalla particolare

forma di questa sella a fusto cavo, oltretutto queste bardature possono essere appesantite da carichi di bisacce

per pesi che riescono a raggiungere anche i 50 Kg senza sbilanciare la sella stessa.

In commercio si trovano selle da trekking eccellenti, che dispongono appunto di un seggio sospeso flottante grazie

ad un sistema di intreccio che rende la seduta comoda e ammortizzata per i lunghi percorsi,

inoltre sono selle completamente smontabili per un facile pulizia, manutenzione e eventuale sostituzione di pezzi.
Con queste bardature è vivamente consigliabile l’uso di testiere capezza, che
concedono con facilità di staccare dalla testiera le redini e agganciarle al cerchio del
sottogola, permettendo così quando si va piedi di non interferire con l’imboccatura
e quindi non creare problemi alla bocca del cavallo, con la stessa semplicità il filetto
può essere tolto per permettere al cavallo di mangiare liberamente nelle soste.
A questo punto dell’articolo chi legge probabilmente penserà che la risposta sia
chiara ed esaustiva, invece qui nascono le diatribe e i confronti, pertanto cercherò di
fare chiarezza, senza alcuna volontà di innescare discussioni o critiche, perché in
fondo ogni cavaliere deve sentirsi responsabile e rispettoso del proprio animale.
Per esperienza personale so perfettamente che nel mondo del turismo equestre
oltre il 65% dei cavalieri, per i motivi più disparati che sarebbe lungo da spiegare in
questo momento usa nei propri trekking e viaggi bardature all’americana.
Personalmente non ho nulla contro la monta americana, anzi ne sono affascinato,
ritengo essere un mondo particolare ben disciplinato e di grande competenza
equestre, però devo affermare con altrettanta fermezza che la sella americana è una
“sella da monta da lavoro” e non è adatta al turismo equestre.

I motivi sono molti, ma vado ad indicare quelli che maggiormente saltano all’occhio
nei viaggi più impegnativi:
la lunga staffatura e il pomolo non permetteno sulle salite al cavaliere di
sollevarsi opportunamente, anzi, spesso il cavaliere si aggrappa al pomolo
lasciando cadere il proprio peso sui lombi;
con la sella americana l’andatura del trotto è difficoltosa e spesso il cavallo
rompe nel canter così che per imitazione altri cavalli del gruppo rompono al
galoppo;
Sia ben chiaro che per motivi diversi critico anche chi si presenta con selle da salto,
che evidentemente sono poco adatte alle tante ore di cavallo e portano spesso a
vistose fiaccature.
Professionalmente ritengo che ogni mestiere e ogni attività, anche sportiva, come
nel nostro caso l’equiturismo, debba essere effettuata con gli attrezzi più adeguati e
idonei e non dimentichiamo che in questo caso l’interessato è anche il cavallo.
Per finire voglio ribadire che la mia disamina alla domanda vuole essere solo
costruttiva e non vuole né criticare né condannare nessuno. Ogni cavaliere deve
cercare di capire quanto di meglio può fare per il proprio cavallo, senza che questi
diventi un mero mezzo da usare al pari di una bicicletta o un paio di sci.

Cav. Luigi Conforti – Maitre Randonneur

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