Denuncia pubblica di un avvocato: “Diventato un bersaglio, serve attenzione istituzionale su forme di persecuzione organizzata”

Attualità & Cronaca

Di

Di Domizia Di Crocco

Un avvocato del foro di Prato, Riccardo Landini, che mi autorizza alla pubblicazione, anche iscritto in Spagna, ha deciso di rendere pubblica la propria vicenda dopo anni di denunce rimaste, riferisce, senza un adeguato riscontro.

L’uomo riferisce di essere da tempo vittima di una forma di persecuzione organizzata, che unisce mobbing professionale, stalking di gruppo e campagne diffamatorie, con gravi ripercussioni sulla sua vita personale e familiare.

“Mi trovo in una condizione di isolamento e continuo controllo — racconta — con episodi che vanno dalle molestie telefoniche a comportamenti intimidatori sotto casa. Vengo spesso seguito o ripreso con cellulari, anche da persone sconosciute, sia italiani che stranieri. Negli anni, il fenomeno si è trasformato: prima erano chiamate mute o intrusioni nella privacy, oggi si utilizzano app e strumenti digitali di sorveglianza.”

 

Secondo la sua ricostruzione, la vicenda avrebbe avuto origine da dei processi iniziati per chiedere giustizia e da produzioni editoriali allusive diffamatorie, alcuni dei quali avrebbero assunto, nel tempo, contenuti diffamatori o manipolati.

L’avvocato sostiene che il suo nome e la sua immagine sarebbero stati utilizzati per costruire una narrazione negativa, amplificata da ambienti professionali e sociali, con un impatto distruttivo sulla reputazione e sulla salute.

“Si è creata una sorta di panem et circenses attorno alla mia persona. Mi sento trasformato in un bersaglio, non solo di curiosità morbosa ma di vere e proprie azioni intimidatorie, con cacce all’uomo per la città. Ho dovuto più volte ribadire la mia identità e la mia dignità, mentre intorno a me cresceva un clima di ostilità e isolamento.”

L’avvocato denuncia inoltre una mancanza di risposte istituzionali, nonostante le numerose querele presentate nel tempo per reati informatici, violazioni della privacy, bulling stalking e diffamazione.

Sottolinea la necessità di un intervento coordinato dello Stato e degli ordini professionali per riconoscere e contrastare forme moderne di persecuzione collettiva, spesso difficili da provare ma devastanti per chi le subisce.

“Chiedo soltanto che si indaghi con serietà. Nessun cittadino dovrebbe sentirsi sotto controllo o oggetto di campagne di delegittimazione. Questi fenomeni distruggono la vita e la fiducia nelle istituzioni.”

La testimonianza, condivisa in via riservata, punta a stimolare un dibattito pubblico sul tema dello stalking di gruppo e del mobbing sistemico — fenomeni ancora poco riconosciuti ma segnalati in diversi contesti professionali e sociali — e a richiamare l’attenzione sull’urgenza di garantire protezione effettiva e dignità a chi denuncia.

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