“Salute, Società, Economia” – Rapporto annuale Meridiano Sanità

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Dopo vent’anni di analisi, confronto e proposte, Meridiano Sanità celebra a Roma la XX edizione del suo Forum annuale, dedicato al tema “Salute, Società, Economia: alla ricerca di un nuovo equilibrio”. Due giornate che si trasformano in un’agorà contemporanea in cui Istituzioni, professionisti sanitari, esperti, imprese e rappresentanze  di  pazienti  si  ritrovano  per costruire insieme una visione e un nuovo equilibrio tra salute, società ed economia.

Meridiano Sanità si conferma un luogo di dialogo e riflessione, in cui la sanità è considerata un investimento, la salute è un motore di produttività, competitività e crescita economica e sociale. Al centro del dibattito le fragilità di un sistema chiamato ad adattarsi a un contesto economico, sociale e demografico profondamente cambiato: dalla sostenibilità economico-finanziaria di lungo periodo e la non adeguata valorizzazione del capitale umano, alle persistenti disuguaglianze territoriali e gli ostacoli alla competitività del settore Life Science.

“Questa XX edizione è un invito a guardare ai prossimi vent’anni con la consapevolezza che bisogna lavorare insieme per costruire un nuovo equilibrio tra demografia, salute ed economia, con coraggio e responsabilità – ha spiegato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group. Meridiano Sanità è il nostro think tank sulla sanità dove le divergenze e le tensioni si trasformano in confronto  e  dialogo e il dialogo  in  proposte  concrete.  Solo  così sarà possibile  restituire  stabilità  e  prospettiva  a  un  sistema  sanitario  che  rischia  di  perdere  la  sua universalità”.

La transizione demografica che attraversa oggi l’Italia, con la popolazione ultrasessantacinquenne raddoppiata negli ultimi 20 anni, si manifesta come una triplice sfida: l’invecchiamento e lo squilibrio tra  giovani  e  anziani,  il  calo  costante  delle  nascite e  nuclei  familiari  sempre  più  ristretti,  fino all’emigrazione giovanile. Anche solo con 2.700 euro di spesa sanitaria pubblica pro capite a parità di potere d’acquisto – valore inferiore alla media europea – l’Italia riesce a garantire risposte migliori degli altri Paesi: un’aspettativa di vita di 84,1 anni, la seconda più alta in Europa, e una mortalità evitabile nettamente inferiore.

La tenuta del sistema sanitario è messa alla prova da insufficienti investimenti in prevenzione e stili di vita errati: oggi solo il 4,2% della spesa sanitaria pubblica viene speso per la prevenzione e gli screening oncologici, così come le coperture vaccinali – soprattutto per adolescenti e adulti – restano lontani dai target ottimali. A questo si somma un quadro preoccupante degli stili di vita: nel 2024 il 20,5% degli italiani fuma, il 15,6% consuma alcol in quantità superiori alle linee guida e il 45% è in eccesso di peso (con il 37% dei bambini e delle bambine in sovrappeso o obeso).

Questi numeri raccontano la fragilità di un sistema che non è solo sanitario, ma anche sociale ed economico. In un Paese che invecchia sempre di più e investe ancora troppo poco nella salute, solo una strategia di prevenzione solida e stili di vita più sani possono garantire una crescita sostenibile e un invecchiamento attivo. Altro  nodo  critico  è  la  carenza  di  personale  medico  e  infermieristico – oltre  175.000  unità mancanti – segno di una bassa attrattività del settore per i giovani, frenata da retribuzioni poco competitive e scarsa valorizzazione del merito.

A  questo  si  aggiungono  i  divari  socio-economici  tra  Regioni che  si  traducono  anche  in diseguaglianze di salute in termini di mobilità sanitaria, aspettativa di vita, coperture di screening, rinuncia alle cure. Le Regioni del Nord – in cui si concentra la ricchezza del Paese – sono anche quelle con i risultati migliori all’interno del Meridiano Sanità Regional Index. L’aspettativa di vita varia dagli 81,5 anni della provincia di Napoli agli 85 di Lecco, mentre gli anni vissuti in buona salute oscillano dai 53,4 della Calabria ai 69,7 della P.A. di Trento.

“In questo scenario di incertezza e grandi cambiamenti, la salute si conferma non solo un diritto fondamentale, ma anche un investimento strategico, un driver di competitività e crescita per l’intero sistema Paese – ha aggiunto Daniela Bianco, Partner di The European House  – Ambrosetti e Responsabile Practice Healthcare di TEHA Group. Affrontare le sfide che attendono l’Italia nel futuro prossimo richiede una strategia di politiche integrate, fondate sul principio che da vent’anni ispira Meridiano Sanità: solo coniugando prevenzione e innovazione è possibile generare e condividere valore per le persone e il Paese.”

Durante le due giornate di lavoro – il 13 e 14 ottobre – la competenza di ospiti nazionali e internazionali ha dato luogo a un confronto su temi cruciali per la sanità italiana: la prevenzione come investimento, il valore e la sostenibilità dell’innovazione farmaceutica, i nuovi bisogni di salute in una società che cambia, la trasformazione digitale e organizzativa del SSN, fino al nodo centrale del finanziamento e dei LEA. Meridiano Sanità non si limita ad anticipare e comprendere gli scenari attuali e futuri, ma sceglie di costruire il futuro, passo dopo passo, attraverso il dialogo e la responsabilità condivisa.

Dalle analisi e riflessioni contenute nel XX Rapporto Meridiano Sanità, arricchite dai confronti con partecipanti e stakeholder avvenuti nel corso del 2025, sono emerse 10 linee di azione per supportare l’evoluzione del SSN e dare valore alla salute come bene comune.

 

LE PROPOSTE DI MERIDIANO SANITÀ 2025

Dalle analisi e riflessioni contenute nel XX Rapporto Meridiano Sanità, arricchite dal confronto e dibattito con numerosi esperti e stakeholder avvenuti nel corso del 2025, sono emerse 10 linee di azione per raggiungere un nuovo equilibrio tra salute, società ed economia.

SALUTE: PREVENZIONE, INNOVAZIONE E CAPITALE UMANO

  1. Promuovere la buona salute attraverso il potenziamento della prevenzione lungo tutto l’arco della vita e nei diversi luoghi della salute (scuole, lavoro, comunità). Favorire stili di vita corretti e incentivare l’adesione alle campagne di screening – a partire dall’ambito oncologico e cardio- metabolico – e alle attività di immunizzazione dalla nascita all’età adolescenziale, adulta e anziana, con particolare attenzione alle fragilità. Ampliare l’età per l’offerta gratuita degli screening oncologici e aggiornare in modo tempestivo il Calendario di immunizzazione sulla base delle più recenti evidenze scientifiche.
  2. Rendere più efficienti normative e processi per ridurre i tempi di accesso dei pazienti alle nuove terapie e tecnologie, con particolare attenzione a quelle più innovative, facendo leva sul lavoro del Tavolo Tecnico di Coordinamento AIFA-Regioni, sulla condivisione dei dossier con le Regioni subito dopo l’approvazione formale del CdA di AIFA, sulla semplificazione dei processi  di  procurement  e  sui  programmi  di  early  access  e  rimborsabilità  anticipata. Riconoscere l’innovatività terapeutica, tenendo conto anche degli effetti sulla qualità della vita e delle ricadute sul sistema sanitario ed economico, e coinvolgere i pazienti nei processi di HTA introducendo i Patient-Reported Outcomes (PROs) e attuando quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025.
  3. Supportare  le  Regioni  nel  miglioramento  continuo  dell’erogazione  dei  Livelli  Essenziali  di Assistenza e nella riduzione delle disuguaglianze di salute. Creare le condizioni organizzative necessarie per introdurre l’innovazione nell’organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari anche  attraverso  l’implementazione  di  PDTA  di  patologia  e  relativi  KPI.  Aggiornare periodicamente gli indicatori di monitoraggio del Nuovo Sistema di Garanzia e del Piano Nazionale Esiti, per potenziarne la capacità di misurare qualità e quantità delle prestazioni erogate, anche in relazione agli outcome, e supportare le attività di programmazione sanitaria soprattutto nelle aree della prevenzione e del territorio.
  4. Potenziare  e  valorizzare  il  capitale  umano,  a  partire  da  infermieri  e  medici,  garantendo contratti stabili, salari più competitivi, percorsi di carriera chiari e condizioni di lavoro migliori per  rafforzare  resilienza,  innovazione  e  competitività  del  sistema  sanitario.  Sviluppare competenze  specifiche  per  innovazione  e  ricerca,  introducendo  anche  nuove  figure professionali, a partire da data scientist e infermieri di ricerca.

SOCIETÀ: COMUNICAZIONE, COESIONE E TRAFORMAZIONE DIGITALE

  1. Promuovere  campagne  istituzionali  di  comunicazione  multicanale  per  migliorare l’alfabetizzazione  sanitaria  e  indurre  comportamenti  di  salute  corretti,  coinvolgendo  i professionisti sanitari come punto di riferimento autorevoli per i cittadini. Utilizzare, inoltre, nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione per parlare di salute mentale e di prevenzione a partire dai giovani e dalle donne.
  2. Promuovere  politiche  pubbliche  che  vadano  oltre  i  confini  della  sanità,  incentivando  la natalità,  la  partecipazione  al  lavoro  di  donne  e  giovani  e  l’attrazione  di  capitale  umano qualificato dall’estero. Una strategia coordinata è essenziale per riequilibrare la piramide demografica e aumentare l’occupazione, contribuendo alla tenuta del sistema sanitario e, più in generale, del sistema di welfare.
  3. Proseguire nel processo di trasformazione data-driven della sanità, attraverso investimenti mirati  nelle  infrastrutture  digitali,  raccolta  e  standardizzazione  dei  dati  e  la  piena interoperabilità  dei  sistemi  informativi  esistenti.  Accelerare  l’utilizzo  dell’Intelligenza Artificiale  e  dei  dati  sintetici  sanitari  per  migliorare  l’efficienza  del  sistema,  abilitare applicazioni predittive e rafforzare la competitività della ricerca e dell’assistenza sanitaria italiana, anche nel contesto europeo.

ECONOMIA: FINANZIAMENTO DELLA SANITÀ E FILIERA DELLE LIFE SCIENCE

  1. Proseguire nel percorso di crescita degli investimenti pubblici in sanità, destinando risorse economiche adeguate al rafforzamento e la trasformazione in atto del sistema sanitario. Avviare, inoltre, una riforma della sanità integrativa a supporto del SSN, per rispondere ai nuovi bisogni di Long Term Care e cronicità.
  2. Aumentare gli investimenti nella prevenzione, portandoli dal 5% al 7% del Fondo Sanitario Nazionale, come indicato dal Ministero della Salute, prevedendo un vincolo per le Regioni che destini almeno il 50% delle risorse ad attività rivolte direttamente alle persone. Sostenere gli investimenti in prevenzione come investimenti di social security facendo leva sulle nuove regole  dell’Economic  Governance  Framework  europeo,  che  consentono  di  escluderli  dal calcolo del deficit e del debito pubblico.
  3. Accelerare nella definizione di un Piano nazionale delle Life Science che integri la politica industriale e quella sanitaria, con l’obiettivo di rendere l’Italia un polo di eccellenza a livello internazionale  nella  ricerca  e  nella  produzione  farmaceutica  e biomedicale.  Il  Piano contribuirà anche ad attrarre nuovi investimenti e rafforzare l’autonomia strategica del Paese, coniugando l’innovazione con l’accesso equo a farmaci e tecnologie. E inoltre necessario creare un contesto regolatorio stabile e competitivo attraverso partnership pubblico-private, incentivi strutturali e meccanismi premianti per attrarre investimenti in ricerca clinica, sul modello del German Medical Research Act, e per consentire di riequilibrare gli effetti distorsivi del payback nel breve periodo e di eliminarlo in modo definitivo nel medio-lungo.

 

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