Il cinquecento

1 - Corso di Storia

Di

Il XVI secolo: potere, fede e scoperta. Crisi e rinnovamento del mondo europeo

1. Introduzione

Il XVI secolo rappresenta uno snodo epocale nella storia dell’umanità. È il secolo in cui la cristianità europea si frantuma, le scoperte geografiche aprono nuovi orizzonti economici e culturali, e il potere politico assume forme sempre più complesse e globali. Le tensioni religiose, le guerre tra Stati e l’espansione coloniale concorrono a ridisegnare la fisionomia del mondo moderno. La dialettica tra fede e ragione, autorità e libertà, conquista e conoscenza segna in modo indelebile il destino dell’Europa e delle nuove terre appena “rivelate”.

2. La crisi della cristianità e la Riforma

Nel 1517, Martin Lutero affigge a Wittenberg le sue 95 Tesi, dando inizio a un processo di disgregazione della Chiesa d’Occidente senza precedenti¹. La Riforma protestante non fu solo un evento teologico, ma anche un atto di ribellione politica e culturale contro il monopolio spirituale di Roma. Le sue ripercussioni si estesero rapidamente, ispirando movimenti di riforma in Svizzera con Zwingli e Calvino e in Inghilterra con Enrico VIII².
Il mondo cattolico reagì con forza: il Concilio di Trento (1545–1563) consolidò la Controriforma e riaffermò la supremazia papale, mentre l’Inquisizione — già attiva in Spagna dal 1478³ — divenne strumento di controllo e repressione del dissenso religioso. La violenza delle persecuzioni si manifestò in episodi tragici, come la condanna di Michele Serveto (1553) per eresia⁴ e la strage dei valdesi di Guardia Piemontese (1561)⁵.

3. L’intolleranza e la violenza religiosa

Il secolo fu segnato da un clima di fanatismo e scontro ideologico. La Notte di San Bartolomeo (1572), in cui migliaia di ugonotti furono massacrati a Parigi, rappresentò l’apice della crisi religiosa in Francia⁶. Episodi analoghi si verificarono in tutta Europa, a testimonianza della profonda frattura morale della cristianità.
Al contempo, casi come quello del circolo di San Giovanni a Porta Latina (1578), i cui membri furono impiccati per sodomia e “profanazione del matrimonio”, mostrano come la repressione non colpisse soltanto gli eretici, ma ogni forma di dissidenza morale e sessuale⁷. La Chiesa, sotto l’incalzare della modernità, cercò di riaffermare il controllo sulle coscienze attraverso il dogma e la paura.

4. L’espansione e la conquista del mondo

Parallelamente, il XVI secolo è l’età delle grandi scoperte geografiche. Cristoforo Colombo, Vasco da Gama, Magellano e Cortés ridisegnano la mappa del mondo conosciuto⁸. La conquista dell’Impero Inca da parte di Francisco Pizarro (1532) segnò l’inizio dell’impero coloniale spagnolo, basato sull’estrazione sistematica di oro e argento dalle Americhe⁹.
La fondazione dell’Università di San Marcos a Lima (1551)¹⁰ testimonia l’intento di strutturare il dominio anche sul piano culturale e religioso. Tuttavia, il prezzo umano di questa espansione fu altissimo: la distruzione delle civiltà precolombiane e l’assoggettamento delle popolazioni indigene segnarono una delle pagine più oscure della modernità.

5. Il Mediterraneo tra guerra e potere

Nel 1571, la Battaglia di Lepanto rappresentò la più grande vittoria della cristianità contro l’Impero Ottomano¹¹. Essa segnò non solo un punto di svolta strategico, ma anche simbolico: la difesa dell’Europa contro l’“altro” musulmano. Tuttavia, l’Impero Ottomano, al suo apogeo sotto Solimano il Magnifico (1520–1566)¹², continuò a esercitare un’influenza determinante sullo scenario politico e culturale del Mediterraneo.
Le tensioni tra Oriente e Occidente, cristianesimo e islam, si intrecciarono con la competizione tra le potenze europee: la Spagna, la Francia e l’Impero asburgico si contendevano il predominio continentale, culminando in conflitti come la Guerra degli Ottant’anni (1568–1648)¹³.

6. Rinascimento, scienza e nuova visione del mondo

In questo contesto di crisi e di rinascita, fiorì il Rinascimento, culmine dell’umanesimo e della riscoperta dell’uomo come misura del mondo. Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci tradussero in arte l’armonia tra spirito e materia, mentre Copernico e Galileo gettarono le basi della rivoluzione scientifica¹⁴.
La cultura rinascimentale, pur alimentata da un fervore intellettuale straordinario, conviveva con la superstizione e il timore dell’ignoto, come testimoniano i fenomeni celesti di Norimberga (1561) e Basilea (1566), interpretati come segni divini o battaglie ultraterrene¹⁵.
La condanna al rogo di Giordano Bruno (1600), simbolo della libertà del pensiero perseguitato, chiude tragicamente un secolo di splendore e di violenza.

7. Conclusione

Il XVI secolo fu dunque un’età di contraddizioni. Al fervore della scoperta si oppone la ferocia della repressione; all’apertura del mondo corrisponde il restringersi della libertà interiore. È il secolo in cui la modernità nasce dal sangue, dalla fede e dalla conoscenza: un’epoca di splendori e abissi, in cui l’uomo europeo, per la prima volta, si confronta con la vastità del globo e con i limiti della propria coscienza.

Note

  1. M. Lutero, Disputatio pro declaratione virtutis indulgentiarum, Wittenberg, 1517.

  2. J. Calvin, Institutio Christianae Religionis, Basilea, 1536.

  3. H. Kamen, The Spanish Inquisition: A Historical Revision, London, 1998.

  4. R. García-Villoslada, La Inquisición Española, Madrid, 1980.

  5. A. Molnár, I Valdesi in Calabria nel XVI secolo, Torino, Claudiana, 1989.

  6. J. Delumeau, La peur en Occident (XIVe–XVIIIe siècles), Paris, Fayard, 1978.

  7. M. Rocke, Forbidden Friendships: Homosexuality and Male Culture in Renaissance Florence, New York, 1996.

  8. F. Braudel, La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II, Paris, Armand Colin, 1949.

  9. J. H. Elliott, Empires of the Atlantic World: Britain and Spain in America 1492–1830, New Haven, Yale University Press, 2006.

  10. C. de la Fuente, Historia de la Universidad de San Marcos, Lima, 1951.

  11. G. Parker, The Grand Strategy of Philip II, New Haven, 1998.

  12. H. Inalcik, The Ottoman Empire: The Classical Age 1300–1600, London, Phoenix, 1994.

  13. J. Israel, The Dutch Republic: Its Rise, Greatness, and Fall 1477–1806, Oxford, 1995.

  14. A. Koyré, From the Closed World to the Infinite Universe, Baltimore, 1957.

  15. C. G. Jung, Ein moderner Mythus. Von Dingen, die am Himmel gesehen werden, Zürich, 1958.

Bibliografia

  • Braudel, F., La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II, Paris, Armand Colin, 1949.

  • Delumeau, J., La peur en Occident (XIVe–XVIIIe siècles), Paris, Fayard, 1978.

  • Elliott, J. H., Empires of the Atlantic World: Britain and Spain in America 1492–1830, Yale University Press, 2006.

  • Inalcik, H., The Ottoman Empire: The Classical Age 1300–1600, London, Phoenix, 1994.

  • Israel, J., The Dutch Republic: Its Rise, Greatness, and Fall 1477–1806, Oxford University Press, 1995.

  • Jung, C. G., Un mito moderno. Le cose che si vedono nel cielo, Torino, Boringhieri, 1960.

  • Kamen, H., The Spanish Inquisition: A Historical Revision, London, Weidenfeld & Nicolson, 1998.

  • Koyré, A., Dal mondo chiuso all’universo infinito, Torino, Einaudi, 1967.

  • Molnár, A., I Valdesi in Calabria nel XVI secolo, Torino, Claudiana, 1989.

  • Parker, G., The Grand Strategy of Philip II, New Haven, Yale University Press, 1998.

  • Rocke, M., Forbidden Friendships: Homosexuality and Male Culture in Renaissance Florence, New York, Oxford University Press, 1996.

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