Anniversari: 4 Novembre – Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

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Passaggio delle Frecce Tricolori al Vittoriano il 4 novembre su Wikimedia Commons

Anniversari: 4 novembre – Memoria, identità e sacrificio nella storia d’Italia

Anniversari: 4 novembre è forse una delle date più rilevanti nella storia italiana che esprime dei concetti di grande significato perché si celebra l’essenza di appartenere ad un’unica identità nazionale basata su valori come la lingua, la cultura e per di più nella stessa giornata si manifesta anche la gratitudine del popolo verso le Forze Armate.
Questa giornata segna la fine della prima guerra mondiale avvenuta grazie all’entrata in vigore dell’Armistizio di Villa Giusti siglato proprio il 4 novembre 1918 con il quale si ufficializzava la vittoria dell’Italia e avveniva l’annessione di Trento e Trieste.

Ma al di là del trionfo militare, questa data segnò il raggiungimento di un percorso lungo e ingarbugliato che portava alla conquista del sogno di unità nazionale e di una patria comune, ma dietro a questo non si può dimenticare il carico e il sacrificio di milioni di uomini che lottarono per permetterci di vivere in pace.

Si onora, dunque, un’Italia che fu capace di risollevarsi dalle cicatrici del conflitto, trasformando il dolore in un collante sociale e la memoria in un gesto di riconoscenza verso coloro che hanno servito la patria.

Il Milite Ignoto: l’Italia che riconosce i suoi figli

Tre anni dopo, il 4 novembre 1921 lo stato italiano rese omaggio a tutti gli uomini caduti in guerra senza nome con la costituzione del cosiddetto “Altare della Patria”, al Vittoriano, dove venne tumulata la salma del “Milite Ignoto”, un soldato morto durante la guerra che talmente sfigurato fu impossibile identificarlo. Un simbolo scelto per rappresentare il sacrificio collettivo, un figlio d’Italia che nessuna famiglia poté reclamare perché apparteneva simbolicamente a tutte.

Quella cerimonia, partecipata e solenne, segnò l’ingresso definitivo del 4 novembre nel cuore della nazione, altre come ricordo della vittoria, ma particolarmente come atto di gratitudine verso chi combatté senza chiedere nulla in cambio.

La festa oggi

Come da tradizione, al cospetto del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato, ogni anno si tiene a Roma la cerimonia ufficiale all’Altare della Patria, dove viene deposta una corona d’alloro al Milite Ignoto.

Anniversari: 4 novembre deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto

Foto di Paolo Giandotti su Wikimedia Commons

In seguito c’è l’esibizione delle Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale, che solca i cieli della capitale tracciando la bandiera italiana con il fumo verde, bianco e rosso.
Quell’istante, breve ma maestoso, non è solo uno spettacolo aereo, ma un gesto che unisce simbolicamente cielo e terra, passato e futuro, sacrificio e orgoglio nazionale.
Ogni scia tricolore è un tributo di gratitudine alle Forze Armate e a tutti coloro che hanno servito la patria, sia in tempo di guerra che di pace.

In tutta Italia si svolgeranno varie cerimonie ufficiali, la bandiera italiana viene esposta sugli edifici sede di uffici pubblici e istituzioni, vengono organizzate mostre ed il MIC promuove le aperture gratuite di vari musei e parchi archeologici sul territorio nazionale.

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Il significato attuale

In un’epoca segnata da instabilità internazionale, conflitti alle porte dell’Europa e nuove sfide alla sicurezza globale, il 4 novembre riacquista una valenza contemporanea. Ricordare la fine della Prima Guerra Mondiale non significa esaltare il conflitto, ma riaffermare il valore della pace conquistata attraverso la difesa della libertà e della sovranità nazionale.

Le Forze Armate italiane oggi operano nel mondo come garanti della pace, protagoniste di missioni umanitarie e di cooperazione internazionale. L’unità nazionale non è più solo un concetto geografico, ma un dovere civico, una dote da custodire e tramandare.

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L’Italia come casa comune

Oggi più che mai, l’unità nazionale dovrebbe essere sentita come una forza viva, non come una formula da cerimonia.

L’Italia dovrebbe essere considerata come una grande casa, costruita con mattoni diversi ma con un unico tetto.
È basilare che un preteiese e un lampedusano si sentano parte dello stesso luogo, non per obbligo ma per appartenenza, per quella consapevolezza che i destini sono intrecciati.

La vera unità di Italia, da Nord a Sud, ci sarà solo quando riusciremo a superare le divisioni e a ricordare che la forza di un popolo nasce dalla solidarietà, non dalla contrapposizione. L’unione tra i cittadini, come quella tra i soldati che combatterono fianco a fianco, resta la base su cui costruire il futuro.

Solo se si resta uniti si può affrontare ciò che divide: le crisi, le disuguaglianze, le incomprensioni. L’unione tra i popoli di una stessa nazione non è solo un atto di memoria, ma una forma di forza collettiva.

Perché la vera vittoria, oggi, non si misura più sul campo di battaglia, ma nella capacità di restare insieme quando il mondo sembra spingere verso la frammentazione.

di Vera Tagliente

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