‘I dati dell’indagine Pmi di ottobre mostrano un settore manifatturiero italiano che potrebbe essere vicino a una svolta. L’indice principale e’ salito a 49.9 dal 49.0 di settembre, segnalando un valore di quasi stabilizzazione delle condizioni operative. Sebbene il settore sia ancora in leggera contrazione, un notevole miglioramento della fiducia delle imprese cela un cambiamento di tendenza” dice Nils Mueller, Junior Economist di Hamburg Commercial Bank. “La produzione e’ tornata a registrare una crescita moderata ed e’ stata sostenuta dall’acquisizione di nuovi clienti e dall’aumento delle vendite, anche se la domanda complessiva e’ rimasta debole. Anche se marginalmente, i nuovi ordini hanno continuato a calare, ma le vendite estere sono diminuite per il quinto mese consecutivo, penalizzate dalla minore domanda proveniente da mercati chiave come Francia e Germania – osserva – Detto cio’, le aziende sono riuscite a ridurre rapidamente il loro lavoro inevaso, mostrando come la capacita’ produttiva ha superato il carico di lavoro in entrata. L’occupazione e’ lievemente diminuita, anche se cio’ e’ dovuto in gran parte alle dimissioni volontarie e alla scadenza dei contratti piuttosto che a un vero e proprio ridimensionamento”.
L’inflazione dei costi di acquisto ha registrato, prosegue l’economista, “un’accelerazione raggiungendo il livello piu’ alto degli ultimi sette mesi, trainata da una crescita dei prezzi delle materie prime e delle spedizioni. Alcune aziende hanno inoltre segnalato che i fornitori hanno aumentato le loro tariffe conseguentemente alle variazioni delle tariffe.
Tuttavia, le aziende hanno preferito di ridurre i prezzi di vendita nel tentativo di stimolare la domanda in un contesto di forte concorrenza. Il tasso di sconto e’ stato il maggiore degli ultimi otto mesi, sottolineando la pressione sui margini e la difficile situazione sui prezzi”.
E’ incoraggiante notare, conclude, che “la fiducia delle imprese e’ migliorata notevolmente, raggiungendo il livello piu’ alto in oltre un anno. Oltre la meta’ delle aziende intervistate prevede una maggiore produzione nei prossimi 12 mesi, sostenuta dalle aspettative di acquisizione di nuovi clienti, da un aumento degli ordini e dal lancio di nuovi prodotti. Sebbene il settore rimanga in una situazione fragile, gli ultimi dati hanno indicato un cauto miglioramento delle prospettive.’.
Sale quindi l’Italia, mentre Francia e Germania mostrano segnali di contrazione, rispettivamente a 48,8 e 49,6. L’indice costruito sulle risposte di 3mila manager di altrettanto Pmi, si basa sulle dinamiche relative a nuovi ordini, livelli di produzione, impiego, tempi di consegna dei fornitori e giacenze degli acquisti. Per l’Italia un buon segnale secondo Nils Mueller di Hamburg commercial Bank che dice a corredo dei dati: ” sebbene il settore sia ancora in leggera contrazione, un notevole miglioramento della fiducia delle imprese cela un cambiamento d tendenza”. Anche perchè come spiega sempre l’economista ” la produzione è tornare registrare una crescita moderata ed è stata sostenuta dalla dall’acquisizone di nuovi clienti e dall’aumento delle vendite”.














