Giovanni Franci porta all’OFF/OFF Theatre le ultime ore di Berlusconi
All’OFF/OFF Theatre di Roma va in scena dal 12 al 16 novembre “Silvio”, il nuovo lavoro di Giovanni Franci, che conferma la vocazione dell’autore romano per il teatro-documento, quella particolare forma di drammaturgia che prende spunti dalla cronaca come materiale per costruire un testo.
Dopo Luca Varani e Pietro Orlandi, Franci affronta stavolta Silvio Berlusconi, figura che ha attraversato quattro decenni di storia italiana.
L’impianto narrativo racconta le ultime ventiquattro ore dell’ex premier, durante le quali è visitato da Veronica Lario, da un’infermiera e da uno scrittore, in una struttura che richiama l’atmosfera del “Canto di Natale” di Dickens. Non si tratta però di fantasmi del passato, ma di presenze concrete con cui il protagonista è chiamato a fare i conti sul piano affettivo, morale e politico.
Gabriele Guerra interpreta Berlusconi, affiancato da Priscilla Micol Marino e Riccardo Pieretti nei panni rispettivamente dell’infermiera e dello scrittore, mentre Tiziana Sensi presta volto e corpo a Veronica Lario. La scelta di far rivivere personaggi reali e riconoscibili potrebbe comportare il rischio di cadere nella caricatura, nell’agiografia o nel processo sommario. Sebbene Franci dichiari di voler evitare ogni giudizio e di mettere in scena un bilancio esistenziale, mediato dalla forma teatrale.

Il cast completo: Gabriele Guerra, Priscilla Micol Marino, Riccardo Pieretti e Tiziana Sensi (ph: Marco Aquilanti)
Lo spettacolo viene definito “commedia dissacrante al punto giusto, amara quanto basta”, formula che suggerisce il difficile equilibrio di trattare l’argomento con leggerezza senza banalizzare e senza demonizzare. La presenza di “tracce di pietas” non significa che lo spettacolo cerchi di assolvere o giustificare il personaggio. Indica piuttosto la volontà di guardare Berlusconi come un essere umano, al di là dell’immagine pubblica che lo ha reso icona, bersaglio o simbolo.
L’approccio di Franci, se coerente con i suoi lavori precedenti, dovrebbe privilegiare una scrittura asciutta, dialoghi misurati e una messinscena essenziale. La sua drammaturgia, infatti, rifugge l’enfasi e quel tipo di teatro costruito apposta per generare polemiche e visibilità mediatica, preferendo scavare nelle pieghe psicologiche dei personaggi e nelle dinamiche relazionali. Anche quando sceglie titoli in apparenza provocatori come “Gesù era un terrorista?”, al centro restano sempre interrogativi morali autentici e non la ricerca del sensazionalismo.
La definizione di “commedia sul potere” colloca “Silvio” in un territorio complesso. Non semplice satira politica né pamphlet, ma tentativo di comprendere un fenomeno che l’autore stesso riconosce come “straordinario” e “unicum”, non riconducibile a categorie consuete. Il richiamo a Shakespeare, Aristofane, Pirandello e Čechov indica l’ambizione di leggere Berlusconi come personaggio teatrale prima ancora che figura storica, cercando nella dimensione scenica una chiave interpretativa che la cronaca politica e giudiziaria non hanno esaurito.
Le elaborazioni digitali curate da Nuvole Rapide Produzioni, la direzione tecnica di Umberto Fiore e l’assistenza di Fabio Del Frate completano un allestimento che vuole confrontarsi con un protagonista controverso senza cedere né all’apologia né alla requisitoria.
Rimane aperta la questione di fondo. Può il teatro, a pochi mesi dalla morte del protagonista, restituire profondità e complessità a una figura già sovraesposta da decenni di narrazioni mediatiche? E può farlo mantenendo quella distanza critica necessaria a distinguere l’operazione artistica da un semplice rimando all’attualità?
Lo spettacolo all’OFF/OFF Theatre sarà l’occasione di verificare se Franci sia riuscito nell’intento di costruire un ritratto teatrale, capace di parlare non solo di Berlusconi ma, attraverso di lui, di un intero Paese e del suo rapporto con il potere.














