A Bari ridurre la TARI a chi adotta un cane

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Le associazioni animaliste baresi rispondono al consigliere comunale Fabio Romito sulla proposta di ridurre la TARI a chi adotta un cane

BARI – Apprendiamo da fonti di stampa della proposta presentata dal consigliere comunale di opposizione Fabio Romito di concedere una riduzione fino a 600 euro della TARI a coloro che vogliano adottare un cane.

Le associazioni baresi LAV, Nati per Amarti, ENPA, Animal Law, Movimento Animalista, Legalo al Cuore, Rifugio di Rosa e Fuori di Coda esprimono il proprio dissenso verso una simile iniziativa. L’adozione di un cane dal canile è un grande gesto di responsabilità, deve essere ragionata e scaturire da attenta valutazione dell’impegno che ne consegue a tutti i livelli.

Agganciare l’adozione a motivazioni diverse, soprattutto se di ordine economico, significa snaturare il gesto disinteressato, distorcerne l’ottica. Evidentemente il consigliere Romito non ha maturato esperienza in tal senso e avrebbe dovuto consultarsi prima con le associazioni e i volontari, impegnati ogni giorno su questo fronte, per rendersi conto del fatto che i canili si svuotano agendo innanzitutto con la prevenzione, ad esempio con il controllo a tappeto del rispetto dell’obbligo di microchip, con politiche tese a incentivare le sterilizzazioni dei cani padronali, con progetti educativi e di sensibilizzazione ecc.

La quasi totalità dei cani in canile è frutto di abbandoni pilotati, facilitato dalla mancanza appunto dei microchip (obbligatori) o da rinunce di proprietà, non si tratta praticamente mai di randagi. Esonerare dalla TARI significa incoraggiare gli adottanti ad equiparare il cane ad “oggetto di scambio” (il cittadino fa un’opera di bene e l’amministrazione deve dare un segnale, sono queste le parole usate dal consigliere Romito).

Il consigliere parla di istituzione di task force apposita per il controllo a posteriori delle adozioni. Ebbene, noi chiediamo invece di impegnarsi affinché si vigili seriamente sul rispetto degli obblighi di legge vigenti, sul controllo degli esercizi commerciali che vendono cani (tristemente noti da anni in città) e sul fiorente mercato di cucciolate casalinghe vendute per poche centinaia di euro da privati o regalate senza alcun criterio con un semplice passaparola o sui social, sotto gli occhi di tutti. Sono quelli, infatti, i cani che entrano nei canili.

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