A Belgrado, i 60 anni dalla fondazione del Movimento Paesi non allineati 

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Di Euronews Agenzie:  ANSA
 
 
Belgrado, foto di gruppo inaugurale del summit   –   Diritti d’autore  Darko Vojinovic/Copyright 2021 The Associated Press.  

A Belgrado, in una atmosfera tra revival e nostalgia, si è aperto il summit celebrativo per i 60 anni dalla fondazione del Movimento dei Non allineati, la cui prima conferenza costitutiva si tenne a inizio settembre 1961 nella capitale serba e dell’allora Jugoslavia socialista

Ai lavori, che proseguiranno martedì, partecipano delegazioni di oltre 100 Paesi, in larga parte provenienti da Africa, Asia e America Latina. Sono presenti una quarantina fra premier, ministri degli Esteri e inviati speciali: fra gli altri il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, il cui paese dallo scorso luglio ha lo status di osservatore nel Movimento; il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu; il presidente del Ghana Nana Akufo Ado; il figlio del defunto leader egiziano Nasser, uno dei fondatori del Movimento dei Non allineati insieme ai leader jugoslavo Tito, all’indonesiano Sukarno, indiano Nehru e ghanese Nkrumah.

A presiedere il summit sono la Serbia, che ha anch’essa lo status di osservatore, e l’Azerbaigian, che detiene la presidenza di turno del movimento. In apertura dei lavori sono intervenuti il presidente serbo Aleksandar Vucic e il collega azero Ilham Alijev in videocollegamento da Baku. Un messaggio di saluto è stato inviato anche dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, anch’egli in collegamento video. In sala è presente fra gli altri il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Abdullah Shahid.

In parallelo al vertice si tiene a Belgrado un Business Forum con l’obiettivo principale di favorire contatti di imprese e gruppi serbi con i vari Paesi partecipanti al fine di stimolare gli investimenti.

Il movimento dei Non allineati nacque per il desiderio di numerosi Paesi in via di sviluppo, usciti da poco dal processo di decolonizzazione, di non optare per nessuno dei due blocchi militari protagonisti della Guerra Fredda , e di delineare un approccio alternativo e indipendente in politica estera.

Obiettivi basilari erano il proseguimento della decolonizzazione, il mantenimento della pace, l’affermazione della sovranità degli Stati, la tolleranza, l’uguaglianza, lo sviluppo economico e sociale, la lotta alla povertà. Principi questi validi ancora oggi, arricchiti dalle nuove sfide del multilateralismo, della lotta ai cambiamenti climatici, della protezione dell’ambiente, dello sviluppo scientifico e tecnologico. Dai 25 Paesi che si riunirono a Belgrado 60 anni fa – oggi sono 120 gli Stati che fanno parte dei Non allineati – una ventina hanno lo status di osservatori.

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