A Roma nessuno vuole che lo stadio Olimpico sia intitolato a Paolo Rossi

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Né il tifo laziale né quello romanista vogliono che porti il nome di un calciatore che è stato una bandiera della Juventus e che con la Capitale non ha avuto nulla a che spartire. “Senza nulla togliere alla grandezza di Pablito” sottolineano le tifoserie 

© Nicola Marfisi / AGF
– Paolo Rossi

Intitolare lo stadio Olimpico di Roma a Paolo Rossi? Un sonoro no alla proposta del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, riecheggia dalla curva Nord e dalla Sud, le roccaforti del tifo laziale e romanista. Dalle radio ai social si sono susseguite le prese di posizione a netta maggioranza contrarie all’idea, come dimostrano i primi sondaggi online.

“Con tutto il rispetto per Pablito e per la sua grandezza, penso che sarebbe meglio intitolargli un altro stadio, magari a Vicenza dov’è sbocciato”, ha scritto un supporter della Roma su Twitter. Dello stesso tenore il commento di un sito del tifo laziale che ha postato: “Con tutto l’affetto per il ricordo di Paolo Rossi, non sono d’accordo. L’Olimpico non deve cambiare nome o al limite, qualora esistesse, essere intitolato ad una figura condivisa nella storia di Lazio e Roma”.

Del resto, viene fatto osservare, la piazza romana non ha avuto niente a che fare con Paolo Rossi, toscano di nascita e bandiera di una Juventus che nella Capitale ha rivalita’ sia con la tifoseria giallorossa che con quella biancoceleste. È vero che l’Olimpico di Roma è lo stadio di ‘casa’ degli azzurri, e venerdì vedrà ancora all’opera la selezione del ct Roberto Mancini contro la Svizzera, ma è anche lo stadio che, dal lontano 1953, ospita le gare casalinghe delle due squadre della Capitale che lo hanno in affitto dall’ente Sport e Salute.

L’idea era stata lanciata da Gravina durante la cerimonia d’inaugurazione a Prato di una statua raffigurante ‘Pablito’, il bomber dell’Italia campione del Mondo del 1982, venuto a mancare la sera del 9 dicembre 2020, all’età di 64 anni. “Sarebbe bello intitolare lo Stadio Olimpico a Paolo Rossi”, aveva detto. L’idea è stata rilanciata anche da Lele Oriali e Marco Tardelli, ex compagni di Rossi in quella spedizione azzurra che conquistò lo scettro mondiale in Spagna. “Intitolare lo stadio Olimpico di Roma a Rossi sarebbe un riconoscimento dovuto, abbiamo avuto la fortuna di avere Paolo in nazionale”, ha chiosato Oriali, attuale team manager dell’Italia, a margine della presentazione dell’App del Museo del Calcio a Coverciano.

Al centro tecnico federale era presente anche Marco Tardelli, ex giocatore di Juve ed Inter, che ha aggiunto: “Paolo merita assolutamente qualcosa di importante. L’Olimpico di Roma è la casa della Nazionale ed è giusto quindi intestarlo a lui”.

Sarà comunque una questione difficile e delicata da portare avanti: “Abbiamo dato la disponibilità ma non dipende da noi. Non è facile considerando la natura giuridica dell’ente che lo gestisce”, ha concluso Gravina nel suo intervento. Già il 4 settembre scorso, a Paolo Rossi è stato intitolato un’altro impianto sportivo, ovvero lo stadio comunale di Bucine, città in provincia di Arezzo. Rossi era diventato un Valdarnese d’adozione e aveva acquistato e restaurato un borgo agrituristico a Cennina, dove abitano tutt’oggi la moglie Federica e i figli.

Intanto lo Stadio Olimpico, di proprietà del Coni, si appresta ad una grande novità: l’11 novembre sarà inaugurato il Tour dello stadio che verrà aperto al pubblico da lunedì prossimo. Ci sarà la possibilità di entrare nel cuore dell’impianto sportivo e immergersi nella galleria delle leggende, visitare gli spogliatoi, passare per il tunnel d’ingresso dei giocatori fino a toccare il terreno di gioco, vivendo così le emozioni degli eventi sportivi celebrati allo stadio Olimpico.

Dalla finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United a quella del Mondiale 1990 tra Germania Ovest e Argentina, passando per quelle degli Europei ’68 e ’80. E poi trofei, maglie, video e foto anche dei grandi artisti che si sono esibiti nei concerti.  AGI

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