Afghanistan, il Panshir resiste ancora ai talebani  

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A Kabul riapre l’aeroporto e le donne scendono in piazza per i diritti. L’Italia pensa di ricollocare l’ambasciata in Qatar 

©  AFP – Aeroporto di Kabul, Afghanistan

AGI – Slitta ancora l’annuncio sulla formazione del governo dei talebani, mentre riapre l’aeroporto di Kabul e il Panshir, unica provincia afghana non ancora nelle mani del movimento islamista, cerca di resistere e continua a combattere.

Ambasciata da ricollocare

“Prende sempre più consistenza l’idea di ricollocare le ambasciate, in maniera temporanea, a Doha”, ha spiegato Di Maio, che ne discuterà  domani con le autorità qatarine durante la sua visita a Doha“. La decisione sarà presa comunque di concerto con i partner europei. 

L’aeroporto internazionale di Kabul è tornato a essere operativo per i voli umanitari e presto lo sarà anche per gli aerei di linea, ha riferito l’ambasciatore del Qatar, citato dal Al Jazeera, precisando che è stata riparata la pista dello scalo e due aerei sono già partiti in direzione di Mazar-i-Sharif e di Kandahar. Il Comitato per l’informaziona dei talebani ha precisato che l’aeroporto non è ancora pienamente operativo: “E’ stato distrutto dagli americani, abbiamo bisogno di tempo per ripararlo. Ma prevediamo che entro pochi giorni i voli internazionali potranno riprendere”, ha detto un membro del Comitato. 

Si combatte nel Panshir

Si continua a combattere nella valle di Panshir, ultima sacca di resistenza del fronte anti-talebano e appare ora cruciale il fattore tempo. Se per i talebani la conquista della valle appare imminente, al punto da aspettarla per annunciare il nuovo governo, i miliziani sembrano puntare a resistere fino all’arrivo della cattiva stagione. 

Uno dei leader della resistenza, Amrullah Saleh, ha smentito i talebani che avevano rivendicato la conquista della valle, pur ammettendo che le condizioni sono difficili. Gli estremisti islamici hanno infatti oscurato internet e bloccato le linee telefoniche ed elettriche.

L’unica notizia certa l’ha fornita Emergency: nella loro avanzata i talebani hanno raggiunto il villaggio di Anabah dove l’Ong italiana gestisce un centro chirurgico e pediatrico e un centro di maternità. La valle del Panshir si trova a nord della capitale Kabul ed è una delle province più piccole del Paese, nascosta e sovrastata da montagne. E’ una tradizionale roccaforte anti-talebana e vi abitano circa 200 mila abitanti, molti di questi già in fuga. 

Il ‘leone’ resiste

La resistenza, che comprende ex membri delle forze di sicurezza afghane e milizie locali, è guidata da Ahmad Massoud, il figlio del “leone del Panshir” ucciso nel 2001. Se dovesse reggere fino alla fine di ottobre, è probabile che i rigidi mesi invernali impediscano ulteriori offensive su larga scala dando fiato ai miliziani di Massoud.

“Non rinunceremo mai a lottare per Dio, liberta’ e giustizia”, ha scritto Massoud sul suo profilo Facebook. Venerdì si erano uditi a Kabul numerosi spari di festeggiamenti per la presunta conquista della provincia, durante i quali, secondo le agenzie locali, sarebbero morte 17 persone.

La protesta delle donne

Nella capitale i talebani hanno interrotto la seconda protesta di donne in due giorni e ci sono diverse testimonianze di scene di violenza e uso di gas lacrimogeni per disperdere la folla diretta verso il palazzo presidenziale. Altre manifestazioni di protesta si sono tenute nei giorni scorsi ad Herat.

A Kabul stanno anche lentamente scomparendo dalle strade i murales dipinti dagli artisti afghani negli ultimi vent’anni e raffiguranti le conquiste libertarie ottenute; al loro posto stanno comparendo frasi propagandistiche del nuovo regime e slogan che lodano i combattenti talebani per l’accordo di Doha e il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese.  

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