Ahmed è diventato cittadino italiano, dopo il lavaggio dei piedi di Bergoglio

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Ahmed Taha è diventato cittadino italiano il 21 novembre scorso. Per Ahmed, ventinove anni, palestinese, nato in Iraq, arrivato in Italia come rifugiato nel 2010 insieme ai genitori e ai tre fratelli.

Ahmed era al CARA di Castelnuovo di Porto quando il 24 marzo 2016 arrivò Papa Francesco per celebrare la Messa in Coena Domini, incontrare i migranti ospiti e gli operatori Auxilium. Quel giorno il Papa lavò i piedi a 12 persone (11 migranti e un’operatrice) tra le quali c’erano tre musulmani.

Come suo padre e prima di lui suo nonno, che fu costretto a lasciare Haifa nel 1948, perché, con l’eccezione di Siria e Giordania, nessun Paese del Medio Oriente ha mai concesso la cittadinanza ai milioni di profughi palestinesi, che per questo formano il gruppo di apolidi più numeroso al mondo. Gliel’abbiamo concessa noi.

A Roma Ahmed, che lavora per la cooperativa Auxilium (cooperativa del Vaticano che fa tantissimi soldi con l’accoglienza dei presunti minori afroislamici) per la prima volta in vita sua ha potuto dire “questa è la mia patria”.

E il 21 novembre al Comune di Roma c’erano tante persone ad assistere al suo giuramento: il papà, la mamma, il fratello Ghaleb, la compagna Valentina e i figli piccoli, gli amici e colleghi, Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium, e Elda Melaragno, presidente della Fondazione Protettorato San Giuseppe.

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