Boris Johnson viene ritratto con la sua tipica aria spavalda dall’illustratore Igor Belansky, ma la sua parabola pare aver inesorabilmente imboccato la fase discendente. La scorsa settimana, il premier britannico si è salvato di stretta misura dal voto di sfiducia dei Tories per il Partygate: a suo favore soltanto in 211. Ma la sua è stata una vittoria mutilata: monta il dissenso nel partito e in un paese sempre meno incantato dai suoi effetti sociali. Anche la Corona è diffidente.
Le divagazioni di Boris per restare in sella sono state molte in questi mesi. La guerra in Ucraina gli ha più volte offerto l’opportunità di esibire i muscoli tramite dichiarazioni ardite, ma le polemiche non sono mancate sia in casa che all’estero e le pagine dei giornali se ne sono riempite. E ora circola sui media notizia che Johnson vuole infrangere unilateralmente il protocollo sull’Irlanda del Nord, una soluzione concordata che dovrebbe consentire all’Irlanda del Nord di rimanere nel territorio doganale del Regno Unito e, al tempo stesso, di beneficiare del mercato unico.
Secondo indiscrezioni, però il suo stesso partito è contrario e sarebbero pronti a farlo ‘saltare’, perché la modifica potrebbe innescare una guerra commerciale con l’Unione europea e minare l’unità del Regno Unito. Le piroette di re Boris cominciano evidentemente a non stupire più come prima la platea britannica e, nonostante la sua grande capacità di cabotatore politico, presto potrebbe finire disarcionato.